Accorinti confonde le “dicerie” con le leggi nazionali ed europee sull’accoglienza e le mobilità umane

E’ passato solo qualche mese da uno degli ultimi sbarchi dei migranti richiedenti asilo a Messina nei pressi della zona di Paradiso e Pace. Indimenticabili le immagini della nave mercantile con tanti giovani donne e uomini stretti l’uno contro l’altro. Immagini che ci arrivavano mentre i loro corpi ci apparivano stanchi, piegati e magri. Sicuramente per questi giovani giunti nelle coste siciliane è un sogno essere riusciti a raggiungere l’Italia, l’Europa. La città di Messina nell’ultimo anno è stata tra le città siciliane individuate dal Ministero dell’Interno ad essere uno dei tanti centri di smistamento e da ottobre tra strutture sportive e tendopoli “accogliamo” i disperati dell’altra sponda del Mediterraneo. Giovani uomini, soprattutto, che attendono nella tendopoli a Conca d’Oro di essere trasferiti in altri centri in attesa di essere convocati dalle commissioni territoriali che riconoscono il diritto d’asilo. Una prima accoglienza che per legge è gestita dal Ministero dell’Interno e che come temevamo ed abbiamo annunciato in altri comunicati stampa, dava tutti i segnali per diventare stabile con delle strutture più consone ad avviare quel feroce meccanismo dei CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo). E la ex caserma Bisconte, una parte della caserma, è già pronta ed attrezzata per essere ricettiva senza rispettare i trattati internazionali sui diritti umani.
Abbiamo continuamente chiesto al sindaco Accorinti di avviare un tavolo (che non si nega a nessuno ma ci è stato negato) perché si avviassero a Messina altre reti di accoglienza per mostrare al governo italiano che questa città può accogliere e permettere l’integrazione nella fase in cui è possibile dare a queste donne e a questi uomini la vera speranza di poter dire che stanno ricominciando una loro vita e insieme ai cittadini messinesi. Invece il sindaco Accorinti oggi interviene con un discorso che già lancia a tutte le realtà che da mesi ci opponiamo a far diventare Messina il ghetto dell’accoglienza, un solo messaggio: non dite dicerie perché Messina vuole prendersi carico di questa accoglienza per alcuni giorni e poi i migranti possono andare in giro per l’Europa e fare ciò che desiderano.
A questo punto ci sorgono spontanee alcune domande: che progetti ha in mente il sindaco di Messina? Ma il sindaco di Messina si è accorto che nella sua città sta già accogliendo una tendopoli con “non persone” in uno stato semidetentivo che probabilmente prima o poi riceveranno un diniego dalla commissione territoriale e più che andarsene a zonzo per l’Europa rischiano di essere rimpatriati? Il sindaco di Messina si sta rendendo conto che 25 minori da settimane vivono in una situazione di promiscuità con uomini adulti presso la tendopoli di Messina?
Le sue dichiarazioni non dicono nulla di più di quello che realmente accadrà con l’apertura della ex caserma e invece di presentarsi con un discorso che ci fa capire come la materia dell’immigrazione sia un po’ ostica alla sua persona, dovrebbe dire un secco no al ministro Alfano e siccome il ministro Alfano continuerà sulla sua strada perché la legge glielo permette, allora dovrebbe dire che la città di Messina ha un sindaco che il 4 novembre scorso ha esposto una bellissima bandiera della pace davanti ai poteri militari.
Ecco, caro sindaco Accorinti il circolo Peppino Impastato del Partito della Rifondazione Comunista di Messina ti chiede di esporre di nuovo quella bandiera davanti alla ex caserma che sarà il nuovo ghetto di persone che hanno diritto ad essere accolti in altro modo; di firmare l’appello perché l’Italia apra un canale umanitario affinchè vengano evitate queste terribili stragi; di istituire un osservatorio che faccia un monitoraggio continuo su queste strutture detentive e semidetentive che si stanno costruendo a Messina; di promuovere una settimana di festival di video e seminari con registi, giornalisti e studiosi che negli ultimi anni hanno raccolto sul campo la vera situazione in questi centri di reclusione. Piccoli gesti che possono essere utili a creare anche un cambiamento culturale e ad opporsi alle leggi nazionali.
Le nostre non sono “dicerie”. Sono appelli per non diventare complici di politiche razziste e sicuritarie.

Circolo Peppino Impastato – Rifondazione Comunista Messina