La ‘Pupattola’ contesa tra destra e sinistra

di Vittoria Arena

Non bisogna scervellarsi per conoscere quante siano le donne a inciampare nella triste banalità del potere, poiché a stordirle è il bieco protagonismo di una forte ambizione politica, dove non servono tecniche sofisticate per influenzare l’elettore. Questa sete di potere, ultimamente vista come il conforto, l’aiuto finanziario, il panno della vela. Sembrerà strano, ma la ‘Pupattola’ aveva afferrato il senso del vivere, persuasa di fare una sorta di paradigma intellettuale del secolo, puntando al polo di destra, ma dalle oscure trame del Palazzo con varie strumentalizzazioni, pare non abbiano sortito la cosa e, sotto un manipolo di geniali registi del PD propongono la popolarità alla suddetta nel medesimo partito. L’intenzione era quella di investire nella cultura, farla a Messina, città dalla memoria storica culturale e politica di tutto rispetto, anche se balzata negli ultimi mesi alla ribalta delle cronache per lo scandalo dei famosi ‘corsi d’oro’, incentivato da strumenti informatici e multimediali che hanno reso protagoniste le ladies d’affari e le managers dell’occupazione in investimenti fasulli. Ma lei, il “trend nascente” che cambia tra il serio e il faceto, inverte e sovverte l’intreccio tra la Politica e gli Affari con l’ingresso in forza di novità condotte su un territorio di competenza partitica. A una destra e una sinistra che si rinfacciano nel consueto boomerang quotidiano di polemiche, la ‘Pupattola’ adotta il riequilibrio virtuoso tra domanda e offerta, preferendo una visione liberale e non pittoresca libertina, non più grande di una bagneruola.