COGITO, ERGO, CONIO

E’ la forma mentis dei nostri amministratori messinesi che sta cambiando in modo determinante con la suddetta nomenclatura tecnico – scientifica, e la diffusione dei media che ha inciso allo snellimento di una area innovativa linguistica. Occorre fare una precisazione che ci consente di inoltrarci in un logos lungo e tormentato in continua trasformazione anzi, in continua rivoluzione. La nostra lingua messinese ha parole sorprendenti, ed esse fungono da elementi pulitivi atti a plasmare e mutare significato, in continua evoluzione, tali da arricchire il lessico burocratico con formule stereotipate. Saranno per alcuni piccoli dettagli probabilmente, non irrilevanti, ma è opportuno sottolineare come la persona influente nell’ambito della Cultura abbia propugnato questa tesi: Abbandoniamo la parola, messinesità e istradiamoci verso la messinesitudine. Non meno l’ipotesi avanzata dalla figura autorevole del Consiglio Comunale… Non facciamo castelli d’acqua, oggigiorno le sfere sociali sono diametralmente opposte, e infine la determinata coniazione di un affascinante consigliere… Nessuna certezza è granitica, tutto è volitivo, per cui serve discutere, cristallizzare i fatti. Abbagliati da questa consistenza di parole che hanno il senso di sciogliersi alla luce, non ci resta appurare che, il linguaggio contemporaneo dei nostri politici non è soltanto un’arida raccolta di elucubrazioni, bensì uno strumento politico inserito nel decreto progressivo dal basso che consente a chiunque di riaccostarsi alla vita di tutti i giorni, cambiando il corso della Storia.

Vittoria Arena