Radio Zanca: Tares Sì, Tares No?

di Roberto Gugliotta

Tares Sì, Tares No? Interrogativo quotidiano del cittadino. A cui aggiungere gioco forza: siamo rivoluzionari di serie A, di serie B o di serie C? Ce lo chiediamo sempre, non sappiamo rispondere mai. Invero, la risposta è terribilmente difficile. Non risponde neppure il sindaco Accorinti magari per via dell’incertezza degli indicatori da adottare. Tares Sì, Tares No? Fanno presto i pessimisti a dire: sprofondiamo verso il fallimento. Magari falliti già lo siamo nei sogni e nelle idee. Tares Sì, Tares No? Fanno presto loro: prendono le cifre – dell’inflazione, del pubblico disavanzo – e proclamano: abbiamo ragione noi. Troppo comodo. Il “Comitato 12 gennaio” ritiene insufficiente la misura che l’amministrazione comunale intende adottare in riferimento alla TARES. Posticipare la seconda e la terza rata, non risolve i problemi sollevati dai cittadini riguardo agli errori nei conteggi delle superfici abitative e del numero dei componenti dei nuclei familiari. Sbagli che non possono essere sanati, come riferito dagli uffici comunali ai cittadini che hanno chiesto chiarimenti. E’ impensabile che i defunti debbano pagare la TARES per errori imputabili solo all’amministrazione. Il “Comitato” non accetta palliativi dalla giunta perché la TARES così com’è stata proposta è una tassa ingiusta, viziata da troppi errori presenti nel regolamento. Si ribadisce che i messinesi intendono pagare a condizione che la tassa sui rifiuti sia giusta. Tares Sì, Tares No? Il vice sindaco facente funzioni di sindaco – Guido Signorino -: prima pagare, poi protestare! Ecco il Comitato 12 gennaio non ha fatto i conti con gli ottimisti, il professore facente funzioni di sindaco è uno di questi: un grande ottimista, basta vederlo in fotografia per bollarlo come tale. Però, aldilà della sua qualità eccelsa di economista, è uno di quelli che da ottimista i conti – con le cifre – non ama farli. Gli ottimisti usano altri indicatori. Osservano che il sole è sempre lì a rallegrarci, la temperatura è mite, l’allegria è diffusa e soprattutto non c’è l’odiato Ponte a oscurarci lo spettacolo. Ergo: siamo sempre uno dei primi luoghi più scartati dalle Istituzioni al mondo. E non è sempre colpa – questo sì – della Tares. Anche perché chi evade le tasse contribuisce all’aumento del debito di Palazzo Zanca. D’accordo, un punto per la Tares ma coloro che hanno amministrato (male) e continuano ad amministrare (male) il Municipio di quali colpe devono rispondere? Non viene mai in mente agli ottimisti come Signorino che la nostra potrebbe essere una lunga agonia verso la morte per mancanza di spiccioli? Ma bisogna comprenderli. Sono tutti figli del nostro Ateneo, luogo notoriamente in cui il merito eccelle, mai un dettaglio fuori posto, mai una carta per terra. Sono i primi a essere in regola con il Fisco: perché mai questo pessimismo cosmico? La Giunta Accorinti è benedetta dalla culla del sapere, state zitti e pagate la Tares. Ecco il punto: i rivoluzionari operano anche altrove. Potremo invitarli domani a scendere in piazza per un grande raduno cittadino, fianco a fianco con quanti soffrono la fame nonostante l’ottimismo dell’economista Signorino. In marcia per tutelare i poveri e i commercianti tartassati. Tutti insieme appassionatamente, Accorinti, Signorino, Ialacqua, la Panarello e il folcloristico codazzo… e poi il sindacato, le fasce deboli, i poteri forti, sarebbe una marcia indimenticabile: tutti contro tutti, come piace a noi messinesi. Che dite, funzionerà? L’hanno battezzata Rivoluzione dal basso: mamma mia che noia. Qui non succede niente, qui si muore di Tares!