Casse sempre più magre e diritti negati: urge un fondo per le transazioni giudiziali e stragiudiziali

I sottoscritti consiglieri Alessandro Cacciotto (Terza Circoscrizione) e Libero Gioveni (Consiglio Comunale), inoltrano la presente al fine di significare quanto segue. Il Comune di Messina, com’è noto, attraversa un momento storico difficilissimo dal punto di vista economico e si spera vivamente che la città possa aggrapparsi al barlume di speranza rappresentato dal prossimo piano di riequilibrio. Sicuramente, ad aver contribuito al “disagio economico”, i fondi statali che in buona parte sono stati “tagliati” e compressi, nonché il carrozzone delle partecipate, le spese un po’ “leggerine” e tanto ancora che, solo per economia espositiva, ci si limita a non elencare.
In questa sede però, è oltremodo opportuno quanto necessario per varie ragioni, affrontare il tema del “contenzioso” che, trova come protagonista ed in particolare come parte convenuta il Comune di Messina. E’ pacifico che giornalmente, vengono recapitate a Palazzo Zanca, decine e decine di lettere di messa in mora che hanno come oggetto richieste di risarcimento danni.
Adesso, senza voler minimamente scendere nei dettagli del contenzioso di Palazzo Zanca, non si può non tenere però conto della relazione 2012 dell’Avvocatura del Comune di Messina che in data 04.04.2013 ha fotografato il numero dei contenziosi in circa 1400 cause; la percentuale di soccombenza nei giudizi è di circa il 50%. Un numero di contenziosi elevatissimo e al quale corrisponde assai spesso una mancata soddisfazione del diritto da parte del cittadino, almeno in termini ragionevoli, ed un “appesantimento” delle spese per Palazzo Zanca. Manca assolutamente la fase stragiudiziale della controversia e ciò, non sicuramente per “incapacità” dell’Ufficio Legale quanto piuttosto per l’assenza di risorse, manca una fase di bonario componimento giudiziale e ciò per lo stesso motivo. Chi intende far valere un proprio diritto contro il Comune, sa insomma che deve rivolgersi ad un Giudice anche quando la responsabilità in capo all’Amministrazione Comunale è pacifica. Ciò, come detto poc’anzi, è devastante per tutti: a) il cittadino per avere la tutela del proprio pacifico diritto deve rivolgersi all’Autorità Giudiziaria; b) assai spesso è necessario, nonostante il riconoscimento del diritto, avviare procedure esecutive; c) solo e soltanto nel tempo il cittadino (e il rispettivo legale) avranno un ristoro economico; d) il Comune, per la mancata politica stragiudiziale, sarà costretto a sborsare una somma nettamente maggiore rispetto a quella che sarebbe potuta bastare con una fase stragiudiziale. Ovviamente è diritto del Comune di Messina resistere in giudizio, ma è altrettanto doveroso per una buona amministrazione che non si aggravi ulteriormente una situazione economica già delirante. Per questo, gli odierni scriventi chiedono alle SS. LL. in indirizzo, ciascuna per la parte di propria competenza, di attivarsi per destinare, come già suggerito dall’Avvocatura Comunale, una somma congrua (anche €. 150.000,00 o €. 200.000,00) in bilancio per l’attività transattiva del contenzioso di modesta entità (entro €. 1.000,00), da utilizzare esclusivamente per le transazioni giudiziali e stragiudiziali. Sarebbe ciò, non un dispendio economico, quanto piuttosto un politica di razionalizzazione delle risorse e di risposte ai cittadini, anche perché l’aggravio di spese per mancata attività stragiudiziale, grava oltremodo sulle spalle degli stessi cittadini, sia in termini di tasse che di mancati servizi.