Peppino Buzzanca, Il balletto delle dimissioni

Il rischio c’è se Peppino Buzzanca va avanti con il suo passo da elefante in una stanza di vasi di cristallo: il Pdl messinese rischia di andare in mille pezzi. Per carità, nessuno che voglia la fine del partito ma quando si toccano cifre così misere per gente abituata a viaggiare in doppia cifra significa che è arrivato il momento di fare la conta… o i conti. E per farli senza sbagliare è giusto che chi comanda si faccia da parte. Insomma, presenti le sue dimissioni nella speranza – se ha operato bene – che altri le respingano. In ogni caso, metta sul tavolo la sua dignità di uomo invece di nascondersi. Buzzanca dopo la sconfitta cocente e la perdita di fiducia nella gente dovrebbe fare il grande passo: dimettersi da coordinatore messinese del Pdl. Sarebbe un gran bel gesto se lo facesse spontaneamente invece di farsi cacciare via dalla base. Ma se chiediamo in giro, tra i simpatizzanti del Pdl, l’espressione del loro viso è scettica, addirittura ironica: figurarsi se uno che ha appena fatto harakiri sia così lucido da capirlo! Già, perché il politico Buzzanca non è nuovo a scivoloni simili a iniziare dalla querelle sul doppio incarico “deputato – sindaco” la madre della sua sconfitta nell’urna. Se avesse dato ascolto a noi oggi celebrerebbe il suo trionfo. Perché un sindaco che ammetta che il Comune è sull’orlo del precipizio e proprio per salvarlo rinuncia alla carica di deputato per restare in trincea con la sua gente per vincere la guerra, chiamando a raccolta tutte le forze politiche e imprenditoriali sarebbe stato portato in trionfo dai cittadini. Invece niente di tutto ciò. Polemiche, ricorsi, carta bollata, querele, incarichi legali mentre la città era in sofferenza proprio per mancanza di una guida stabile. Oggi siamo qui a parlare del disastro, dei debiti che aumentano e della mancanza di credibilità della polita, del Pdl, giusto per fare nomi e cognomi. Buzzanca non parla, non vuol lasciare il campo come sarebbe logico per chi ha perso a causa della sua ostinazione. Invece di dimettersi da coordinatore del Pdl resiste sulla sedia. E’ un’ipotesi che fa a cazzotti con la logica della politica di queste settimane, quella del dialogo tra falchi e colombe in vista delle primarie di dicembre. Ergo: il fronte forzista deve chiedere le dimissioni di Buzzanca ma non spingere più di tanto; poi, a dire “sì”, ci penserà il segretario Angelino Alfano. Giochi e contro-giochi di schieramento: sotto, la realtà, è ben più complicata. Ma non c’è da meravigliarsene più di tanto, spesso le coso che appaiono sono quelle più lontane dal vero. Una cosa è certa comunque: Messina sta cambiando direzione: l’asse Pd – Udc è vincente e se non commettono errori alle prossime amministrative si prenderanno non solo il Comune ma anche la Provincia regionale. Se non si danno una mossa quelli del Pdl andranno a sbattere contro un muro. Si dirà: vedrete che i volponi Rocco Crimi – Mimo Nania – Peppino Buzzanca, alias il trio delle meraviglie, sistemeranno tutto e daranno tante botte al discolo Nino Germanà che ha osato sfidarli sul campo… Balle, ormai sta crollando tutto. Qui si dovrebbe votare tra pochi mesi e all’orizzonte non si vede un cavolo di cavaliere. Solo tanti sconfitti. Il sonno della politica genera anche mostri. Ecco perché Peppino Buzzanca se vuole salvare il Pdl messinese dovrebbe farsi da parte. Ebbene non sarebbe una bella notizia?