Come faranno Buzzanca, Corona e Germanà a chiedere il voto?

Il Comune di Messina è nuovamente vicino al punto di rottura: ogni tanto c’è chi ci chiede se è possibile fidarsi di questo sindaco, crediamo di no. Nei momenti critici viene fuori il suo stile: Atm, Servizi sociali, riqualificazione urbana, Svincoli, raccolta rifiuti. Da qualunque parte si trasporti la criticità, prima o poi si vede all’orizzonte il punto di non ritorno. Scatta lo scambio e si fugge nella direzione opposta. Messina è amministrata in maniera maldestra ma ancora non si vedono azioni di responsabilità: questo perché ci sono tanti complici. Eppure, al di là se si vota a destra, centro o sinistra, ogni volta che i riflettori si accendono su Palazzo Zanca è per focalizzarne le brutture, le contorsioni, l’incapacità a spiegare a una qualche utilità la condotta politica di questo o quell’amministratore. Il Comune di Messina è allo stremo, nei corridoi del dolore, le stanze raccolgono i silenzi delle assenze, i lamenti delle speranze usurate, dove al più è consentito di sopravvivere, ma non di imparare a rispettare la città, perciò il bene collettivo. Sulla Giunta Buzzanca non ci sono più barzellette e raggiri intellettuali che tengono: sono andati al macero slogan e pubblicità irridenti la realtà, quella che scompagina verità e indicibilità, non sempre riconducibili alla disonestà del politico, a cui giustamente è richiesto di fare il primo passo verso una profonda riconciliazione verso la gente. Si parla di tante iniziative utili e si finisce però per premiare feste e festini. La mente dei politici è uno dei grandi misteri naturali: a cosa pensano mentre elargiscono incarichi ad amici e parenti? Cosa gira nelle loro teste mentre noi gli parliamo di problemi cittadini e gli facciamo una domanda? Quali ragionamenti nascondono quelle facce di marmo? Siamo alla vigilia di una lunga, lunghissima tornata elettorale e ancora la politica gioca con i bisogni dei messinesi. D’accordo, siamo pieni di pregiudizi verso Buzzanca: ma come possiamo fidarci di un uomo che non riesce a mantenere la parola data? Che peso possiamo dare a un politico che non onora i debiti contratti? D’accordo, nel Pdl messinese è in buona compagnia: Roberto Corona, Nino Germanà… Una delle cose più belle di essere liberi è la libertà di pensiero. E tutte queste nefandezze politiche sono inestinguibili: sostenere che sia necessario un cambiamento è il minimo, portarlo avanti al più presto prioritario. La buona politica dovrebbe essere questa: mettere alla porta chi non è stato di parola. Mandare a casa chi ha rubato le speranze dei giovani in cambio di una festa o di una raccomandazione alla Confcommercio.