PINUCCIO PUGLISI: IO CREDO NELL’UDC E PER QUESTO NON MI CANDIDO!

Nella vita di un politico quello che contano sono i dettagli: da questi piccoli particolari si giudica una persona. Pinuccio Puglisi, messinese, Udc, assessore nella Giunta comunale di Peppino Buzzanca, è un uomo d’onore, merce rara aggiungiamo noi, ma soprattutto Puglisi è un uomo a cui fa difetto la schiavitù. Guarda che tipo bizzarro nella selva dei servi? Non è materia da archiviare in silenzio. Nel teatrino politico della messinesità da operetta – nella migliore dell’ipotesi – uno come Puglisi è guardato di traverso. Il compito di noi giornalisti è quello di fare chiarezza su fatti e persone per evitare che tutti siano considerati uguali e che alla fine nessuno paghi dazio per le capacità espresse durante il mandato amministrativo. Un passo indietro. Pensate alla crisi dell’Atm, di Messinambiente, o al Bilancio creativo dell’assessore Orazio Miloro… Eppure il sindaco Buzzanca è pronto a scendere in pista per essere promosso “onorevole”… Miloro aspira a prenderne il posto al Comune. Che razza di buona politica sarà quella che nasce da una gestazione così improvvida? Tra due mesi eleggeremo un nuovo Governatore e una nuova deputazione regionale ma solo un “pazzo”, ovvero una persona onesta, avrebbe fatto una “pausa elettorale” per il bene della comunità, per senso di responsabilità.

Pinuccio Puglisi è notizia fresca che nonostante i suoi propositi ha deciso di non candidarsi alle prossime Regionali: tre buoni motivi per restare fuori dai giochi?
Così come non ho esitato a mettermi a disposizione del partito in occasione delle prossime elezioni regionali, non esito adesso, per consentire l’inserimento di nuovi soggetti politici che hanno deciso di aderire al gruppo Udc, a fare un passo indietro, e ciò nell’interesse del partito. Io sono orgoglioso delle mie radici politiche, che sono quelle democristiane, anche se oggi c’è chi se ne vergogna. Ho iniziato dal gradino più basso con umiltà e semplicità ed ho fatto quella che allora si chiamava la gavetta, senza mai saltare un passaggio, perché in quegli anni era importante anche questa crescita formativa.

Lei crede ciononostante nel progetto dell’Udc?
Non solo ci credo, ma invito coloro i quali mi hanno manifestato il loro affetto in questo periodo preelettorale a sostenere l’udc con coerenza e fattiva partecipazione. Abbiamo troppe sfide davanti per pensare di poter accontentare solo la ristretta cerchia degli amici.

Quali saranno a suo parere i problemi maggiori nel confronto con i siciliani?
E’ sotto gli occhi di tutti il deterioramento della classe dirigente, che ha provocato un allontanamento dai bisogni della gente e dai veri problemi, nonché un decadimento dei valori morali e del modo stesso d’intendere la politica. Basta aprire le pagine di un quotidiano per comprendere perché ormai l’unico partito che ottiene consensi è quello degli astenuti. Mai nella storia della Repubblica si è toccato un livello così basso.

Una missione impossibile, almeno fino a oggi è stata…?
Basta con le facili e immantenibili promesse, con gli annunci retorici, con la politica degli slogan, non è più tempo, anzi non lo è mai stato. Una politica che voglia davvero essere al servizio della sua gente deve dire esattamente le cose come stanno per trovare le risposte più adeguate. La vera politica non si fa nelle anticamere delle segreterie, né al cospetto dei potentati che sono una cappa per una città che vuole crescere come Messina. Dove l’economia è controllata da pochi non c’è spazio per lo sviluppo e la crescita, né per la vera democrazia, perché anche le scelte degli elettori e le scelte degli amministratori vengono controllati.

Rosario Crocetta è davvero l’uomo giusto per vincere la competizione?
Crocetta può rappresentare un modo nuovo di fare politica.

Come vede il futuro?
A pois! Battute a parte, dobbiamo invertire il meccanismo, fare il processo opposto, dar sostengo a quei progetti che non hanno un colore politico ma una strategia vera che porta occupazione. E a tal proposito dobbiamo imparare a fare formazione pensando non a dare occupazione ai docenti, raccomandati, che “formano”, quanto a dare una qualifica reale ai nostri giovani che consente loro di restare nella propria terra, senza essere presi in giro con false lusinghe che hanno il solo scopo di ingrossare l’esercito dei disoccupati. E’ il sistema che dobbiamo cambiare, ma anche gli uomini.