Radio Zanca: è il silenzio che aiuta la cattiva politica

di Roberto Gugliotta

Sono profondamente colpito. La cronaca locale, in questi giorni, è un fiume in piena… ma resto profondamente colpito da tanta indignazione. E’ un bene che i cittadini aprano gli occhi ma attenzione ai falsi profeti sono peggio del cattivo che si vuole abbattere. Su Fb la gente riversa sul piatto tutto quello che gli si vorrebbe suggerire: la criminalità, lo Stato, la precarietà del lavoro. La politica? Bella quella, in Sicilia c’è un vero partito trasversale dei presunti onesti e dunque la valutazione va fatta sull’onestà dei singoli e non sulla bandiera politica. Per arginare questo degrado, sempre più evidente e drammatico ormai da molti anni, non si è fatto assolutamente niente. Anni caldi, misure tampone scoordinate e contraddittorie, improvvise grida di allarme seguite da lunghi periodi di silenzio e di inerzia. E nel frattempo lo scatenarsi degli interessi, la collusione tra inerzia pubblica e privati appetiti, il corrompimento amministrativo, la paralisi dei pubblici servizi. Prima c’era una sorta di leggenda messinese, quella per cui dove comandavano le famiglie importanti non succedeva nulla… perché c’era il Sistema che controllava. Era una maschera, perché quando i poteri e i clan alla fine cadono, ecco che si sparge la violenza sotto forma di vendetta giudiziaria. Io, per fortuna c’ho la dignità si dovrebbe chiosare dopo ogni celebrazione istituzionale con un pizzico di estrema provocazione verso il Sistema. Se domani mattina non esiste più la politica cara a Francantonio Genovese, tanto per fare nomi e cognomi, in che città ci risvegliamo? Quello dei contratti a progetto? Delle pensioni che non ci sono più? Degli affitti ultra-cari nel centro cittadino? Se domani ci svegliamo in un territorio tirrenico dove c’è assenza di criminalità, non ci ritroviamo in uno luogo perfetto, che protegge i giovani e la maternità. A volte viene veramente da chiedersi chi è più negativo. Il punto è riscoprire dunque la convenienza di essere liberi da pregiudizi e dai falsi paladini che si nutrono solo di slogan mentre sotto sotto razzolano male. Sì, sono profondamente colpito dal silenzio dei buoni. Fermo restando che in una società civile ti dovrei denunciare ipse facto, per una questione di civiltà e dignità nella nostra Sicilia dobbiamo invece arrivare all’incentivo… Che personaggi sinistri popolano la nostra terra sono gli stessi professionisti dell’antimafia che sottilmente uccidono i sogni della gente. È la non speranza del domani. La magistratura fa sempre il suo corso ma mi risulta difficile credere che… si scopre tutto di tutti e non si facciano passi avanti su esecutori e mandante dell’omicidio del professor Matteo Bottari. Se la Legge non mi dice che è conveniente essere onesti, questa Giustizia di chi è? Del caso Messina targato 1998 bisogna parlarne e parlarne tanto, invece di parlare delle magliette del sindaco Accorinti. C’è una parte di Università che muore: la classe politica si occupa troppo poco di queste questioni. Essa è impegnata fino al collo nella disputa sul potere, nella conquista e nella gestione del potere. Si incrociano messaggi sibillini, minacce quasi-mafiose; gli intrighi si contrappongono, i coltelli si affilano, si distillano sapientissimi veleni. E si consumano vendette. Per ottenere che cosa? Il potere. Per farne che cosa? Perpetuarlo e accrescerlo. Perché la provincia di Messina fa gola. Ebbene, non è questo che interessa la gente. La gente vuole soltanto libertà, solidarietà, vita pulita, riconoscimento dei talenti, difesa dei deboli, regole chiare e garantite. La gente vorrebbe un po’ di felicità. Sono profondamente colpito dalla voglia di legalità: è il silenzio che aiuta la cattiva politica. Però se non riflettete su buoni e cattivi sarete solo gli utili idioti che fanno il gioco del Sistema. Qui abbiamo a che fare con la libertà di espressione e quella di mettere allo scoperto gente che affama e violenta e ammazza un territorio e la sua gente. Abbiamo a che fare con un potere di una portata devastante. La gente non se ne rende conto; c’è un vero partito trasversale dei furbi, i quali hanno capito che il margine della discussione politica non esiste. Esistono battaglie fra finti onesti e malfattori. Ci sarà da prenotare un posto in prima fila per il primo faccia a faccia elettorale post Francantonio Genovese. Per tutti gli altri, siamo già in overdose da salotti televisivi. Ma è quasi un peccato che la campagna rivoluzionaria elettorale duri solo un paio di mesi scarsi e non un mezzo anno buono. A voler essere cinici, ci sarebbe da divertirsi assai.