Policlinico dei miracoli

Questo nuovo corso del SISTEMA Messina ci fa venire in testa qualche volta dei cattivi pensieri. Accade in genere il giorno dopo della solita conferenza celebrativa: quando pubblicano la catechesi che il “personaggio” di turno ha tenuto il giorno prima in Rettorato o al Comune. Quasi fosse il Santo Padre che parla dei miracoli. Ora con il massimo rispetto che si porta all’Istituzione non si può pensare che il cittadino sia così fesso, quasi che tutto fosse una sorta di dogma, del genere dei cosiddetti “segni che rivelano la potenza dall’alto”. Ed ecco il pensiero cattivo, inevitabile: ma chi li ha visti mai, i miracoli all’Università di Messina o a Palazzo Zanca? E neppure alla Regione Sicilia. No, si sono viste sempre e soltanto dei “miracoli” facilmente spiegabili con la suggestione comunicativa frutto del potere e del bisogno. Benefica anch’essa. Ma non certo miracolosa. E qui solleviamo un dubbio, uno solo: negli ultimi 2 anni l’azienda AOU Policlinico G Martino di Messina ha bandito una miriade di concorsi per borse di studio e per medici dirigenti di I livello senza darne avviso né sulla Gazzetta ufficiale italiana, né sulla Gazzetta Ufficiale Regione Sicilia (GURS) serie concorsi. Qualcuno in questi anni di inchieste sull’Ateneo, parafrasando il socialista Pietro Nenni, sosteneva che professori universitari non si diventa: si nasce! Intendiamoci: è probabile che questi geni si tramandano da padre in figlio, da marito in moglie, ma a occhio e croce, la spiegazione da sola non basta a giustificare spesso l’ingiustificabile. La cultura, la medicina, la scienza in genere non è solo un cognome importante: prevede esami scritti e orali ma soprattutto rispetto delle norme e trasparenza affinché a tutti siano garantite le stesse possibilità. Invece, questo modus operandi non solo viola ogni regolamento e legge sulla trasparenza e sulla pubblicità dei concorsi pubblici in barba alla tanto sbandierata trasparenza dell’attuale governo regionale, ma spiana la strada a molteplici ricorsi, querele e denunce con inevitabili ripercussione sull’opinione pubblica e sulla casse della struttura sanitaria o della Regione che dovrà poi risarcire i ricorrenti. Ma soprattutto tale comportamento distrugge la sana concorrenza, quella concorrenza che dovrebbe far si che tali posti vengano occupati dai migliori e non dai soliti informati locali. Difatti tale azione appare irrispettosa per quella moltitudine di giovani medici, anche molto preparati ma poco “supportati”, che dovendo emigrare verso le strutture del Nord per trovare una sistemazione lavorativa non vengono informati sui concorsi locali e vedono sfumare la possibilità di rientrare sul proprio territorio. La sola pubblicazione sul sito web, non solo è illegale, ma associata alla repentina scadenza nei 15 giorni dalla pubblicazione limita notevolmente la partecipazione di massa e consente la partecipazione ai soliti noti. Questo potrebbe portare chiunque a pensare che ciò venga fatto al fine di poter gestire localmente e per un proprio tornaconto i fondi destinati alla ricerca e non solo. Ma per capire che ciò sia illegale non serve la giurisprudenza, ma basta un po’ di senso logico. Può mai essere razionale che un medico in cerca di lavoro debba connettersi giornalmente ai siti web di ogni singola struttura d’Italia per essere informato sui concorsi? E difatti non è cosi. Questo succede solo a Messina. Inoltre basti pensare che le strutture di Catania, Palermo e di tutta la restante Sicilia pubblicano ogni singolo bando per borsa di studio o per graduatorie per supplenze sull’organo ufficiale così come previsto dalla legge. Questa irregolarità viene mascherata dalla urgenza della struttura richiedente e dalla circolare assessoriale 23509 del 11-08-10. A tal proposito vi è da dire che non si capisce come mai siano tutti i bandi urgenti (circa 150) e come venga interpretata la circolare dell’assessore alla sanità in questione. La circolare non dice di pubblicare solo sul sito ma, rimanendo gli obblighi previsti dalla legge (e quindi la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale), invita le strutture sanitarie a pubblicare sul sito non solo il bando, ma tutti i documenti relativi alla procedura concorsuale come verbali e graduatorie (possibile che a Catania e Palermo lo comprendano e a Messina no?). Infine una domanda sorge spontanea. Ma a un Policlinico, in cui manca dall’acqua sino al sale, può mai spendere tutti questi soldi in centinaia di borse di studio? (basta controllare il sito al seguente indirizzo http://www.polime.it/concorsi In particolare in alcuni cocopro si arriva a finanziare 240.000 euro! E no, non ci siamo.