Lettera al sindaco su Approdo Tremestieri

Signor Sindaco, Spettabili Assessori Cucinotta e Cacciola, la soluzione miracolosa, pagata con soldi pubblici, che doveva impedire l’insabbiamento dell’approdo di emergenza di Tremestieri, è mestamente fallita alla prima mareggiata dell’anno. Come ampiamente annunciato dalla scrivente O.S., il semplice esordio invernale ha vanificato la “tolleranza zero” contro i tir, alla luce dei fatti si registra solo la tolleranza zero contro il traghettamento pubblico e il diritto alla mobilità nello Stretto, abilmente sfruttata da Catania che in tempi da record si è organizzata per intercettare l’attività produttiva snobbata dalla Messina sprecona, appiattita su progetti fantasiosi, quanto presuntuosi, di città futuristica in totale assenza di elaborazioni credibili e nuove infrastrutture adatte a sostituire quelle esistenti. Gli eventi metereologici di routine non bastano a giustificare una situazione che da anni si trascina con risvolti politici, economici e di gestione del potere che va oltre il “semplice” traghettamento, Tremestieri è un progetto nato male, una eterna incompiuta che ha consentito ai padroni della rada San Francesco di rafforzare il monopolio del traghettamento e proseguire il viavai di mezzi pesanti con la complicità della politica vecchia e nuova, cosciente o incosciente. Dopo l’ennesima figura barbina, in alternativa a responsabili dimissioni, dovreste abbandonare l’autoreferenzialità che vi caratterizza e fare scelte coraggiose avvalendovi del contributo competente proveniente dal basso. A dispetto delle aspettative di cambiamento, la nuova classe dirigente ha permesso che tutto rimanesse uguale, forse peggio; allineata sulle posizioni dell’Autorità Portuale questa giunta comunale, come le precedenti, risulta connivente nel fallimento di un progetto che autorevoli tecnici del settore avevano giudicato improponibile in tempi non sospetti. Ormai anche i profani sanno che non serve a nulla insistere nell’investire denaro pubblico per rendere efficiente un approdo situato nella località più infelice che si potesse immaginare, non è producente intestardirsi a concentrare risorse, che sarebbero utili ad altro, per tentare di rendere cavallo ciò che è nato mulo. La natura non si addomestica, la sabbia è insita nel fondale di Tremestieri e gli effetti meteo/marini che insistono in quella zona la rendono dinamica, nessuna barriera costruita dall’uomo renderà l’infrastruttura fruibile tutto l’anno, è un approdo di emergenza estivo incapace di ospitare navi di stazza superiore come le Cartour, sarete obbligati sine die a concedere deroghe a Caronte&Tourst per consentire lo sbarco dei tir al molo Norimberga, sarete costretti a mentire ai messinesi raccontando di una città libera dai tir pur coscienti che i mezzi nel centro storico ci saranno sempre e quelli che mancano non si sono spostati a Tremestieri ma hanno scelto vie alternative causando l’impoverimento dell’attività di traghettamento e la perdita di centinaia di posti di lavoro. Signor Sindaco, Spettabili Assessori, il coraggio del cambiamento non si dimostra auto-celebrando le gesta del passato, le arrampicate sul pilone di punta faro quando era sufficiente dire solo “NO” sono ammirevoli ma la rivoluzione si realizza quando i rivoluzionari raggiungono il potere e sono capaci di porre in essere l’alternativa concreta alle vecchie dinamiche. Sarebbe veramente rivoluzionario conclamare il fallimento del progetto Tremestieri e favorire l’apertura di un’inchiesta sugli sprechi e la scarsa professionalità di chi ha progettato e realizzato l’approdo in quella zona fra falsi proclami e perenni rinvii e oggi si appresta ad utilizzare altri 80 milioni di denaro pubblico per completare una struttura che non risponde alle esigenze della città e torna economicamente utile solo alle imprese che costantemente effettuano il dragaggio del fondale. Sarebbe una vera rivoluzione dal basso avere il coraggio della controproposta e l’abilità politica di spostare le risorse disponibili per realizzare il porto in zone credibili: Villafranca Tirrena area ex Pirelli oppure l’area di Giammoro, tanto per citarne qualcuna che L’OR.S.A. e il comitato “La Nostra Città” si erano permessi di suggerire in illo tempore, sarebbero state le soluzioni ideali per liberare veramente Messina dalla servitù ai tir, per i collegamenti autostradali e per l’estensione delle superfici, oltre alla vicinanza con la Calabria e Gioia Tauro in particolare. Se ci si appiattisce su progetti falliti per timore di contrapporsi ai poteri forti di sempre si diventa come gli altri, si passa dalla mala gestione in giacca e cravatta alla mala amministrazione in t-shirt pacifista e… “la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente” [Giorgio Gaber].