RADIO ZANCA: PROVIAMO A SALVARE MESSINA

La politica vista da Messina è un buco nero. Scandali e inchieste giudiziarie accompagnano la campagna elettorale con effetti imprevedibili sull’esito del voto del 24 e 25 febbraio che potrebbe segnalare una ulteriore disaffezione dalla politica. E’ inutile negare che molti scandali confermano che nulla è cambiato da Tangentopoli. Magari gli uomini, però il modo di intere la politica è rimasto lo stesso: fare business! Molte opportunità sono state sprecate per incapacità manifesta di amministratori e altre gettate via per paura di decidere con merito. Messina è sempre la stessa piccola comunità che ha paura di tagliare i ponti con il SISTEMA. Sul mercato del lavoro ci sono troppi sciacalli: tra raccomandati e parassiti è normale che le cose non funzionino come dovrebbero. Alcune aziende chiudono altre pur professionali devono ridurre i costi perché non arrivano commesse e poi c’è lo scandalo degli sprechi. Non è vero che a Messina non arrivano investimenti: il problema è che i soldi spesso finiscono per finanziare opere inutili o super pagate al fine di far guadagnare una fetta di professionisti che vivono sulle spalle della comunità. Non pensiamo che tutti i messinesi siano contenti nel leggere quanto sono costati gli Svincoli di Giostra e Annunziata – ancora peraltro chiusi – mentre i Servizi sociali rischiano di scomparire e molti anziani e malati di morire. Come fa gridare vergogna la massa debitoria di Messinambiente e ATM: 42 e 45,6 milioni di euro. E’ un’apologia dell’antipolitica? Boh, il fatto è che queste vicende fanno sì che la gente sia stufa e demoralizzata. Si vota, d’accordo, ma chi merita la nostra fiducia? Se fossimo più coerenti dovremmo evitare di disperdere forze e risorse nel concedere opportunità a chi non ha idee né pudore. Quanto poi alle liste civiche c’è da fare molta attenzione: tra tante barbe eviteremmo di indossare quella talebana. A tutto questo agitarsi di anime perse ci sono pure quelli che vorrebbero manipolare i giovani e l’Università nel loro progetto di conquista del potere. Da qui gli incontri stile carbonari e le okkupazioni che altro motivo non hanno che bloccare il progresso e il benessere. Ognuno è libero di combattere le rivoluzioni che meglio crede ma non colori di romantico la sete di potere che porta dentro di sé. I giovani messinesi sono affamati: non solo di cultura, teatro, sport ma soprattutto di lavoro. La buona politica è la cosa più semplice che ci sia, quella andata in onda finora – movimenti compresi – è solo una sporca bugia. Per essere dei bravi amministratori basta praticare la lealtà, sentimento poco conosciuto, purtroppo, in ogni campo dell’azione umana.