SERVIRE IL POPOLO E NON SERVIRSI DEL POPOLO

NOTE E RIFLESSIONI A SEGUITO DELL’APPROVAZIONE DEL BILANCIO PREVENTIVO 2014 APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE IL 31.12.2014 E SUL PIANO DI RIEQUILIBRIO PLURIENNALE 2013/2022 APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE IL 02.09.2014

PREVISIONALE 2014
In data 31.12.2014 il Consiglio comunale ha esitato con parere favorevole il Bilancio di Previsione relativo all’anno 2014. Noi abbiamo votato contro, lo abbiamo fatto intervenendo e motivandolo sul piano politico e tecnico in un’aula consiliare semideserta intorno alle 22.30.
Come ormai è noto non condividiamo le scelte di strategia finanziaria ed economica che il vicesindaco ha imposto all’amministrazione Accorinti, cerchiamo di dare un contributo entrando nel merito delle questioni e delle scelte, esprimendo il nostro punto di vista.
Qualche giorno addietro sia il Sindaco che l’Assessore al Bilancio sono intervenuti esprimendo grande soddisfazione per l’approvazione del previsionale 2014 in maniera entusiastica hanno paragonato per usare un termine sportivo come se la città fosse al “ giro di Boa” una sorta di ripartenza per un radioso futuro visto che abbiamo risanato i bilanci “testuali parole di Accorinti” ed epocale per aver addirittura presentato ben 5 provvedimenti finanziari in 14 mesi …
Ma sono le dichiarazioni dell’Assessore Signorino che meritano delle puntualizzazioni e delle risposte, egli infatti tende a distorcere, e non poco, quel percorso che ostinatamente ha deciso di perseguire definendo «chi parla di ritardi nella presentazione del documento contabile» «Alice nel Paese delle Meraviglie, che sembra aver dimenticato ciò che in prima persona ha vissuto nei mesi scorsi»
Nessuno pretende di possedere soluzioni o essere depositari di verità assolute, ma di fronte ad un vero e proprio vilipendio della realtà, non possiamo rimanere silenti:
«Il previsionale approvato il 31 dicembre scorso – scrive l’Assessore Signorino- completa la redazione dei cinque fondamentali strumenti di bilancio per il riequilibrio finanziario della città di Messina. In 14 mesi (da ottobre 2013 a dicembre 2014) l’amministrazione Accorinti e il Consiglio Comunale hanno approvato: il consuntivo 2012, il previsionale 2013, il piano di riequilibrio, il consuntivo 2013 e, da ultimo, il previsionale 2014»

Ebbene 4 dei 5 documenti contabili sono obbligatori per legge, pena il commissariamento e addirittura la decadenza, il quinto documento contabile ovvero il piano di riequilibrio finanziario è un’opzione politica che questa amministrazione ha deciso di portare avanti con la maggioranza del consiglio comunale, una scelta che finirà per assolvere sul piano etico morale e politico le passate amministrazioni e coinvolgere l’attuale esecutivo in responsabilità non sue, al di là delle nostre posizioni critiche che sono legittime almeno quanto quelle del Prof. Signorino, qualcuno si è fatto convinto che la città abbia dimenticato la messinscena del precedente piano targato Croce e portato in aula e fatto bocciare dal Segretario Generale Le Donne e dallo stesso Signorino con il solo scopo di ritardare i tempi che nel frattempo si sono dilatati grazie a continui interventi parlamentari sollecitati in chiave di emendamenti legislativi sino ad arrivare al 02.09.2014.

