LA CRISI MUTA

di Roberto Gugliotta

Messina oggi è un posto ben strano: per strada ci sono motociclette e auto di grossa cilindrata guidate da gente che non va al ristorante dal 1991. A parte la salute di un familiare, non credo che circolino desideri più forti di una vincita alla lotteria. E spesso non è prevista nemmeno questa eccezione.
La gente continua la propria vita sempre più tirata ma non si accorge dello sforzo che fa. È desensibilizzata, narcotizzata, e sotto una lente di ingrandimento qui a Messina vedo l’Italia. Lavoro zero, desideri da soddisfare tanti, nefandezze commesse da chi comanda parecchie, ma di ribellione non se ne parla. Le persone leggono i quotidiani con un occhio alla cronaca e uno alla fine del mese, boccheggiando nell’attesa e distraendosi da ciò che sta leggendo. Non mi sento nemmeno più di biasimare noi stessi, vista l’innegabile gravità di ciò che sta avvenendo. Perché non andiamo tutti in piazza? Perché l’informazione più letta e commentata e che riceve più feedback è solo il calcio? La disinformazione sarà la nostra rovina, e non sarà per niente piacevole. Di certo, ve lo concedo, sarà silenziosa.