Crisi economica: rivoluzione o suicidio di massa?

Continua inarrestabile la catena di suicidi in Italia. La stretta finanziaria, operata dal governo Monti, è riuscita a ottenere i primi tangibili quanto macabri effetti: i cittadini non riuscendo a far fronte all’immenso carico fiscale e in previsione di non poter più provvedere al sostentamento personale e dei loro cari, preferiscono togliersi la vita. Ormai quotidianamente si allunga il triste elenco di coloro che cedono alla disperazione, nell’assoluta indifferenza delle istituzioni. Il popolo italiano paga così il proprio tributo di sangue per sanare (forse) l’economia del Paese.

Dopo il fallimento della partitocrazia, conclamato dalla corruzione dilagante che ha interessato la quasi totalità delle forze politiche italiane, l’obiettivo principale dell’attuale classe dirigente è quello di tutelare ad oltranza la propria casta. Tutto ciò accade in perfetta armonia e coordinazione con gli interessi delle grandi lobby bancarie. Credere che esistano ancora divisioni politiche significa illudersi, destra e sinistra rappresentano, oggi più che mai, due facce della stessa medaglia.

Ciò che colpisce maggiormente è adesso lo scaricabarile delle responsabilità tra l’attuale esecutivo tecnico e il precedente governo di centro-destra. Questi atteggiamenti denotano una viltà manifesta: nessuno vuole assumersi la responsabilità del fallimento del sistema Italia. Come se non bastasse qualche eminenza arriva addirittura ad affermare che le colpe sono anche dei cittadini; e forse ha ragione. Gli Italiani hanno un’immensa responsabilità che grava su di loro: la troppa tolleranza nei confronti dei politici nostrani. L’italiano medio appare rinunciatario, rassegnato al proprio destino e alla propria miseria.

Forse è giunta l’ora di un cambiamento radicale che dovrebbe materializzarsi nell’azzeramento dell’attuale classe politica. Occorre uno strappo al sistema, come unico strumento necessario per avviare una vera svolta nel Belpaese. Fosse anche una rivoluzione, ma non è più concepibile assistere inermi alla dilapidazione dei nostri risparmi per mantenere un manipolo di politici corrotti e collusi quanto incapaci. Lasciar correre, nella speranza che i lumi della ragione facciano rinsavire i nostri parlamentari, è pura utopia.

Fabrizio Vinci
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