Caro sindaco, il suo stipendio è di tutti!

Caro direttore,
vorrei intervenire, se mi è concesso, da comune cittadino rispetto alla promessa fatta dal prof. Renato Accorinti, durante la campagna elettorale dello scorso anno, riguardo la rinuncia parziale dello stipendio percepito per la carica di sindaco. Una promessa che il sindaco ha fatto di sua spontanea volontà e senza costrizione alcuna e di cui, come è giusto che sia, i cittadini chiedono conto soprattutto per una questione di correttezza e trasparenza.
Vorrei allora, in tal senso, porre qualche domanda al fine di dissipare i dubbi che offuscano la mia povera mente: per quale motivo Lei, caro sindaco si adira quando le viene chiesto conto della modalità e della destinazione che avranno gli euro che a fine mandato devolverà non si sa bene a quale struttura, ente o associazione? Sono o non soldi dei contribuenti messinesi quelli che Lei percepisce mensilmente, soldi che costano fatica e sacrificio, e allora perché se uno Le chiede conto della loro destinazione deve sentirsi dire che “se dubita, porta il male dentro”? Ci può spiegare, caro sindaco, qual è la differenza sostanziale tra i sindaci che l’hanno preceduta – che hanno intascato per intero le somme percepite per la carica ricoperta – e lei che percepirà comunque tutto lo stipendio da sindaco salvo poi destinarne una quota parte a chi secondo Lei, privato cittadino, è degno di ricevere la somma?
Caro sindaco, a rigor di logica, se un politico decide di rinunciare a una parte del proprio stipendio lo fa per il bene dell’intera collettività e non solo per quello di una ristretta cerchia di possibili pretendenti. Correttezza avrebbe voluto che Lei chiedesse sin dall’inizio la decurtazione dello stipendio e che i risparmi ottenuti rimanessero a disposizione del bilancio comunale per i bisogni e le esigenze dell’intera collettività. Stando così le cose la Sua, caro sindaco, ci sembra tanto la scelta di un “uomo pubblico” che decide con metodi da “privato cittadino” a chi destinare i soldi della collettività. Evidentemente Lei è convinto che la Sua idea di bene sia coincidente con l’idea di bene dell’intero universo-mondo.

Nicola Currò