Associazioni messinesi per la città metropolitana

A Messina, le associazioni Circolo di cultura Enzo Messina, Comitato pendolari dello stretto, Dimensioni trasporti, Fondazione Nuovo Mezzogiorno, L’altra città, Libertà e Giustizia, Officina delle idee con voce forte e unanime, fanno propria e sottoscrivono la sollecitazione preoccupata che Rosario Ansaldo Patti rivolge all’Assemblea Regionale, affinché, con seria responsabilità politica, sappia dare riscontro legislativo alle istanze ben documentate inerenti al progetto istitutivo delle tre città metropolitane in Sicilia. A chiederci di andare in questo senso non è solo l’opportunità, che può giungere da questa decisione, per il reperimento di notevoli risorse utili al rilancio dell’economia isolana, ma anche la consapevolezza che le politiche locali debbono interagire con le linee di sviluppo nazionali ed europee. Per andare in tal senso è necessario superare le arretratezze geopolitica, amministrativa e culturale. E ciò obbliga alla istituzione delle città metropolitane.
Insieme, allora, noi tutti invitiamo l’Istituzione Regionale ad avere fiducia nel cambiamento che altre regioni hanno già promosso, approvando la costituzione delle città metropolitane.
Fiduciosi attendiamo, certi che si supereranno tanto le paure, quanto il bieco interesse di una minoranza di mestieranti politici, che mortifica la dignità della politica, e l’oggi e il domani della nostra terra (F. Barbalace, L. Beninati, G. Furnari, P. Interdonato, F. Puglisi, C. Sartori)

Riteniamo di essere abilitati, come Lega Siciliana delle Autonomie Locali, ad esprimere il nostro pensiero sulla importante questione delle “città metropolitane”.
Abbiamo scritto e organizzato convegni quando in pochi sapevano cosa fossero le città metropolitane (vedi legge regionale n. 9/86) e cosa fosse il progetto di “area integrata dello Stretto” adesso definita con nomi diversi (area metropolitana dello Stretto, città metropolitana dello Stretto), con ciò volendo intendere che il braccio di mare che divide Messina da Reggio e da Villa, e quindi la Sicilia dalla Calabria, è da considerare un solido esempio di continuità territoriale e dunque di possibilità, con i dovuti interventi istituzionali ed economici, di mettere insieme non due debolezze ma due possibili risorse.
Non condividiamo che la Regione Siciliana, occupata e preoccupata di eliminare le province e di istituire i liberi consorzi (fatto anch’esso importante), si dimentichi di questo aspetto che già è stato valutato e formalizzato a livello nazionale e che rischia di eliminare come città metropolitane Palermo, Catania e Messina, quest’ultima con le sue peculiarità importanti dal punto di vista economico e di possibili ipotesi di sviluppo. Noi contrastiamo il metodo di chi vuole ancora una volta e di più marginalizzare Messina e l’area dello Stretto. L’istituzione di queste realtà amministrative permette anche di ottenere risorse economiche dedicate ad investimenti per le infrastrutture nel territorio con chiari vantaggi per cittadini e sistema produttivo.
Noi crediamo che, istituite le città metropolitane in Sicilia e la città metropolitana di Messina, si possa procedere ad ulteriori ragionamenti che riguardano l’istituzione dell’area metropolitana dello Stretto o, diciamo meglio, dell’area integrata dello Stretto. Il fatto che quest’area sia individuata come area importante a livello internazionale insieme con altre analoghe aree di altri Paesi deve costringere tutti a riflettere e a decidere. Siamo convinti che le organizzazioni sindacali e sociali messinesi e anche il Sindaco Accorinti con la sua giunta siano d’accordo su questa impostazione. Però riteniamo che sia necessario “vedere i fatti”, spingere la Regione e il governo Crocetta a fare ciò che è nei suoi compiti e nelle sue competenze e che sia altresì necessario evitare di disperdersi nella organizzazione di “tavoli” romani e palermitani che, a nostro avviso, lasciano alla fine il tempo che trovano.
Siamo perché si decida rapidamente e perché ci sia la spinta necessaria di una grande assise messinese guidata dal Sindaco e dal commissario straordinario della Provincia che faccia ordine sulle varie ipotesi e che veda la partecipazione degli organismi politici sindacali e datoriali.

Rosario Ansaldo Patti