I redditi dei superburocrati

Egregio Direttore,
l’iniziativa meritoria presa dal Governo Monti di rendere pubblici i redditi dei suoi componenti e degli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione (P.A.) ha riacceso, giustamente, le polemiche e l’indignazione della maggioranza degli Italiani, molti dei quali l’hanno espressa su tutti i giornali stampati e online, come già prima è avvenuto nei confronti dei politici. I Governi precedenti, nonostante le ripetute e numerose proteste dei cittadini, non hanno mai fatto nulla per correggere queste assurde e inique sperequazioni per la complicità di quasi tutti i parlamentari, i quali per coprire le loro retribuzioni stratosferiche e le loro malefatte hanno sempre cercato di accattivarsi la benevolenza di tutti i dirigenti della Pubblica Amministrazione. Ma vediamo ora come è avvenuta questa “escalation” di superstipendi, sino agli attuali scandalosi importi. Negli anni ’90, su proposta del Ministro Bassanini, fu approvata la legge per la “Riforma della P.A.”, peraltro necessaria perché inefficiente, costosa ed obsoleta, difatti era rimasta pressoché invariata da un secolo e mezzo, e cioè dall’Unità d’Italia.
Le principali aree interessate dalla riforma furono:
– Il federalismo amministrativo, con attribuzione di maggiore autonomia, sovranità ed efficienza alle Regioni, alle Province ed ai Comuni;
– La riforma dei Ministeri, procedendo a vari accorpamenti;
– La semplificazione di norme e procedimenti con la cancellazione di migliaia di leggi inutili, l’abolizione di centinaia di Enti inutili, e con l’introduzione dell’autocertificazione;
– Liberalizzazioni (telefonia, energia elettrica ecc.) e privatizzazioni ( ENI, BNL, Alitalia, Autostrade);
– Orientamento alla qualità dei servizi e delle prestazioni erogate dalla P.A.;
– Orientamento alle capacità ed al rendimento dei dirigenti.
Nelle ultime due aree furono previsti nuovi controlli interni nella P.A.:
– Definizione annuale degli obiettivi;
– Un’unità di valutazione in ogni Ministero o Agenzia;
– Controllo strategico e controllo di gestione;
– Coordinamento della Presidenza del Consiglio su valutazione e controllo strategico;
– Banca dati con le direttive dei Ministri e gli indicatori di performance (adempimenti, prestazioni, valutazioni, rendimento, capacità) del nuovo “management” (dirigenza);
– Il ruolo unico dei dirigenti dello Stato;
– Fine dell’inamovibilità dei dirigenti, incarichi a termine, licenziamento dei dirigenti
incapaci, valorizzazione dei capaci e meritevoli;
– Trattamento accessorio variabile in relazione alle performance e pertanto:
PER I DIRIGENTI POTERI PIU’ AMPI, MAGGIORI RESPONSABILITA’ E STIPENDI ADEGUATI ALLE RESPONSABILITA’ ED AI RISULTATI.
Inoltre con la citata riforma è stato ampiamente modificato il rapporto tra la percentuale di retribuzione fissa e quella variabile. Prima della riforma: parte fissa 95%, variabile 5%; Dopo la riforma: parte fissa 60%, variabile 40%. Orbene da siffatta legge cosa ne è scaturito? Che non avendo posto alcun limite alle retribuzioni dei dirigenti queste sono aumentate in un continuo crescendo, perché ogni anno per quasi tutti i dirigenti si certifica il raggiungimento degli obiettivi previsti. Ma è mai possibile ? Mi domando come hanno potuto i Sindacati digerire, per tanti anni questa iniquità ? Altro che fare le battaglie sull’età pensionabile dei lavoratori, quando non si sono mai battuti per queste enormi disparità retributive! Un semplice esempio: quanto prende un “sommozzatore” che scende nelle viscere della nave disastrata, o un pompiere o un uomo delle Forze dell’ordine (che anche rischiano la vita) e quanto prende un “lacchè” a braccia conserte in Parlamento? Speriamo che questo Governo, che tanti detrattori si ostinano a definire “non eletto dal popolo”, continui a percorrere la strada appena intrapresa e intervenga massicciamente sulle tante ingiustizie e sperequazioni esistenti che i Governi precedenti hanno prodotto e anche incrementato nel tempo. Che presenti pure provvedimenti audaci ed incisivi, anche se il Parlamento molto probabilmente non li approverà: almeno sapremo chi sono coloro che remano contro e ce ne ricorderemo alle prossime elezioni. Cari amici fatevi sentire! Non dite: che ci possiamo fare? tanto non cambia nulla! Non è vero! Ogni goccia concorre a formare il mare. Un’ultima cosa, una domanda a quanti grugniscono criticando il Governo “non eletto”. Ci dicano costoro: quando mai hanno eletto un Governo ? Hanno eletto solo il Presidente del Consiglio e questi ha scelto i Ministri da presentare per la nomina ufficiale da parte del Presidente della Repubblica. Se ci fossero state le elezioni, tra i politici attuali più in vista e il prof. Monti chi avrebbe preso più voti? Se non erro tutti i sondaggi davano ampiamente vincente Monti, quindi Monti è più che legittimato a governare col suo “governo tecnico” composto da persone autorevoli, dignitose e capaci. Chiuso l’argomento.
Cordiali saluti.

Martino Pirone