RADIO ZANCA: LA MASSONERIA NON MI FA PAURA. I POTERI FORTI, Sì!

di Roberto Gugliotta

Già dialogo, dopo le contumelie. Renato Accorinti sindaco di Messina e il Grande Oriente d’Italia ragionano insieme di passato e futuro prossimo. Messina non è Lourdes, ma è lì che la massoneria si aspetta il miracolo. Quello di resuscitare una battaglia stanca, di rianimare le truppe in rotta delle riforme ma anche dei progetti, di ridare corpo e voce a un movimento di idee. Alla vigilia della rivoluzione, più formalmente, di storia e politica comuni. Accorinti, in merito alla domanda di un incontro avanzata dal presidente del collegio dei maestri venerabili delle logge di Messina del Grande Oriente d’Italia, Luigi Raffa, ha evidenziato che, "non ha alcuna difficoltà a confrontarmi con chiunque, indipendentemente da fedi, appartenenze e convinzioni". L’attimo fuggente del sindaco rivoluzionario sembra vicino a bruciarsi come uno spot. Perché di questa strana guerriglia a colpi di comunicati ne avrebbero fatto tutti a meno. Massoni compresi e non si comprende il motivo di insistere: tanto Accorinti con loro parla già da tempo, magari neppure lo sa. E la polemica giova solo a spargere fumo mentre i poteri forti, quelli veramente forti, decidono per lui, per noi, per la comunità. Niente è come appare. Neppure la rivoluzione dal basso. Neppure questa polemica sindaco – massoneria. La città deve andare oltre le appartenenze e guardare negli occhi i propri amministratori. La situazione più diffusa, comunque, è la trasformazione delle cosiddette battaglie totali in cambiamenti soft, con la ripresa della normalità mentre il sindaco rivoluzionario mantiene il vessillo: un gioco e nulla più. Accorinti ha bisogno dei massoni per dare fiato alle sue trombe e i poteri forti hanno bisogno di Accorinti per alzare una cortina fumogena sui loro progetti. La massoneria serve a entrambi per dare in pasto all’opinione pubblica un colpevole, una nemico da combattere. I poteri forti in questa città esistono ma non sono quelli che qualcuno ci indica, bensì altri. E quindi perché continuare con questa farsa? Non c’è niente di male nel dialogare, purché lo si faccia nell’interesse dei messinesi. Perché questa rigidità del sindaco? A me sembra questa l’occasione per una riscoperta della politica in un momento politico in cui tutti cercano spazi autonomi di movimento. Persino all’interno del movimento Cambiamo Messina dal basso: oggi Accorinti deve fare i conti con le divisioni laceranti tra le anime, più oltranziste contro gli sponsor, e quelle scientifiche, più disposte a mediare persino con quei Baroni universitari che solo ieri erano colpevoli di aver portato l’Ateneo sotto i riflettori mediatici per fatti gravi. Miracolo? Possibile invece. Progetti, analisi, revisioni critiche s’intrecciano così con le ambizioni e le aspettative personali che potranno realizzarli. Messina è sotto assedio, la gente ha paura di essere diventata povera e senza speranze, i giovani sono depressi e in piena crisi esistenziale e Accorinti che fa? Litiga con la massoneria invece di ricercare quantomeno un nuovo clima politico. Basta sospetti. Al padrone di casa, a Renato No Ponte, il compito di costruire la cornice storico-politica del ritrovato dialogo, in una comune area laica, con la trasparenza sempre in vista. Purtroppo anche i rivoluzionari perfettamente democratici possono avere programmi e politiche totalmente sbagliati. Perché l’unica cosa che non posso tollerare è l’intolleranza, per dirla come il nostro sindaco. Però una cosa sono gli spot e altro è la quotidianità. Capire dove passa il nostro muro di Berlino, monumento delle nostre libertà, informazione compresa.