A MESSINA SERVONO I FATTI NON LE CAMPAGNE PUBBLICITARIE

Caro direttore,

ormai da tempo Lei denuncia sul suo giornale il malcostume della società messinese, dove tuttavia il trinomio potere/politica/malaffare non è evidentemente in declino visto la Sua prolifica vena editoriale. Perché, per provare a essere più incisivo, non decide di cambiare linea, passando all’elogio di quei personaggi che Suo malgrado occupano i posti di comando e di governo ? E se non dovesse bastare, provi con le adulazioni, chissà che qualcosa non cambi. Le persone che Lei cita sul Suo giornale potrebbero dimostrarsi molto più sensibili ai complimenti o quanto meno potrebbero reagire in maniera meno scomposta alle critiche, con tanto di guadagnato per la nostra città, ma soprattutto per chi ci vive. L’impressione del lettore è che la cosiddetta parte sana della società civile, sana proprio non sia. Sarà infatti quanto meno composta da individui sordi alle denunce, ricordando tanto quel pugile suonato, che però fini sotto un treno per non aver sentito il fischio d’avvertimento.

Lettera firmata

Nessuno dei veri responsabili sarà mai processato. Verrà presto dimenticato, addirittura di quale responsabilità si stava parlando. Così come si è persa la memoria dei tangentisti e dei corrotti graziati in Mani Pulite. Difficilmente si sa chi fa cosa, perché, quando. Ma soprattutto, nessuno sa come. Lobbies con trasversalità di potere tanto influenti da neutralizzare la buona volontà di qualsiasi ministro di Grazia e Giustizia hanno deviato il corso naturale dei processi, delle inchieste e della verità.  Tutto scorre. ‘Il reato c’è stato, l’imputato lo ha commesso, ma non è più punibile solo perché il processo è durato troppo’. Non Le sembra che le evidenti e gravissime responsabilità istituzionali che impediscono un rapido e corretto svolgimento delle prassi giudiziarie, vadano prima denunciate e poi corrette? Noi pensiamo che la prescrizione – come nella vicenda della Tangentopoli messinese – non può essere fatta passare in silenzio come se fosse un evento a cui non si può porre rimedio. E’ giusto che qualcuno inizi a pagare per l’ignavia e la codardia nel portare a buon fine certi processi. La Giustizia funziona male al pari della Sanità, della Raccolta dei Rifiuti, dell’Acqua, della Viabilità. Non c’è problema a Messina per il quale a parole non esista una spiegazione, però ci sarà un motivo se tutto il Paese ci giudica incapaci e ultimi per qualità della vita. Noi crediamo che il motivo risieda nel nostro modo di essere, nell’incapacità di sentirci giocatori di un’unica squadra. Siamo ancora convinti che l’importante sia soddisfare il nostro particolare. I risultati si vedono. Davanti a essi comincia poi la corsa a individuare le responsabilità, che sono sempre degli altri. Coraggio Buddaci!!!!