«…oltre allo straordinario indebitamento storico non presente nei bilanci passati che ci ha portati sull’orlo del dissesto finanziario…»
Quali sono stati i pesanti indebitamenti storici emersi in questi bilanci? Lo straordinario indebitamento storico è ancora oggi non presente nei bilanci del Comune (anche quelli targati Signorino) e se non fosse stato per l’adesione nel 2012 al c.d. predissesto buona parte di essi non sarebbero nemmeno emersi ed inseriti nel Piano di riequilibrio pluriennale, che ha costretto comunque l’Ente a tentare di ricostruire una situazione debitoria aggiornata e più veritiera possibile. (note della corte dei conti n. 58/2014 n. 68/2014 e n.187/2014)
La natura dei debiti fuori bilancio è molteplice e vari sono i motivi che li hanno generati e su questo abbiamo chiesto e chiediamo trasparenza.
Tra l’altro nel caso delle società partecipate sino a quando il Consiglio Comunale non avrà approvato i "Bilanci consuntivi" dell’Atm, e quelli delle altre partecipate le "perdite di esercizio" non possono essere attribuite al Comune di Messina, se a questo si aggiunge la mancanza degli obbligatori contratti di servizio appare persino blasfemo non ritenere illegittima la loro inclusione nel piano decennale di riequilibrio.
Da segnalare inoltre che in ordine alle previsioni di distribuzione degli utili per l’anno 2014, indicate in bilancio e riconducibili alla società AMAM spa, pur essendo previste nel piano economico finanziario della stessa società, l’organo di revisione rileva l’incongruenza della previsione rispetto alla concreta disponibilità finanziaria della partecipata. (Sanato dallo stesso Assessore Signorino con un emendamento correttivo presentato in aula il 31.12.2014), da quale documento contabile emergeva il dato resta un mistero!
Senza dimenticare che anche dal Conto consuntivo 2013, sono emersi e quindi contabilizzati come debiti fuori bilancio ulteriori cifre che dovranno essere riconosciute successivamente dal Consiglio Comunale.

»… per due anni consecutivi l’Ente aveva sforato il patto di stabilità e, Rispettare il patto di stabilità significa non peggiorare il saldo finanziario, per intenderci il rapporto entrate uscite, rispetto agli anni precedenti presi come parametro, a ridurre il ricorso all’anticipazione di tesoreria, ad evitare crisi di liquidità e (soprattutto), a fare tutto ciò, rientrando nei limiti del patto di stabilità; »

Ovviamente nel previsionale risulta iscritta in bilancio una previsione per anticipazioni di cassa nel limite del 21,25% rispetto alle entrate correnti (il limite massimo stabilito dalla legge è il 25%) che comunque consentiva nei primi tre mesi del 2014 di arrivare sino al 41,67%.
Sarebbe interessante conoscere i dati relativi al 31.12.2014 per potersi esprimere in maniera eventualmente entusiastica sulla riduzione al ricorso all’anticipazione di tesoreria (sicuramente ci sarà stata) nel previsionale 2014 la somma per anticipazione è di € 56.958.552,51.
Al 31.12.2013 l’entità delle somme maturate a titolo di interessi passivi era di € 815.976,01 e l’entità della somma ancora non restituita era di € 6.576.602,17.
Questi sono dati tutt’altro che confortanti. Il continuo ricorso all’anticipazione di tesoreria evidenzia la scarsa propensione dell’Ente a riscuotere i propri crediti e risulta essere fra le cause principali e ricorrenti che portano un Ente al dissesto.
Per quanto concerne il patto di stabilità può essere semplificato in questo modo: nel bilancio annuale dell’ente, le entrate e le uscite devono essere perfettamente pari. Tanto entra, tanto esce. Se diminuiscono le uscite, devono diminuire anche le entrate.
Certo è che se diminuiamo i servizi (costi) aumentiamo le tasse e tributi e riduciamo al minimo gli investimenti in conto capitale (es. manutenzione ordinaria e straordinaria impianti sportivi, non messa a norma e adeguamento di impianti e immobili) sforare il patto di stabilità diventa persino non facile.
A questo si aggiunga che per ogni eventuale spesa non indifferibile ed urgente avremmo dovuto comunque chiedere l’autorizzazione preventiva alla Corte dei Conti.
Comunque sia ai cittadini è stata applicata l’aliquota al massimo delle imposizioni fiscali, ossia quella stessa aliquota che avrebbero dovuto pagare gli stessi qualora fosse stato dichiarato il dissesto.

…porta ad oltre 2 milioni (moltiplicando per 10 la dotazione ereditata al momento del nostro insediamento) il totale degli investimenti nella manutenzione delle strade,
…e i soldi degli ecopass? Non era una tassa di scopo, dove sono andati a finire i soldi? (si è ancora in attesa della risposta ad una interrogazione del Cons. Sturniolo)

Si introducono inoltre le risorse per la sicurezza sui luoghi di lavoro e per la formazione dei dipendenti, premessa per una maggiore efficienza e per l’avvio di credibili incentivi al merito, uscendo dalla logica delle prebende universali a pioggia.

