DINAMITE ACCORINTI. CHE FAI PER RISANARE MESSINA?

“L’entusiasmo, come si dice, è già mezzo risultato e l’interlocuzione con il Governo è un fondamentale presupposto, che però da soli non bastano a produrre risultati e, soprattutto, a riportare veramente e velocemente il lavoro a Messina. Tutto ciò lo abbiamo detto chiaro e tondo lo scorso lunedì agli assessori Signorino, Cacciola e De Cola, che si sono preoccupati soltanto di comunicarci l’elenco preordinato della spesa che avrebbero presentato a Poletti l’indomani”, dichiarano i segretari generali di CGIL CISL UIL Messina Lillo Oceano, Tonino Genovese e Carmelo Catania.
“Messina – proseguono -, abbiamo sottolineato per l’ennesima volta, riguardo il lavoro ha superato i livelli di guardia. Il debole assetto produttivo è ormai saltato, non ritornerà soprattutto nei termini che conoscevamo ed è quindi cosa giusta, anziché attardarsi sui vecchi ricordi, ridisegnarne subito un altro che lo sostituisca. Compito questo certamente non semplice che non può essere affrontato con chiacchiere da bar o, peggio ancora, con slogan. D’altronde il mercato lasciato a sé stesso ha prodotto i guasti che conosciamo ed, oggettivamente, una amministrazione comunale, da sola, non ne può avere né la forza e nemmeno la competenza. Occorre allora – e non ci stancheremo mai di dirlo – il coinvolgimento di tutti gli attori di ricerca, economici e sociali della città, perché qualsiasi progetto prima lo si studia, poi lo si verifica ed in ultimo lo si applica. Non sappiamo, e non ci hanno spiegato, quale sarà il compito di Poletti. Se cioè si è andati a chiedergli di aprire subito almeno un cantiere a Messina, oppure se gli si è chiesto di fornirci una lista di opportunità su cui costruire la famosa “Agenda Messina”. Poletti, si sa, è solo il ministro del Lavoro, ed i ministeri che invece decidono su quanto annunciato sono quello allo Sviluppo economico, quello alle Infrastrutture e quello all’Ambiente. Ma anche ammesso che Poletti sia disposto a svolgere, per conto di Accorinti, quel ruolo di testa d’ariete nel governo Renzi, sarebbe stato opportuno presentarsi a quell’appuntamento dopo un confronto vero con la città. Messina – lo ripetiamo – ha bisogno di lavoro vero e subito, e perciò sarebbe stato urgente chiedere intanto a Poletti l’immediato inserimento delle vertenze che ci assillano da anni (svincoli, Tremestieri, Don Blasco, etc…) nelle procedure emergenziali del famoso “Sblocca Italia”, realizzando così quelle infrastrutture fondamentali per lo sviluppo e la qualità della vita.
Il dramma dell’Edilizia e della Cantieristica non possono continuamente essere affrontati per titoli. Per questi settori ormai fermi da anni e che hanno costituito l’ossatura produttiva di questa città va fatta una buona volta un’ operazione verità, uscendo dai luoghi comuni ed indagando veramente sulle opportunità che Messina ha offerto, o potrebbe ancora offrire, alle aziende del settore e quello che le stesse hanno conseguentemente determinato in termini di sviluppo e occupazione. La cantieristica era un settore vitale perché univa ricerca, innovazione e produzione. Oggi quel settore ridotto a quasi un centinaio di addetti è sorretto dagli ammortizzatori sociali. Le misure europee dei prossimi anni per l’abbattimento di zolfo possono certo essere una buona occasione che presupporrebbe però la tangibile volontà da parte delle stesse società di attrezzarsi già da adesso, per accedere ad un mercato che per loro è del tutto nuovo. Credere che basti erogare incentivi pubblici per invertire questa tendenza ci appare quantomeno azzardato e oltremodo presuntuoso. Siamo soddisfatti – proseguono Oceano, Genovese e Catania – del fatto che finalmente anche Accorinti condivida la necessità di recuperare le risorse, a esempio quelle delle opere compensative del Ponte ma anche altre, per reimpiegarle nella messa in sicurezza del territorio, e nella prevenzione del rischio sismico, per far ripartire così il lavoro. Ma forse per realizzare ciò, più che un “Piano Colore” iniziativa assolutamente opportuna, sarebbe utile, data l’esistenza in questa città di una qualificante presenza del CNR, che in merito a quelle particolari tecniche si attivi da subito un confronto vero con il settore della ricerca per far nascere, proprio in riva allo Stretto, un polo di eccellenza dello studio e della creazione delle pratiche e dei materiali da impiegare per affrontare problemi che coinvolgono l’intero Paese. Non esistono scorciatoie e l’esperienza, anche recente, insegna che pure l’impiego di quei rari strumenti nazionali o europei, se non adattati alle condizioni delle realtà locali, finiscono per non produrre alcun posto di lavoro. Le condizioni di bilancio del Comune poi non possono continuare ad essere l’alibi dell’impasse che ha segnato la pratica amministrativa degli ultimi venti anni. Agire sulla leva fiscale del Comune per incentivare il lavoro non significa ridurre le entrate, ma aumentare la platea degli occupati, di coloro cioè che pagano le tasse e che accrescono i consumi. Se così come crediamo le intenzioni dell’Amministrazione comunale sono veramente quelle di impegnarsi per creare lavoro, anziché cimentarsi in ruoli impropri negli importantissimi settori della formazione e dell’imprenditorialità giovanile, punti invece a creare un confronto vero con la città, per verificare in concreto come il lavoro può ripartire , quali specializzazioni sono necessarie e quale conseguente spazio possono avere in quel contesto i giovani”.
“La pratica dell’amministratore che pensa per tutti non è una novità e ci ha portato ai risultati che conosciamo – incalzano Oceano, Genovese e Catania -. Piuttosto che attardarsi ad esaltare la purezza, Accorinti prenda quindi finalmente atto dell’utilità che una sana contaminazione delle idee, intesa come confronto, può produrre. Mentre infatti da noi si continua mitizzare su miracolistici e scoordinati interventi non molto lontano, i territori di Catania, Siracusa e Ragusa si attrezzano facendo sinergia tra enti locali, forze sociali, Università ed imprese. Offrendo così soluzioni e non attendendo improbabili finanziamenti o incentivi che, proprio perché richiesti da tutti, risulteranno alla fine difficili da ottenere. Per queste ragioni crediamo sia necessario che in materia di sviluppo e lavoro, per la stessa predisposizione dell’agenda da sottoporre al Governo, l’Amministrazione anziché un incontro di due ore fatto il giorno prima, avvii immediatamente un confronto serio con le forze sociali per sviluppare un progetto capace di affrontare il merito delle questioni e delle possibili soluzioni. Ritenendo che l’opportunità del confronto col Governo, seppure per il tramite individuale del Ministro Poletti, sia un’occasione da non sprecare, chiediamo all’Amministrazione di convocare per tempo le riunioni necessarie per un confronto compiuto con il sindacato”.