RADIO ZANCA: La rivoluzione dal basso eclissa tutto il resto

Il colpo di freno arriva dal basso: di se stessi i valorosi rivoluzionari peloritani hanno sempre tenuto a proiettare l’immagine di rappresentanti dei deboli e delle certezze. Da intendersi in netta contrapposizione a quel mondo della chiacchiera nel quale sguazzavano i politicanti della Prima e Seconda repubblica. Ora che hanno conquistato Palazzo Zanca, però, questa consolidata presunzione di santità sta vacillando pericolosamente sotto quel diluvio di magliette colorate (spesso inutili). Neppure tre mesi e in città di Accorinti sindaco dal basso nessuno si fida più: la verità è che la situazione dell’attuale dibattito intorno alla Messina che sarà sta per finire soffocato in un corso di isteriche grida. Perfettamente inutile ricordare i fatti che hanno portato Accorinti al Comune e che poco hanno con una presa di coscienza della gente anche se il potere ha voluto farlo credere per opportunità: i fatti tendono a non interessare nessuno in un luogo dove la comunicazione è manipolata. A giustificare le porcherie istituzionali ci pensano loro con processi e assoluzioni a secondo i casi. E se proprio non ci sono uscite laterali, ecco l’alibi massoneria. Consuntivo finale, dato che navighiamo tra i debiti: zero virgola zero. E la politica, l’università, l’imprenditoria si adeguano con dichiarazioni pilotate che più che chiarire nascondono i fatti. Non interessa discutere analiticamente nel loro merito, per rilevarne carenze e magari errori, o per proporre più avanzate soluzioni. Semplicemente, non esistono. Per la messinesità da operetta conta l’immagine, anzi… la grande immagine di ciò che non c’è (e magari non ci sarà mai). La rivoluzione dal basso eclissa tutto il resto. Naturalmente, il cambio del soldatino che ubbidisce al Sistema, per funzionare, deve promettere soluzioni miracolistiche e, nello stesso tempo, svilire ogni concreta, quotidiana azione della gente senza padroni. E nella Messina di oggi proprio il crollo delle antiche posizioni, che hanno segnato questo periodo, invece di condurre a una buona politica che riqualifichi le periferie, dia modelli ai giovani (Piazza Cairoli il sabato pomeriggio popolata di bulli e personaggi devianti è l’esempio del fallimento delle Istituzioni…) lascia il campo ai più beceri populismi. Si va a caccia dei polli da spennare che spesso sono famiglie senza valori dove regna il tradimento, la bugia, la calunnia. E purtroppo va aggiunto con la complicità di chi dovrebbe gestire scuole, enti, palestre. Le ragioni di questo stato di cose sono profonde e vanno ricercate nella mancanza di sensibilità da parte delle stesse Istituzioni a cui piace il trionfo dell’indifferenza salvo poi battersi il petto quando capitano le tragedie, i fallimenti, gli scandali. Conclusione amara: non si vuole salvare nulla di quello che è modello di regole, sacrificio, sudore, merito perché altrimenti si certificherebbe la sconfitta del SISTEMA Messina dove l’improvvisazione e la raccomandazione sono il cibo quotidiano di quelle stanze chiuse dove alla dura, ma trasparente, legge del merito si preferisce quella più oscura, ma anche più comoda, del potere per il potere. D’accordo oggi il sindaco si chiama Renato Accorinti ma anche il potere ha un cuore grande e un giro sulla Vara non si nega a nessuno, specie se utile alla causa.