Radio Zanca: Libertà di stampa contro la censura di Accorinti

di Roberto Gugliotta

Libertà di stampa contro la censura del potere. Evviva, Messina scende in piazza, o meglio corre sul web rivendicando un diritto sacro: informare, criticare, essere il cane da guardia del popolo. Epperò, spiace dirlo, tutto quello che sta avvenendo sull’argomento libertà ha l’aria di non essere assolutamente serio. Forse è un difetto dovuto all’abitudine, ma non credo a nessuna delle motivazioni che le parti portano per il "si" o per il "no". Soprattutto non credo alla sincerità dei loro scopi. L’aria che tira è che tutti si sono fatti i conti in tasca e in base ai risultati hanno dettato regole di vita generale lasciandosi il diritto di giudicare scandalose quelle degli altri. Spaccati fino alla voglia di essere dei paladini, i nostri eroi si trovano clamorosamente uniti nell’ignorare questa colossale questione di fondo. Per il resto quella dell’informazione messinese che irrita il potere è una storia di lana caprina. Nessuno è in grado di dimostrare se sia vero o meno. Uno che irrita di solito non ottiene uffici stampa, non entra in affari con il Comune… insomma non guadagna né euro né amici potenti. Essere una persona onesta e senza padroni non ha regole di produzione esatte. E’ raro che si compri merce di cui si ignorano qualità e possibilità di adattamento. Tutto è enormemente relativo. Le storture sono negli eccessi, specie in un mondo dove basta una battaglia sbagliata per ritrovarsi senza lavoro e senza amici. Insomma, la libertà di stampa in questa città è molto lineare, perfino banale. La verità è che adesso che la difesa del diritto di informare diventa l’ennesimo falso problema di un Sistema che non ha ancora imparato a costruire, l’ultima arma per darsi contro in una guerra dove tutto è necessario soltanto se serve per danneggiare l’altro. Il vero problema dell’essere liberi in un luogo senza regole e servile è questo feudalesimo caparbio. Non c’è sdegno garantista in chi invoca il diritto – dovere di poter dire la propria nè preoccupazione filosofica in Accorinti sui destini finali della sua rivoluzione contro i vecchi mali di Messina. Per tutti conta solo il particolare della propria forza. La libertà è altra cosa.