RADIO ZANCA: BEATIFICAZIONE PER LA VARA DI ACCORINTI

di Roberto Gugliotta

Che noia amici. Dover assistere a questo dibattito messinese su “Vara Accorintiana & Morale cristiana” mi procura solo tanta noia. I soliti luoghi comuni, le solite chiacchiere vuote, la solita esibizione di buonismi a due euro al chilo. Che tristezza dover leggere le giustificazioni del sindaco Renato Accorinti e del suo assessore alla cultura e alle identità, Sergio Todesco: attingono a un bagaglio zeppo di frasi fatte e sfatte rimediando un 5 in pagella in condotta! E pensare che da uno come Accorinti mi sarei aspettato altro nella gestione della Vara che di fatto è lo specchio di come le Istituzioni gestiscono Messina. Una sorta di perenne processione in cui sacro e profano camminano se non a braccetto, di comune accordo nell’arena del vaniloquio propagandistico. Tutto accade con la benedizione della Chiesa che non a caso oggi tace, non prende posizione anche se il tacere è una posizione: manca soltanto il suono delle campane, in questa Messina accorintiana, tutta dedita a una sorta di rito liberatorio dalla malapolitica, dopo il crollo di PDL e PD. Accorinti il rivoluzionario può persino permettersi il lusso di togliere il crocifisso dal Comune senza che Monsignor Calogero La Piana lo “scomunichi”. Una accorintiana dietro l’altra. Olè, fuori Peppino Buzzanca. Olè, fuori Francantonio Genovese. Olè, fuori pure Dario Caroniti. La messinesità cattolica che ieri si rivedeva in loro si è avvitata e dispersa nel ridicolo nella Vara 2013. Niente rivoluzioni, solo conferme: a guidare la processione del 15 agosto resta l’antico padrone con buona pace di tutti. Clan compresi. Per settimane abbiamo dovuto registrare interventi e proclami della politica: lo spettacolo di una Messina che di pari passo all’inchiesta giudiziaria vuole andare fino in fondo al proprio male, per estirparlo e ricominciare daccapo. Chi ha preferito tacere è stata la Chiesa magari perché distratta da una furia lotta intestina al proprio interno – vero Monsignor La Piana? – però a Messina non siamo ancora così evoluti da far scoppiare lo scandalo… anche se l’idea di scriverci un libro mi stuzzica, eccome. A me l’idea di una comunità cattolica così remissiva di fronte al male, al crimine organizzato, alla corruzione non è mai piaciuta. Una Chiesa così è inadeguata al cambiamento, non dà lezioni di morale. Che cosa aspetta Monsignor La Piana per scendere in campo? Da chi ha il compito di guidare nella fede la comunità vorremo ascoltare una durissima condanna contro la politica degli affari, il sistema delle tangenti e la mafia. Da pastore d’anime La Piana deve certo dare la possibilità a tutti della redenzione, ma, dopo aver ricordato il PENTIMENTO, la presa di distanza dal peccato. Invece anche oggi, a tre giorni dalla Vara, si continua a esibire buonismo a due euro al chilo invece di cominciare sul serio l’azione di smascheramento e di scoperta dei meccanismi perversi e delle loro cause, andando fino in fondo alle radici. Non basta infatti colpire quei delitti contro il codice penale che la cronaca porta alla ribalta, ma occorre andare più a fondo nei vizi del sistema e del costume, come i favori di qualsiasi tipo elargiti a spese del buon nome delle Istituzioni e perché no, della Chiesa stessa. Il problema è che nessuna rivoluzione ha portato al potere Renato Accorinti e dunque nessun cambiamento si può attendere, semmai delle piccole vendette umane. In pochi hanno il coraggio di dire la verità: e cioè che in questo preciso momento in città si combatte una guerra silenziosa tra potenti. Pezzi delle istituzioni impegnati in un conflitto fino al collo. Il silenzio non aiuta a fare chiarezza come le bugie.