RADIO ZANCA: la trincea è casa nostra

Trovo molto intelligente l’idea di ricominciare a parlare di luoghi dove i messinesi si diano appuntamento per incontrarsi e parlare. Una suggestione che dovrebbe però far riflettere sul perché in città non esistano più isole culturali – sportive: quando le abbiamo abbandonate? Magari per colpa di una maldestra scuola di pensiero che vuole defunte tutte quelle realtà non benedette dal SISTEMA. Come direbbe Lucio Dalla il pensiero è come l’oceano non lo puoi bloccare… e dunque la libertà di pensiero fa paura come fa paura che le cose migliori in questa città le portino avanti gli scomunicati del SISTEMA. Mi piace scoprire che oggi tutti si dichiarino favorevoli al recupero di spazi e iniziative che rilancino il nome di Messina dopo che quello stesso nome è stato sporcato dai “signori del palazzo”: corruzione, scandali, esami truccati, rapporti con mafiosi, sacco edilizio, ecc… Sì, trovo convincente l’iniziativa della messinesità anche perché mi riporta in mente una serie di fallimenti frutto dell’imbecillità locale: è sempre più facile produrre cazzate e sempre più difficile vendere etica. Non bastano gli spazi se poi non li riempi con i contenuti – da queste parti latitano – i guai cominceranno quando dovrai portare i fatti e ti accorgerai che tanti uomini interessati a mettere in piazza i propri successi non ci sono. Pare proprio che a Messina sia sempre più facile scrivere stupidaggini, sempre più difficile raccontare la verità. No, non è questo quello che ci aspettavamo dalla società civile: li volevamo battaglieri, determinati, etici, moralmente corretti. Ma che volete farci: la virtù del buon messinese consiste nel dimenticare gli orrori e affidarsi ai somari. Perché non ancora vi soddisfa. Non vi piace la città che sarà? Sarebbe bello se qualche protagonista della vita politica – amministrativa – educativa ne prendesse nota. E’ proprio vero: ci sono tragedie senza fronte: la trincea è casa nostra.