RADIO ZANCA: Combattere la mafia non significa diventare onorevoli

Alla larga dagli antimafiosi illuminati: si dimenticano etica e morale una volta spente le telecamere. La vicenda messinese della Vara e la voglia di legalità dei professionisti del pianto ci fa indignare per la pochezza degli argomenti e dei contenuti: al di là della tornata elettorale alle porte non c’è un briciolo di voglia di riscatto, di rivoluzione, di cambiamento. E se i messinesi onesti fossero soprattutto esasperati da questi spettacoli? Basta recite folcloristiche, basta antimafiosi in calze a rete e tacchi a spillo che usano la luce dei riflettori accesi su tragici eventi, per sistemarsi il trucco, aggiustarsi i capelli. Rifarsi la verginità. Basta soubrette prestate alla lotta sociale. Messina, la Sicilia, l’Italia intera è stufa. Si usano morti, icone e feste solo per pubblicità elettorale: salvo poi fare spallucce quando i ragazzi, abbandonati a se stessi, perdono di vista la realtà e dimenticati da tutti, si drogano, rubano, diventano soldati di mafia. Ne vogliamo parlare dei fallimenti di certe battaglie anti racket? Ne vogliamo parlare dei falsi paladini che hanno usato i risarcimenti previsti dallo Stato nei casi di collaborazioni o attentati mafiosi? Sì, No? Vabbè… Ma in che città viviamo? Con quale realtà sociale ci dobbiamo confrontare? E soprattutto cosa ha fatto la politica per aiutare gli ultimi, dunque gli emarginati? Il giardinetto della stazione è diventato un rifugio momentaneo, incuranti del traffico e della gente, tra uno sberleffo e una pacca sulle spalle, hanno continuato a farsi la canna senza interruzioni. Hanno ragione coloro che ci scrivono: “l’alone lasciato dal fumo disegnava l’impunità della normalità, come se nulla e nessuno potesse intaccare quello spazio di trasgressione a perdere, perché rigorosamente tollerata. La droga c’era allora, come adesso, l’atteggiamento era diverso: non si poteva farne uso pubblicamente”. La città si difende amandola ogni santo giorno. I responsabili del nostro futuro siamo noi e non dobbiamo permettere a degli opportunisti in odor di potere di farci uscire di strada. L’alternativa è continuare a sguazzare tra finte lotte in nome della legalità, passeggiate ecologiche e feste rionali. Forse, per qualcuno questo può bastare; tornando a casa, dopo aver detto che la mafia gli fa schifo a quattro a mici al bar, si sentirà a posto con la propria coscienza. Ma non basta una maglietta per la salute, un Mi piace su Fb, per dirsi combattenti. Tutto questo aiuta a far crescere solo la mediocrità collettiva e far diventare potente l’opportunista di turno. La mamma dei cialtroni è sempre incinta