Non possiamo che dirci contenti dal continuo richiamo ad una riorganizzazione della macchina amministrativa che sappia investire e puntare sulle professionalità dei propri dipendenti, così come avviare credibili incentivi al merito, uscendo dalla logica delle prebende universali a pioggia.
Quando su questi temi l’amministrazione presenterà atti amministrativi che vanno in questa direzione non ci tireremo indietro, ma sino ad ora non registriamo significativi cambi di rotta e sensi diversi di marcia. (OIV non ancora nominato, indennità di posizione e premio produttività dei Dirigenti poco chiaro, risulta superare il max consentito dalla normativa vigente).
Tra l’altro la logica delle prebende a pioggia è servita negli anni a “calmierare“ e coprire ben altre logiche clientelari, inopportune e scorrette se non addirittura vere e proprie illegalità.

«Chi ha responsabilità di rappresentanza – scrive ancora Signorino- non deve necessariamente attendere il parere dei revisori ma può avvalersi delle competenze presenti nelle strutture di partito o del supporto dei tanti professionisti che, per sincera partecipazione, aiutano volentieri e in spirito di servizio i rappresentanti politici della città.D’altronde, lo schema di bilancio è stato recapitato al Consiglio non a fine anno, ma il giorno stesso della sua approvazione in Giunta: il 29 novembre».
Altro che Alice nel paese delle meraviglie…
Vero è che chi ha responsabilità di rappresentanza non deve necessariamente attendere il parere dei revisori (esso non è vincolante) e in tal senso il Consiglio Comunale poteva anticipare la discussione e il voto in aula del previsionale 2014, esso è stato recapitato lo stesso giorno della sua approvazione in Giunta, Sabato 29 Novembre e quindi invece di approvarlo il 31.12.2014 magari si anticipava di 10/12 giorni al massimo. Ma questo avrebbe comportato problemi in primis per l’amministrazione, che non potendo sfruttare il parere dei Revisori contabili, non avrebbe potuto coglierne suggerimenti ed osservazioni e farsi approvare dalla maggioranza del Consiglio gli emendamenti correttivi. L’amministrazione non avrebbe potuto “sistemare” all’ultimo minuto per esempio la vicenda relativa alla mancanza dei Fondi PAC, o la rideterminazione delle entrate relativi agli utili dell’AMAM.
L’assessore Signorino omette di dire che ancora alle ore 22.00 del 31.12.2014 l’amministrazione non aveva ritirato ben 10 emendamenti (4 a firma dell’Ing. De Cola e 6 a firma dell’Assessore al bilancio) o forse non ricorda l’interruzione di oltre un’ora, superando i dieci muniti concessi per regolamento per la presentazione degli emendamenti, affinché si completasse l’iter degli emendamenti completi dei pareri (forzando continuamente le norma dello statuto e del regolamento del Consiglio Comunale)

Ed infine sempre per amor di verità, occorre evidenziare che i revisori contabili hanno più di una volta sollecitato e richiesto ai dirigenti dei singoli dipartimenti, un’attestazione sull’eventuale sussistenza di debiti fuori bilancio non censiti ma alla data della relazione risultano trasmesse appena 14 attestazioni su 20 dipartimenti, sebbene il Collegio abbia evidenziato l’urgenza e l’importanza di tali atti. (note n.71 del 10.12.2014 e n.75 del 26.12.2014)

Ad essere veramente pignoli mancherebbero allegati alla delibera epocale che segna il “giro di boa” molti documenti e tra questi ne segnaliamo alcuni:
– La tabella dei parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale;
– Il Programma triennale delle opere pubbliche;
– Il piano delle alienazioni e delle valorizzazioni.

PIANO DI RIEQUILIBRIO PLURIENNALE

Abbiamo avuto più volte in sede di dibattito politico consiliare e già sintetizzato le nostre perplessità durante una precedente conferenza stampa la nostra posizione politica rispetto alla scelta di procedere alla redazione di un Piano di Riequilibrio pluriennale (PR), che tuttavia non erano solo politiche ma anche tecniche in quanto avevamo rilevato una serie di criticità formali che minavano i presupposti di legge per la presentazione del PR, mancante persino dei requisiti di ammissibilità e che oggi, nonostante la generosa nota del Ministero degli Interni a firma del Dott. Verde, conferma la veridicità delle nostre perplessità che non sono state considerate meritevoli di attenzione e approfondimento da parte dell’amministrazione Accorinti, che sulla partecipazione e trasparenza proprio in tema di bilanci ancora oggi si dice convinto sostenitore.
Tant’è che le condizioni per la riproposizione del Piano di riequilibrio sono condizionate alla certificazione che, in base all’ultimo rendiconto approvato, l’Ente non sia strutturalmente deficitario ai sensi dell’art.242 del tueell.
Per ultimo rendiconto approvato lo stesso Ministero degli Interni ci segnala che deve considerarsi quello relativo al 2013, invece l’Ass.re Signorino ha sempre considerato il rendiconto 2012 e il 2013 l’anno di inizio del Piano, basti vedere il titolo del piano di riequilibrio 2013-2022.
Il Comune di Messina approva il PR il 2 settembre 2014 data in cui non ha ancora approvato il rendiconto 2013.
In ogni caso anche se l’interpretazione dell’Ass.re Signorino, del comma 573 art. 1 della legge di stabilità 2014, fosse stata corretta il Rendiconto 2012 pur avendo il parere favorevole dei revisori dei conti, evidenzia numerose anomalie e deficit strutturali e sfora il Patto di Stabilità, tant’è che gli stessi revisori ammettono:

