Inquinamento urbano. Classifica tra le 100 più grandi città d’Europa. Male l’Italia

di Vincenzo Donvito

In Europa si respira meglio a nord che a sud ed est. L’associazione Respire ha pubblicato ieri 5 giugno, in partenariato con la rivista “We demain”, una classifica dell’inquinamento nelle 100 città più grandi d’Europa. L’associazione ha utilizzato come base i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente che raccoglie l’insieme delle misurazioni di qualità dell’aria della varie stazioni disseminate in Europa. La classifica è stata elaborata sommando il numero di giorni che, nel 2011, sono state sforate le soglie sanitarie degli agenti inquinanti: i PM10 (particelle di diametro inferiore a 10 micron), il diiossido di azoto e l’ozono. Tra i maggiori agenti nocivi all’aria che respiriamo, questi tre inquinanti pericolosi per la salute, possono provocare turbe respiratorie, malattie cardiovascolari, cancro al polmone e, di conseguenza, delle morti precoci.
La classifica che si può vedere nell’immagine che alleghiamo, ci invita alla prudenza. Questa classifica rispecchia delle condizioni geografiche molto differenti -città sulle alture, citta’ in delle conche…- ma anche dei sistemi di controllo della qualità dell’aria che sono molto diversi in termini di sensibilità. “La misurazione imperfetta dell’inquinamento è un segnale che l’Europa non è molto impegnata in merito”, sottolinea Sébastien Vray, presidente di Respire. La città al primo posto e’ Cluj-Napoca, nel nord-ovest della Romania. Ma, precisa l’associazione, questa citta’ di 324.000 abitanti ha solo due stazioni di rilevamento, che non misurano i particolati fini, mentre Berlino ha una rete di 48 stazioni e si piazza solo al 65mo posto. Fatta questa precisazione, la classifica mostra che i due terzi delle più grandi città europee sforano regolarmente, più di 35 volte ogni anno, i limiti regolamentari. Secondo un rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente, nove cittadini dell’Unione Europea su dieci respirano almeno un inquinante atmosferico tra i più nocivi, a livelli tali che l’Organizzazione Mondiale della Sanità reputa pericolosi per la salute. Con il 30% di parco macchine a gasolio, nessuna città italiana figura tra le prime 40 città, mentre tre si classificano tra le ultime 11: Roma (89), Torino (91) e Milano (98) (per la città di Napoli, che è all’83mo posto, i dati utilizzati sono quelli del 2010, poichè quelli del 2011 non ci sono…). Anche in Francia, dove il diesel viene usato dal 70% dei veicoli, nessuna città è tra le prime 40. In Regno Unito, con un parco diesel inferiore al 25%, sei cttà sono invece tra le prime 10 e nessuna tra le ultime 10. A est, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia pagano soprattutto per la loro dipendenza dal carbone. Solo la città di Gdansk (35) è tra le prime 50. In linea generale, tra le città che si classificano meglio, si trovano quelle che praticano una politica dissuasiva della circolazione delle auto private, e sviluppano una politica di mobilita’ dolce. Le città pilota del movimento “Slow Cities” -movimento nato nel 1999 e che ha come scopo la promozione di ritmi lenti nella circolazione- sono ben posizionate: Edimburgo (2), Bristol (2) [Regno Unito], Bonn (10) [Germania], Rotterdam (21) [Paesi Bassi], Valencia (20) [Spagna], Malmo (25) e Goteborg (26) [Svezia].