Il male quotidiano: accorpamento dell’Autorità Portuale di Messina con Palermo

di Fernando Rizzo

Qualche settimana addietro pubblicai un post su FB, in aggiunta a due articoli pubblicati sulla Gazzetta del Sud in cui davo l’allarme circa il possibile accorpamento dell’Autorità Portuale di Messina con Palermo, con conseguente perdita di ben 86 milioni di utili immediatamente spendibili con conseguente minaccia alla indipendenza economica ed allo sviluppo della nostra città e del porto. Intervenne l’on. Vincenzo Garofalo, bacchettandomi quale fonte di demenze e sostenendo che non esisteva alcun progetto in tal senso e nessuna legge per l’accorpamento delle Autorità Portuali. A pagina 2 de La Repubblica di ieri il ministro Lupi intervistato, rispondeva che il suo ministero sta lavorando per la razionalizzazione delle Autorità Portuali (in atto 24 che, aggiungo io dovrebbero essere ridotte a 8 o 10 o 15) in tutto, oltre all’accorpamento di Aci e Motorizzazione Civile. Questo significa addio alla possibilità non solo di mantenere il personale, ma soprattutto di avere autonomia di spesa a favore delle aree portuali, non escluse la fiera di Messina con la concentrazione di tutte le attività commerciali sui porti di Palermo, Termini Imerese, Augusta, Catania. E con buona pace del demenzaio della Città Metropolitana dello Stretto. Oggi La Gazzetta del Sud, troppo impegnata ormai con i "Sì Isola, No Ponte, Sì Fame, No Munnizza", riprende l’articolo di ieri de La Repubblica con il grido di dolore per la possibile perdita dell’Autorità Portuale. A dimostrazione del bassume messinese, cioè di chi sale sempre sul carro del più forte, si chiami Genovese, D’Alia etc. il post di Vincenzo Garofalo contro di me, ebbe svariate decine di "mi piace". La maggior parte di fedelissimi che neanche sapevano di cosa si parlava.