RADIO ZANCA: Una dubbia paternità

Si vota, finalmente. Non c’è nella nostra vita momento di debolezza, di abbandono, di dipendenza, più assoluto dell’ingresso in una cabina elettorale. Ci chiamano allora "cittadini", però siamo affidati alle cure altrui e spesso il medico è maldestro. A Messina è spesso già una grande impresa avere la fortuna di pescare un medico di cui fidarsi, figurarsi un politico. Ci sono casi interessanti, altri meno interessanti e poi ci sono i patetici, i senza pudore. Chiunque sia stato attratto dalla politica messinese, operato, sottoposto a cure con strumenti angoscianti come le segreterie del potente di turno, sa quanto ci si senta prigionieri, sudditi, perduti, davanti alla spocchia dei baciati dalla sorte, al potere dei cosiddetti caporali di segreteria, alla freddezza delle macchine organizzative. Ci sono studi, ci sono romanzi e c’è l’esperienza umile di ognuno di noi. Il potere della cattiva politica sul cittadino è terribile, dall’antichità al Caso Messina: cure onnipotenti, morte indolore della coscienza critica hanno permesso a molti dei protagonisti di poterla fare franca. Periodicamente ci risvegliamo sconvolti dall’ultima retata eccellente, salvo poi rimettere nel cassetto fatti e crimini, per quieto vivere. Dall’omicidio del professore Matteo Bottari alla raccolta dei rifiuti, dal Policlinico miniera di farmaci e spesa sanitaria alle morti da inquinamento, la magistratura che doveva difenderci ci schiaccia. Eppure neanche quelle indagini famose ci sgomentano quanto la morte della democrazia e del poter manifestare in libertà il proprio pensiero. Perchè la democrazia ci tradisce giusto nel momento dell’abbandono e della solitudine. Si vota, finalmente: cialtroni spacciati per politici 200 euro dateli ai vostri camerieri. I cronisti che fanno la spola davanti al Palazzo di giustizia spesso raccolgono notizie amare. E lo stesso quando si recano al Comune. Come nel passato recente, la politica torna a essere luogo di spasimo, non di salvezza. E la colpa è anche di coloro che non sono capaci a controllare. Ma quando una città si sveglia desolata, come oggi Messina, quando il solo conforto viene alle famiglie degli ultimi dal Vescovo Calogero La Piana, allora il dubbio è troppo atroce per essere taciuto. E’ nostro dovere ricordare almeno la solitudine di chi non si piega, il potere della magistratura che suo malgrado diventa strumento delle vendette dei fratelloni intoccabili, l’obbligo dei controlli assoluti, metodici, senza eccezioni. In una Messina circondata da leggi e regolamenti a secondo i casi, da codici e codicilli da usare contro i nemici, da burocrazie pazzesche, si vive poi troppo spesso affidati al caso, all’incuria, all’affidarsi alla provvidenza in modo un po’ cialtrone e tanto incosciente. Non è possibile che la salvezza di una comunità venga affidata al caso, al calcolo delle percentuali. Insieme al Monsignor La Piana prima o poi arriveranno i magistrati a rompere il Sistema. Messina chiede garanzia di una qualità di vita uguale per tutti: chiede insieme giustizia per i poveri fessi e rassicurazione per noi tutti. E allora?! Bè, pensateci quando andrete a votare.