Ho parlato col Grillino più giovane: Francesco D’Uva

In una campagna elettorale molto battagliata a tergo, e poco vissuta de visu, quasi ci fosse paura di confrontarsi con la gente per via delle magagne trasversali degli ultimi 15/20 anni, è innegabile che il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo sia stato il protagonista di una politica dialogante con un pubblico ormai poco aduso a “vedere” dal vivo il Politico, verosimilmente più abituato a noiosissimi e rissosi talk show in tv dove poi, se fate attenzione i protagonisti sono sempre gli stessi, un po’ come i presentatori, i cantanti, le stars del varietà o del cinema.
Diciamocela tutta quanti di noi sono stati tentati dal non voto? Moltissimi, forse perché ormai Tomasi di Lampedusa col suo “tutto cambia perché nulla cambi”, oltre a essere un’icona sempre valida della sicilianità, è un dato di fatto che ha riscontro in tutta Italia. La mia “folgorazione sulla via di Damasco” è avvenuta quando ho ascoltato Beppe Grillo in piazza Duomo a Messina e ho visto una marea umana, si parla di 4/5 mila persone, che riempivano la spianata ormai da tempo soltanto location di eventi musicali o di escursioni turistiche. Ho capito che come me la gente è stufa di vedere sempre gli stessi politici che da anni, come le tessere di un mosaico, riempiono uno spazio,quello della politica,in nome della gente, anche se poi i problemi della gente restano sempre quelli o si moltiplicano a dismisura come nell’ultimo anno. Non voglio poi entrare in merito ai vari eventi giudiziari degli ultimi tempi,certamente inquietanti, ma non di mia competenza, volendo circoscrivere alla cronaca di queste giornate il mio breve intervento. Scorrendo la lista dei candidati del M5S, peraltro tutte persone in gamba e pulite (cosa non da poco!) per un capriccio dettato da una mia personale e preconcetta ostilità verso il “vecchio”, ho cercato di trovare il candidato più giovane anagraficamente e ho trovato Francesco D’Uva, classe 1987. Forte della mia professionale capacità di contatto telefonico, dovuta al mio quotidiano lavoro, l’ho contattato per vedere chi fosse il “ragazzino” della lista di Grillo. Altro che ragazzino…mi sono trovato davanti un giovane brillante, colto, è laureato in chimica magistrale,e soprattutto sicuro di se e di quello che vuole fare, ovviamente se gli daranno i consensi per farlo,ma quel che di più conta, appassionato e ferrato su tematiche di fondamentale importanza che i politici tradizionali tralasciano considerandoli “dettagli” quando invece sono cardini del nostro vivere comune. A Francesco piacciono le città vivibili, senza edilizia selvaggia o decantati “sviluppi verticali” urbanistici dei tanto celebrati piani casa, piace il verde…quasi ce ne eravamo dimenticati vedendo la nostra Messina… piacciono gli animali,ormai da tempo utilizzati solo come status symbol, e puntualmente abbandonati al loro destino quando il padrone ha altro di cui occuparsi. Francesco D’Uva mi ha anche parlato delle idee apprezzabilissime del M5S in merito alla mobilità urbana con incentivazione dei mezzi ecocompatibili, di smaltimento dei rifiuti con procedimenti di ricavo energetico dagli stessi,ovviamente su quest’ultimo punto dati i suoi studi accademici, giocava in casa. Domanda di prammatica, per chi s’imbatte nel sottoscritto, la Sanità. Anche in questo settore ha dimostrato competenza evidenziando il valore del servizio sanitario pubblico, della sanità territoriale di cui tanto si parla in questi giorni,dell’impiego dei farmaci generici che, se correttamente utilizzati,consentono al SSN (e regionale) grandi risparmi che possono essere poi reinvestiti per l’acquisto di molecole innovative destinate alle patologie più complesse. Inoltre ama leggere di tutto:narrativa,saggi politici, storici e scientifici oltre che avere una rilevante dimestichezza con la telematica che è poi il cavallo di battaglia di tutti i grillini. Vi confesso che dopo l’incontro con Francesco D’Uva ho capito che ci sono ancor oggi giovani in gamba pronti a dedicarsi al bene della collettività,insomma non tutti i giovani sono discotecari incalliti,amanti dello sballo e di tutte le futilità che la società odierna ci mette quotidianamente sott’occhio. Sarebbe bene che questi giovani restassero e operassero sul nostro territorio senza ingrossare le fila di quelli che emigrano, non solo nell’UE, ma purtroppo anche oltreoceano, come nelle tristi foto in b/n del primo novecento che pensavamo, già qualche decennio fa, di avere consegnato alla storia. Insomma chi, a ragion veduta, non vuole votare per non gratificare sempre i “soliti” che poco hanno fatto per noialtri fuorchè tassarci e tartassarci per coprire i fallimenti della politica e dell’economia, tenga presente che l’alternativa c’è: soprattutto per non fare sempre il gioco dei più forti…. o dei più furbi che si avvantaggiano dell’astensionismo.

Diego Spanò