RADIO ZANCA: Vincerà Felice Calabrò e perderà MESSINA!

Le Primarie messinesi sono l’oppio dei cittadini. La perdita di credibilità della classe dirigente locale e di coesione della Messina che produce si associa a grande confusione riguardo ai possibili rimedi per salvare Palazzo Zanca dal dissesto. E per essere chiari e diretti condividiamo il pensiero del consigliere comunale di Sicilia Vera, Ivano Cantello che nel dicembre scorso si dichiarò perplesso, se non contrario su il cosiddetto decreto “Salva Messina”. E non solo perché i veri responsabili del dissesto economico del Comune non avrebbero mai pagato: tutti colpevoli, nessun colpevole! Basti riferirsi alla rinnovata discussione sulla strada da intraprendere. Cantello quella volta votò contrario e face bene: oggi ha avuto ragione! Se in questa martoriata città si avesse capacità di analisi e memoria storica, vi sarebbe consenso su due fatti: lo sviluppo del nostro modo di intendere la gestione di una comunità richiede radicali cambiamenti del modello di specializzazione e della struttura dimensionale, che sono obsoleti rispetto al grado di ricchezza e di organizzazione sociale; il sistema delle partecipazioni del Comune nei settori nevralgici come Servizi sociali, Atm, raccolta dei rifiuti si è irrimediabilmente deteriorato e non sarebbe oggi in grado di produrre fattori di vantaggio per Palazzo Zanca. Queste due evidenze provano che la competitività della macchina amministrativa non può poggiare né sul mero funzionamento di meccanismi di mercato, basati sull’assenza di politiche microeconomiche attive e sul taglio delle tasse, né su politiche di servizio accentrate e volte a selezionare gli investimenti settoriali. Vorremmo capire dai candidati che si presentano alle primarie con la sicurezza di poter cambiare il corso della crisi cosa sia cambiato oggi rispetto a dodici mesi fa. Alcuni di loro come Felice Calabrò erano in Consiglio comunale ma non ci risulta che la sua mission sia stata utile ai messinesi: semmai ha giovato solo a soddisfare il suo EGO. Ma oggi Calabrò con grande arroganza si dichiara convinto di salvare il COMUNE, di riscattare i messinesi dal ricatto del SISTEMA! Calabrò ci ricorda i difensori del VERMINAIO quando pur in presenza di atti, vergogne, scandali continuavano a difendere l’indifendibile. No, Felice Calabrò non può essere la risposta ai mali di PALAZZO ZANCA. Per cambiare le cose, risanare i debiti senza uccidere la speranza si deve puntare su altri. Si deve, innanzitutto, prendere le mosse dalla dura realtà dei fatti. Molta gente si chiede – al di là del settore di appartenenza – il motivo per il quale il commissario straordinario Luigi Croce non abbia intrapreso la strada del dissesto – moralmente più giusta, perché ci saremmo liberati, una volta per tutte, di una generazione di amministratori inguardabili -. La mancanza di coraggio del commissario Croce mette in luce le debolezze di quasi tutti i comparti della cosiddetta società civile nel produrre o nell’utilizzare le regole. La nostra militanza sul campo ci dice che come purtroppo capita nei Palazzi istituzionali messinesi non si vuole mai andare al cuore del problema. Meglio far finta di fare che … fare pulizia. Meglio un finto paladino che una persona preparata e onesta. Meglio Felice Calabrò che Emilio Fragale! Ora con chi ce la prendiamo, con i colpevoli del disastro messinese o con gli ultimi? Messinesi, c’è chi vi tutela e non si candida per continuare a controllare il SISTEMA!