CL e gli scandali regionali

Egregio Direttore,
ho letto in un commento sul blog di un Politico una frase che mi ha particolarmente colpito: “la parte seria di CL dovrebbe farsi un esame di coscienza”. A essa ho ribattuto che “anche la parte insana del PD dovrebbe farlo”, e così dovrebbe avvenire in tutti i partiti. Premesso che bisognerebbe guardare prima a far pulizia in casa propria che in quella degli altri, tuttavia qualche considerazione credo sia lecito farla.
Alla luce dei recenti scandali che hanno visti coinvolti i vertici della Amministrazione Regionale Lombarda, soprattutto nel settore della Sanità ma non solo, e che hanno travolto alcuni noti esponenti della corrente ciellina – tanto che da alcuni è stata battezzata “Comunione e Fatturazione” – mi chiedo, da uomo libero e svincolato da ideologie di parte, come facciano ancora tante persone oneste e profondamente religiose che in quella corrente di pensiero cattolico si sono riconosciute a sostenerla ancora politicamente ed a continuare a farne parte. D’accordo che dopo tanti anni di condivisione di un ideale un po’ per consuetudine, un po’ per conformismo, un po’ per interesse (d’altronde più che legittimo, infatti quante altre consorterie e lobbies esistono legate più da reti di interessi materiali che da comunione spirituale) è difficile staccarsi da un gruppo così fortemente coeso, anche se l’idealità è andata via via estinguendosi per lasciare il posto (non a tutti i livelli certamente) alla politica e agli affari. Credo che molti di loro ci restino ormai più per abitudine o per convenienza che per convinzione.
Il SILENZIO di tutti costoro è più eloquente delle parole. Come infatti giustificare sotto il profilo etico certi comportamenti diciamo “poco virtuosi”? Il tarlo del dubbio certamente avrà eroso le coscienze di quanti in quel Movimento sono entrati per profonda convinzione interiore. Tuttavia nessuno parla e nulla lascia trasparire all’esterno. Lo spirito del gruppo prevale, non vogliono assimilarsi alle tante persone perbene, Cattolici o Laici che siano, che della società civile fan parte ma sono estranee alla loro “comunione”. Immagino il dramma interiore, lo sconforto, la pena e fors’anche la rassegnazione di tanti che in quel gruppo si sono riconosciuti perché mossi da nobili ideali. Non c’è bisogno di invitarli a fare un esame di coscienza, sono certo che l’avranno già fatto, e anche che ne avranno tratto le relative deduzioni. Anche se per timore non osano manifestarle all’esterno. Non so come andrà a finire, spero tuttavia che la forza di quanti in buona fede operano onestamente in quel gruppo riesca ad isolare e a “cacciare i mercanti dal Tempio”.

Giovanni Dotti