CHIUDERE DEFINITIVAMENTE CON L’IMBROGLIO DEL PONTE

La richiesta di bocciatura del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, di cancellazione del programma e di scioglimento della società Stretto di Messina, verrà ribadito dalle associazioni ambientaliste e dalla Rete NO Ponte venerdì 3 febbraio a Villa S. Giovanni, durante la Conferenza Stampa che si terrà alla Camera del Lavoro alle ore 16, per presentare il Convegno di Illustrazione alla Cittadinanza del Rapporto di “Osservazioni Critiche al Progetto Definitivo del Ponte sullo Stretto”, redatto da esperti delle associazioni ambientaliste, che ne ha messo in luce le clamorose contraddizioni, lacune e inadempienze, tali da imporre la richiesta di bocciatura definitiva.
Il Convegno, con la partecipazione di diversi esperti e studiosi che hanno fatto parte del gruppo di lavoro si terrà infatti qualche giorno dopo sempre a Villa S. Giovanni.
La Conferenza Stampa sarà l’occasione per denunciare ancora una volta l’autentico imbroglio costituito dal Progetto del Ponte: il definanziamento dello stesso, infatti, è stato decretato dagli ultimi atti del Governo “assolutamente pontista” Berlusconi- Tremonti (l’attuale esecutivo ne ha solo completato l’attuazione),contestualmente alla bocciatura europea del progetto, proprio mentre i dirigenti della Stretto di Messina ancora agitavano opere di compensazione, espropri, fasi esecutive ecc., e l’allora ministro Matteoli con la complicità di Trenitalia e altri grandi operatori del trasporto,tagliava i collegamenti con Calabria e Sicilia fino quasi ad azzerarli.
Il progetto definitivo è stato redatto proprio in quella fase, forse nell’estremo tentativo di salvare il programma (oltre che di spendere ulteriori ingenti somme per una progettazione eterna).L’elaborato conferma l’inutilità trasportistica e l’enorme impatto ambientale e paesaggistico del Ponte, manca di parti essenziali, dalla VIA della struttura principale, alle valutazioni di incidenza, alla rappresentazione di strutture fondamentali tra cui i collegamenti ferroviari lato Calabria e la Nuova Stazione di Messina. Esso inoltre non tiene conto della reale situazione sismologica ed idrogeologica del contesto e –ancora una volta- non verifica la fattibilità tecnica del Manufatto, salvo dichiararne i “nuovi costi” (8.6 miliardi di Euro circa) senza però presentare alcuna relazione economico- finanziaria. È veramente ora di chiudere questa telenovela degli inganni.

WWF, Legambiente, Italia Nostra, MAN, FAI, SIGEA, RETE NOPONTE