FP CGIL: Inutile nominare super manager se non si recuperano risorse

Per la FP CGIL necessario un maggiore impegno economico da parte del Comune, che non siano però i cittadini a pagare con un ulteriore aumento della Tares. Il sindacato ha inoltre chiesto che l’azienda trovi un giusto canale di confronto con i lavoratori: “Si abbassino i toni, non si crea fiducia a suon di minacce di licenziamento”

“Il nostro primo pensiero è rivolto ad Antonino Tomasello, la cui morte è destinata a segnare uno spartiacque nella gestione dell’azienda: la sicurezza sul lavoro è un questione che non può più essere messa in secondo piano, ma che merita assoluta centralità. E’ inutile nominare super manager, che siano a titolo oneroso o gratuito, se prima non si pensa ad investire in ciò che veramente conta”. E’ questo il concetto ribadito a più riprese dalla segretaria generale della MessinAmbiente, Clara Crocé e di settore, Carmelo Pino, nel corso dell’incontro tenutosi questa mattina presso la sede di via Dogali con la dirigenza.
“Il quadro delineato dal liquidatore, Alessio Ciacci e dal suo consulente, Raphael Rossi – commentano i sindacalisti – conferma il fatto che il Comune deve intervenire al più presto per garantire l’acquisto immediato dei mezzi necessari allo svolgimento del servizio. Un dato appare emblematico: ieri sera, su otto mezzi, sei sono rimasti fermi e solo due sono usciti in strada. E’ impensabile pensare di poter portare avanti un servizio in queste condizioni”.
Sebbene la società sia ancora in attesa di conoscere l’esito del decreto finanziamento regionale, pari a 6 milioni di euro, destinato all’implementazione della raccolta differenziata grazie all’acquisto di appositi mezzi, è necessario stanziare risorse per l’acquisto di auto compattatori da utilizzare per la “normale” raccolta, che al momento continua a rappresentare la fetta più grande della “torta” dei rifiuti cittadini”. Per la FP CGIL sarebbe necessario pensare ad un piano di investimento destinato solo ai mezzi, che, mensilmente comporterebbe una spesa di 300 mila euro da aggiungersi ai due milioni e tre che attualmente palazzo Zanca “gira” alla partecipata. A complicare la situazione, la mancanza di un contratto di servizio che regoli i rapporti tra Comune e partecipata
Secondo la FP CGIL, dunque, palazzo Zanca deve sì incrementare le risorse per il sistema, non però andando a gravare sulla già pesante Tares, bensì attuando degli interventi che possano consentire un risparmio e una migliore razionalizzazione delle spese che possa consentire di investire i risparmi ottenuti sul fronte della sicurezza. Siurezza che dovrebbe essere garantita anche all’interno dell’autoparco di via Salandra, dove le condizioni di vivibilità sono pressoché nulle.
“Attualmente – spiegano i sindacalisti – il servizio viene gestito con 44 milioni di euro, così suddivisi: 30 milioni a MessinAmbiente, 9 milioni per la discarica, che continua a rappresentare la principale zavorra, la restante parte va all’Ato. Un primo risparmio, di circa 2-3milioni di euro lo si potrebbe ottenere effettuando un passaggio dei lavoratori dell’Ato all’Amam”. Una proposta quest’ultima che la Funzione pubblica della CGIL sostiene da parecchio tempo. “In secondo luogo – continuano Crocé e Pino – bisogna ottenere maggiori ricavi con i servizi aggiuntivi, ed evitando che tali attività, come avvenuto fino ad oggi, vengano assegnate a privati”. E per discutere di tutte le questioni in oggetto, così come della necessità di puntare ad una spending review, che la FP CGIL ha chiesto un incontro con il sindaco, Renato Accorinti e con l’assessore Daniele Ialacqua, che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni.
Nel corso dell’incontro, questioni finanziarie a parte, è stato deciso che ciascun lavoratore devolverà un’ora del proprio stipendio alla famiglia Tomasello; analogamente l’azienda, stanzierà una somma equivalente a quanto raccolto dalle maestranze. A proposito del rapporto dipendenti azienda, la FP CGIL ha chiesto di abbassare i toni del dibattito: “Con i lavoratori serve instaurare un rapporto di fiducia, che non può essere costruito a suon di minacce di licenziamento”.