dati che evidentemente non sono sfuggiti alla Corte dei Conti (CdC) che in sede di controllo finanziario con la delibera n. 58/2014 segnala gravissime violazioni, si cita testualmente: “…le violazioni dei principali vincoli di finanza pubblica per gli enti territoriali rappresentano gravi irregolarità contabili e sono indice di una scarsa capacità di programmazione e di sostenibilità delle spese scritte in bilancio” ed inoltre “…l’incidenza della spesa corrente sia stata calcolata non computando le spese sostenute dalle società o organismi partecipati” e ancora “…innumerevoli scostamenti significativi tra spese iniziali e spese definitive, in particolar modo un non corretto ricorso a incarichi legali” arrivando a dichiarare “… le incombenze delle situazioni debitorie non riconosciute, aggiornate e analiticamente esposte rendano del tutto inattendibile il risultato di amministrazione”.
Se invece facciamo nostre le indicazioni del Ministero, che più volte avevamo evidenziato all’Ass.re Signorino, l’ultimo rendiconto approvato è il 2013 e l’anno 2014 è l’anno iniziale del Piano, tant’è che non si comprende come si possa programmare azioni di riequilibrio in un esercizio finanziario ormai concluso. Sarà interessante capire come giustificheremo e come verrà interpretata l’assenza, alla data di approvazione del PR, del rendiconto 2013.
In soldoni alla data di presentazione del PR non avevamo i requisiti per la ripresentazione dello stesso, l’Ente di fatto non ha rispettato i requisiti imposti dalla norma.
Fermo restando le perplessità giuridiche appena espresse, che non mancherà agli organi preposti di sbrogliare la matassa, la situazione paradossale si verificherà quando il Ministero e la Corte dei Conti verrà a conoscenza che la Giunta ha esitato 2 rendiconti uno in avanzo di 6,5 milioni di euro (2/06/2014)con parere negativo dei Revisori, e l’altro in disavanzo di 2,5 milioni di euro (proposto in aula con un nuovo numero di protocollo, ma presentato quale emendamento correttivo del primo rendiconto incardinato nei lavori d’aula) , cifra che comunque non è stata computata nel totale delle passività così come per il 2012 (cfr. Ministero dell’Interno) + i debiti fuori bilancio maturati nel 2013 (euro 1.774.000,00), ciò significa che la massa passiva viene ulteriormente aggravata, rendendo il PR inattendibile; gli stessi Revisori dei Conti sul rendiconto 2013 esprimono parere favorevole condizionato a rettifiche che dovevano essere attuate, oltre che elencare una serie di criticità nel frattempo pervenute da un ulteriore controllo e verifiche finanziarie da parte della CdC del. N. 68/2014 e n. 186/2014, ed è proprio nella del. N. 186 di ottobre 2014 che la CdC ci ammonisce in ordine ai rischi di un utilizzo strumentale del Piano di Riequilibrio, in quanto se da una parte scongiura una situazione di dissesto dall’altro potrebbe essere un escamotage per evitare il trascinamento verso una situazione di dissesto obbligatoriamente da dichiarare. Pare evidente a questo punto come la CdC, in ben tre richiami, abbia evidenziato la mancanza di credibilità relativa agli adempimenti e ai correttivi posti in essere da parte dell’Ente che non fa altro che spostare nel tempo la fase del giudizio effettivo sulle azioni di risanamento strutturale e finanziario, permanendo in una situazione di gravi profili di irregolarità e violazioni normative.
In ultimo, se consideriamo il numero consistente di documenti, note informative, atti deliberativi, attestazioni, da produrre entro il 29/01/2015, ci sembra improbabile che si possa arrivare entro i termini previsti dal Ministero.

GRUPPO MISTO – CONS. LO PRESTI – STURNIOLO