RADIO ZANCA: SIAMO ALLA RESA DEI CONTI CON I FRANZA – GENOVESE

di Roberto Gugliotta

La strada imboccata dal sindaco di Messina sulla vicenda Franza è quella giusta? E’ un dubbio che mi porto dietro da qualche settimana per tante ragioni e proverò a spiegare il perché. Sostenere la linea dura da parte della Giunta Accorinti sembra una scelta obbligata ma al tempo stesso sembra una strada perversa. Se si ragiona in termini di qualità della politica, il precipizio nel casino è inevitabile, anche per il servizio di navigazione. I guai di cui si discute da settimane nascono da questo, da quella assurda astrazione che è la rivoluzione dal basso. Nella vicenda in questione più che di rivoluzione bisognerebbe parlare di resa dei conti fra una parte del Sistema Messina e l’impresa “Franza – Genovese”. Probabilmente è l’intelligenza stessa di chi pensa un programma di politica sociale a essere presa al laccio, a non potersi liberare dalla morsa dei Franza – Genovese; ed è anche pensabile che ci si abbandoni a quella stretta per una specie di rivolta per niente inconsapevole. Cioè, il nocciolo duro del Sistema Messina può ragionare tra sé anche così: si capisca che faccio il peggio della politica perché soltanto la manifestazione del peggio, la più chiara e la più insolente, metterà in luce la piega irresistibile che hanno preso le cose – quelle cose che si chiamano lavoro, traffico gommato, attraversamento Stretto, vivibilità, ambiente, riqualificazione urbana – allora, si pigia il pedale e si va a catafascio: la stessa onda che hai messo in moto ti rovescia. In questo momento l’Amministrazione Accorinti è portatrice di una rivoluzione non dal basso ma dall’alto, gli stessi che fino all’altro ieri banchettavano con Franza – Genovese. Oggi litigano o fanno finta, per ridiscutere vecchi accordi lontani nel tempo quando per capirci era in vita il ministro Nino Gullotti. E tutto questo si può costruire come un teorema, e la sconfitta essere la prova provata che, appunto, il progetto politico ha necessità di venir pensato, ragionato in termini del tutto nuovi, svincolato, liberato dai lacci del “siamo vecchi soci in affari” e sue conseguenze. La politica non è uno strumento mostruoso o mostrificante. Tutto sta nel come viene usata, proprio perché è uno strumento violentemente, impalpabilmente formativo. Le responsabilità di chi pensa, di chi amministra la città, sono perciò alte, più di quanto retoricamente si vada sostenendo. Il caso non è di questa o di quella protesta, di una maglia o una bandiera della pace. Si può educare i cittadini anche mostrando i paradossi (vizi e rischi) che il sindaco Accorinti ha nel proprio dna. In questione, dovrebbero essere i suoi assessori più qualificati a gestire la complessità di un primo cittadino fuori dagli schemi. Se di qua si fa successo con la spazzatura, e di là insuccesso con l’Atm, quel successo ottenuto non muta di una virgola la piega negativa, tragicamente negativa dei fatti. Messina è allo stremo con una classe politica sempre più scarsa e passatemi il termine azzoppata anche dall’ultima inchiesta sul Bilancio di Palazzo Zanca a riprova che molti, non tutti, usano il Comune per farsi i cavoli loro – pass per l’auto, non andare al lavoro, incontrare amici e fidanzate – piuttosto che per tutelare i cittadini. Spiace doverlo dire ma è bene che si sappia. Non c’è opposizione perché le regole non garbano a molti. In questione, ripeto, è l’orizzonte formativo, il calcolo di incidenza non solo emotiva o morale di questo o quel progetto – e non soltanto sui viaggiatori se parliamo delle navi dei Franza, ma anche sui cittadini. La strumentazione autistica cui porta l’uso della politica per fini strettamente personali dovrebbe far riflettere – allo stesso modo in cui si riflette sugli effetti della navigazione senza concorrenza. Così come ha fatto pensare l’arresa passività di vecchie amministrazioni. Se c’è un problema d’emergenza in agenda, nell’agenda collettiva, è quello del rispetto delle regole ma anche del rigore nei controlli; e la cosa non riguarda soltanto la politica, la Procura ma anche i giornalisti. La Giunta Accorinti può promuovere la rivoluzione. Ma questo ormai è episodico. Il tema o il problema è che essa deve tutelare tutti e non solo i suoi amici oggi rivali dei Franza – Genovese. Di questo bisogna preoccuparsi, con giusta misura di serietà, e alla svelta. Voglio dire che, in questa discussione bisogna guardare più in là.