Cgil-Cisl-Uil: Stop rigore, Governo cambi o mobilitazione

In 200mila in piazza a Roma per sollecitare il Governo a cambiare la sua agenda politica ed economica. La manifestazione di Cgil, Cisl e Uil, che si è chiusa sulle suggestive note dell’Internazionale, è stata un atto di accusa contro la scelta del rigore portata avanti dal premier Mario Monti e le riforme, in primo luogo quella delle pensioni, che hanno peggiorato la condizione dei lavoratori facendo così pagare ai ceti più deboli il costo della crisi.

Il messaggio che unitariamente i sindacati confederali hanno recapitato all’esecutivo è chiaro: serve una svolta per dare più valore al lavoro, rilanciare la crescita e realizzare un fisco più equo. Se le risposte del Governo non andranno in questa direzione, i sindacati torneranno a manifestare. Il bersaglio preferito dai leader confederali e dagli slogan scanditi dal corteo, partito da piazza della Repubblica per dirigersi in piazza del Popolo, è stato soprattutto il ministro del Welfare, Elsa Fornero.

Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno puntato il dito contro la riforma delle pensioni, che ha prodotto il dramma degli esodati. Critiche al ministro Fornero sono arrivate anche sul Ddl lavoro in discussione alla Camera, mentre sulle misure per lo sviluppo c’è stata una bocciatura senza appello.

"Chiediamo il cambiamento dell’agenda politica – ha detto Camusso – altrimenti non ci sono prospettive per il paese. La politica del rigore ha prodotto iniquità e diseguaglianze e non ha dato risposte su lavoro e sviluppo". Secondo il segretario generale della Cgil, il Governo deve sapere che "non basta dire che l’Europa non fa. vogliamo sapere dal Governo quali politiche fa qui in Italia. Ho la sensazione che l’Europa stia diventando un alibi per non fare. Se si fanno tanti annunci, e ne abbiamo sentiti troppi, si può anche morire se poi non si fanno le cose.
Se non cambia la sua agenda, noi saremo ancora nelle piazze perché non ci rassegniamo".

Anche per Bonanni l’esecutivo risponde alla crisi con "una terapia contraria a quello che serve. Continueremo la nostra battaglia e non staremo zitti – ha promesso il leader della Cisl – vogliamo la crescita, che non si fa con le tasse o la riduzione di stipendi e pensioni. Faremo resistenza a questo modo di procedere del Governo e di chi vuole abolire le rappresentanze e il sociale. Saremo l’osso più duro da superare".

Angeletti ha poi ricordato che "stiamo perdendo molti posti di lavoro. Non è vero che la recessione viene dall’Ue, ma anche dalle scelte fatte dal Governo". Il numero uno della Uil ha aggiunto che "il Governo deve prima fare e poi annunciare. Finora ci sono solo titoli e a forza di annunci sulla crescita siamo finiti in recessione. Questa manifestazione non è l’ultima. Nelle prossime decideremo altre iniziative".

Sul capitolo esodati, Camusso ha chiesto di mettere fine al "balletto dei numeri", suggerendo a Fornero di presentarsi alla Camera "con una norma generale" che riconosca a tutti gli esodati il diritto ad andare in pensione con le vecchie regole. Bonanni ha accusato Fornero di aver raccontato solo "bugie e bugie", mentre per Angeletti "il problema l’ha creato lei e ora non può dire che non vuole discutere di nulla. Deve risolvere il problema".