
di Roberto Gugliotta
A noi esseri normali è mancato qualcosa contro cui batterci. Ormai sono state fatte talmente tante "conquiste" che non c’è più bisogno di mobilitarsi in massa… Perché lamentarsi se a capo del Comune c’è il sindaco degli ultimi? Perché guardare con sospetto le scelte politiche se abbiamo rottamato "quellicheceranoprima"? La studentessa che vuol fare carriera anche senza il cognome giusto avrà le stesse opportunità della figlia di o della moglie di e se così non sarà è solo perché meno brava delle fortunate. Messina è stata folgorata sulla via di Damasco: il fine settimana sarà consacrato alla famiglia. Confrontandosi con i sessantottini ci siamo arricchiti: ora siamo consapevoli di essere una generazione più pavida, conformista, inibita, non avendo altra prospettiva che quella di consolidare alcune conquiste e riformare alcune tradizioni. Oppure no. Ci sono famiglie che a pranzo mangiano solo il minimo sindacale e per dignità dicono, se hanno ospiti, "siamo a dieta". Cerchiamo di non lasciarci andare perché il lavoro, il rispetto, il merito, le regole, sono bandite dalla nostra "perfetta" società. La cosa peggiore è non sapere contro cosa battersi, non sapere di cosa si ha voglia. Forse di troppe cose, obbligatoriamente, senza modelli, senza una chiara classifica delle priorità.