Liquidazione Messinambiente – Nino Carreri: Buzzanca dia la possibilità a una partecipata sana di continuare il proprio lavoro

Il consigliere comunale di Risorgimento Messinese Nino Carreri, contesta l’ultima decisione presa dall’amministrazione Buzzanca in merito alla messa in liquidazione della società Messinambiente.
“La decisione unilaterale di porre in liquidazione una società sana e tutt’altro che fallimentare, come invece vorrebbe far credere il Sindaco originario di Barcellona Pozzo di Gotto – ha evidenziato Nino Carreri – è l’ennesimo affronto alla gloriosa città di Messina ed al suo civico consesso ivi compreso lo stesso gruppo che fa capo al Sindaco: un consiglio comunale interamente tenuto all’oscuro di questa decisione e che ha dimostrato di rappresentare Messina molto più degnamente di quanto non è invece riuscito a fare Buzzanca, divenuto agli occhi della popolazione più un caporale di giornata che un vero primo cittadino. Non sappiamo a quale logica ubbidisca la decisione di sciogliere una partecipata di grande valore come Messinambiente – ha proseguito il consigliere di RM – e non vorremmo che questa precipitosa fuga in avanti fosse solo il tentativo di mascherare una più complessiva gestione fallimentare di un settore vitale come la raccolta dei rifiuti, e corre dunque il legittimo dubbio che questa decisione sia un semplice escamotage per favorire ben altri disegni che scavalcano la città. Mai, come in questa triste stagione di “fine impero” – ha concluso Carreri – pensavamo di dover assistere ad un simile scempio ed invece ancora una volta il Sindaco e la sua triste Giunta hanno dato l’ennesima prova di non guardare al bene di Messina, una cittàche evidentemente non hanno mai sentita propria ma esclusivamente merce di scambio per alimentare il fuoco di una politica di bassa cucina”. Risorgimento Messinese chiede dunque che venga ripensata la decisione di porre in liquidazione Messinambiente e che una volta per tutte venga portata in aula una delibera che affronti in maniera seria la questione, dando al Consiglio comunale la possibilità di esprimersi, come peraltro civiltà democratica e corretto uso delle istituzioni repubblicane impongono.