Richietsta tavolo tecnico su emergenza abitativa

Dopo il sit-in di fronte la Prefettura dell’11 novembre sentiamo l’urgenza di discutere della questione abitativa con tutte le parti interessate, al fine di trovare delle soluzioni concordate che mettano in moto una serie di misure strutturali, non più emergenziali, che prescindano dalla graduatoria. Di fronte ad un quadro drammatico che investe la nostra città non possiamo più stare a guardare o aspettare la provvidenza. La crisi economica e le misure recessive dei Governi, hanno di fatto prodotto più disoccupazione, precarietà e famiglie senza reddito, soprattutto a Messina dove la percentuale dei “senza lavoro” al livello provinciale si attestava già nel 2010 a 13.5 % contro la media nazionale del 8,4%, nel 2012 invece il tasso di mancata partecipazione al lavoro, secondo i dati Istat, si attesta al 34,6%, ben 14 punti in più rispetto alla media nazionale. Dati testardi che ci mettono di fronte ad una realtà che va combattuta, mettendo a disposizione le nostre intelligenze per trovare soluzioni inclusive. Chi perde il lavoro spesso perde anche la casa: una cinica consequenzialità che rischia di avere effetti sociali devastanti per tante famiglie che nel silenzio e a volte nella solitudine subiscono sfratti e pignoramenti. Ma non ci sono solo i cosiddetti “senza lavoro” a rimanere per la strada, ci sono anche le centinaia di sfollati che hanno perso la loro abitazione nella tragedia dell’
alluvione del 2009 che ha investito i paesi della zona sud del messinese e che adesso dopo quattro anni di “attesa risposte” rischiano lo sfratto perché il Comune non paga più gli affitti degli alloggi temporanei d’emergenza. Come organizzazione sindacale degli inquilini siamo stati promotori di alcune iniziative volte a sensibilizzare le istituzioni sulla questione abitativa, e abbiamo preso atto delle risposte che ci sono state date, alcune apprezzabili altre un po’ meno. Abbiamo proposto all’Amministrazione un programma con interventi strutturali, come il censimento degli alloggi sfitti privati e di proprietà comunale, la riconversione delle aree militari ad abitazioni sociali, la requisizione temporanea degli alloggi sfitti a chi ha più di tre alloggi e intercettare fondi europei e regionali per l’edilizia residenziale pubblica (la regione Sicilia ha una dote di 271,6 mln di euro). Tali proposte sono state accolte positivamente dall’assessore alle politiche sociali Nino Mantineo in occasione della giornata “Sfratti Zero” del 31 ottobre. Lo stesso assessore è stato promotore di una richiesta di blocco sfratti al Prefetto di Messina Trotta, richiesta che abbiamo fatto anche noi all’incontro con il viceprefetto a seguito del sit-in dell’11 novembre. Ci è stato detto che il blocco degli sfratti non rientra nelle normative giuridiche (sic), anche se è stato attuato in altre città pure temporaneamente, tuttavia c’è stata un’apertura per attuare le”commissioni di graduazione sfratto” previste dal comma 5 dell’art. 6 del decreto IMU, salvo l’espletarsi di alcune condizioni come l’alta tensione abitativa, tra l’altro condizione già riconosciuta dalla delibera cipe n.87 del 13/11/2003. L’articolo in questione stabilisce la possibilità da parte delle prefetture di servirsi della graduazione dell’utilizzo della forza pubblica in caso di sfratto seguito da un percorso di accompagnamento sociale da parte del comune, che assicurerà un alloggio alternativo.
Affinché questi impegni non rimangano solo nelle buone intenzioni, sentiamo la necessità di mettere nero su bianco un vero e proprio Piano per la Casa nella città di Messina, per questo richiediamo alla Giunta di convocare un tavolo in tempi celeri, entro una settimana dalla data di ricevimento di questo comunicato, che comprenda la presenza del Sindaco, delle parti sociali, degli assessorati competenti, del presidente Iacp, del Dipartimento politiche della Casa e del Prefetto per discutere e trovare delle soluzioni concordate.

Gianmarco Sposito, delegato alla rappresentanza sindacale