MESSINA & POLITICA: Quanta demagogia e impreparazione sulla violenza di genere!

Il Consiglio Comunale di Messina si dimostra alquanto anomalo: dal un lato boccia (con la sola eccezione dei consiglieri di CmdB, pur avendo avuto il parere favorevole della III Commissione consiliare) la delibera “posto occupato”, con la quale avrebbe dovuto aderire all’iniziativa di Maria Andaloro ponendosi in linea con i Comuni di Barcellona, Letojanni, Sant’Alessio, Villafranca Tirrena e Milazzo in provincia, dall’altro propone soluzioni che denotano superficialità e impreparazione e ben lontane da quelle adottate da altri Comuni, soprattutto dalla linea già tracciata a livello nazionale e sovranazionale in materia di contrasto alla violenza di genere.

Sarebbe bastato dare una lettura attenta della Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia pochi mesi fa, per farsi un’idea di quali siano i mezzi di contrasto alla violenza di genere.
Il femminicidio, o come propone la Presidente della Camera Laura Boldrini, il DONNICIDIO (tanto per eliminare la parola femmina che più si addice al genere animale che a quello umano) infatti, altro non è che la punta dell’iceberg del più vasto ed endemico fenomeno della violenza di genere che, secondo i dati ISTAT, conta 6 milioni di donne vittime di violenza (fisica, psicologica, sessuale ed economica).

Alcune consigliere comunali della IX Commissione consiliare propongono di attivare un segretariato sociale, presso le sedi di quartiere, che di fatto si trasformerebbero in punto di ascolto per le donne vittime di violenza e vedrebbe le consigliere diventare “operatrici all’ascolto”. Questa misura è inadeguata sotto molti profili e non aiuta le donne vittime di violenza. Le donne vittime di violenza hanno bisogno di essere seguite ed accompagnate nel loro percorso di uscita dalla violenza da persone preparate e formate in tal senso. L’ascolto di una donna vittima di violenza non è cosa facile, né per la donna che parla né per l’operatrice. Non a caso i centri antiviolenza si avvalgono di più figure professionali: operatrici all’ascolto, psicologhe, assistenti sociali ed avvocate. E tutto questo proprio perché l’unico modo per aiutare una donna vittima di violenza è fornire un sostegno a 360°. In poche parole, l’unico modo per aiutare le donne vittime di violenza è sostenere i centri antiviolenza. Non è un caso che l’ANCI abbia firmato un protocollo d’intesa con D.i.r.e. (Associazione nazionale dei centri antiviolenza)

La seconda misura proposta non è meno demagogica: si propongono assemblee popolari nelle scuole sul tema del femminicidio. Il contrasto alla violenza di genere sotto il profilo culturale non si attua con una semplice assemblea popolare, ma con un progetto strutturato per le scuole, che coinvolga insegnanti, genitori, alunni e studenti che possano fare riferimento ad esperti dei centri antiviolenza.

Il gruppo “Pari Opportunità” di Cambiamo Messina dal Basso sta lavorando proprio su questo, prendendo spunto da Comuni che già da anni hanno dato vita a progetti di questo tipo.
Non si tratta di corsi sul femminicidio, ma la formazione a una cultura di parità e rispetto fra i generi che tende all’eliminazione degli stereotipi di genere.

In conclusione gruppo “Pari opportunità” di Cambiamo Messina dal Basso rigetta queste posizioni e propone al Sindaco Renato Accorinti e alla Giunta:
– di istituire posto occupato ogni qual volta la giunta si riunisce, dalle riunioni alle conferenze stampa;
– di mettere in rete i centri antiviolenza e i professionisti che si occupano del fenomeno, offrendo in collaborazione con le Circoscrizioni, spazi di incontri nei vari quartieri;
– di ottenere un “bene requisito alla mafia” per farne una casa per le donne costrette a vivere in stato di protezione, per sfuggire alla violenza.

Gruppo Pari Opportunità – Cambiamo Messina dal basso