A Messina è di scuola l’impunità

Condannata per truffa aggravata ai danni dello Stato, la dirigente scolastica resta inchiodata al posto di lavoro. Intoccabile. Gli insegnanti che hanno collaborato alle indagini e testimoniato al processo, devono chiedere invece il trasferimento ad altra sede. Tre mesi fa, il Tribunale di Messina ha condannato a dieci mesi e 400 euro di multa Anna Maria Gammeri, preside del Liceo “Felice Bisazza” (reato condonato per l’applicazione dell’indulto). Secondo l’accusa, “con più azioni esecutive di medesimo disegno criminoso” e “con artifizi e raggiri” avrebbe consentito che il collaboratore scolastico Nicola Gennaro (condannato contestualmente a sette mesi e 300 euro di multa) “fuoriuscisse dal luogo di lavoro, senza avere chiesto ed ottenuto alcun atto autorizzativo e senza essere in congedo”.
A seguito di un esposto anonimo, nel 2005 i militari della Guardia di finanza avevano pedinato il Gennaro durante le sue uscite da scuola: l’uomo, con la propria auto, faceva da autista alla dirigente, accompagnandola da casa a scuola e da scuola a casa. In un’occasione, i militari accertarono perfino la consegna di buste della spesa, mentre una docente riferì di aver notato una mattina la Gammeri “accompagnata dal Gennaro in una profumeria del centro di Messina”.
Secondo il giudice monocratico del Tribunale di Messina, Bruno Sagone, “è emersa una situazione di sostanziale sviamento dei poteri e delle funzioni da parte del Gennaro, a ciò determinato dalla Gammeri; ed in particolare come quel vincolo fiduciario, dalla stessa addotto a fondamento dell’individuazione del Gennaro quale ausiliario deputato ai servizi esterni, trasmodasse di fatto in un sostanziale asservimento del primo alle esigenze personali della seconda”. In altri termini, “molteplici risconti dimostrano che la permanenza di Gennaro all’esterno dell’istituto, lungi dal trovare giustificazione nell’espletamento dei servizi affidati, si dovesse piuttosto all’esigenza di curare prevalentemente (se non esclusivamente) gli interessi personali propri della dirigente scolastica, secondo una prassi non circoscritta ai tre episodi acclarati dai servizi di appostamento della polizia giudiziaria, se non addirittura pressoché costante nel tempo”. Il Tribunale di Messina ha infine stigmatizzato la “fidelizzazione del dipendente mediante la conferma annuale negli incarichi con retribuzione aggiuntiva”. Il collaboratore scolastico avrebbe così conseguito un “ingiusto profitto” a danno della pubblica amministrazione.
L’iter processuale è stato di lunghezza estenuante. I due dipendenti sono stati rinviati a giudizio il 31 ottobre 2006, ma per la prima udienza dibattimentale, dopo ben sette rinvii, si è dovuto attendere il 19 novembre 2010. Nonostante le gravi accuse (oltre alla truffa, gli imputati dovevano rispondere di falso ma per questo reato sono stati poi assolti “perché il fatto non sussiste”), il Ministero della Pubblica istruzione non riteneva doveroso costituirsi parte civile. Il 24 ottobre 2011 la sentenza, depositata in cancelleria il successivo 1 dicembre. La cosiddetta “legge Brunetta” prevede che in caso di condanna penale di un lavoratore del settore pubblico, il dispositivo venga trasmesso all’amministrazione d’appartenenza con “modalità telematiche”, entro trenta giorni dalla data del deposito. Dal nuovo anno, ministero e organi periferici dell’Istruzione dovrebbero essere al corrente della condanna della dottoressa Gammeri e del collaboratore Gennaro. Ad oggi, però, non è stato preso alcun provvedimento nei loro confronti. Il sindacato della Gilda-insegnanti aveva inutilmente richiesto nel febbraio 2007 la “sospensione cautelare” dei due dipendenti rinviati a giudizio. In una nota, l’allora ministro Fioroni aveva fatto sapere che “il direttore regionale ha disposto accertamenti in relazione alla natura dei fatti contestati alla dirigente”. Fatti ora provati processualmente, ma nessuno ordina perlomeno il loro trasferimento d’ufficio ad altra sede. Hanno invece dovuto chiedere il trasferimento in altre scuole i sei insegnanti e il collaboratore scolastico che hanno deposto come testi al processo. Una di loro, rappresentante sindacale della Gilda, dopo aver ricevuto dalla dirigente cinque contestazioni di addebito con relative sanzioni disciplinari (attualmente in discussione davanti al Giudice del lavoro), si è dovuta rivolgere all’Ufficio Scolastico Regionale per essere utilizzata “eccezionalmente” negli ultimi due anni in un altro istituto di Messina “per l’impossibilità a svolgere serenamente e proficuamente la propria attività di docente”.
Secondo i delegati sindacali FLC Cgil e Gilda del “Felice Bisazza”, il clima all’interno dell’istituto era divenuto “intollerabile” ed “invivibile”. “Mentre buona parte dei docenti esprimeva per iscritto “solidarietà e rinnovata stima e fiducia” alla dirigente rinviata a giudizio, noi eravamo vittime di numerose e gravi azioni vessatorie”, raccontano. “Nel gennaio 2007 ci siamo rivolti direttamente al Ministro dell’Istruzione raccontando come uno di noi fosse stato oggetto di lettere riservate per motivi evidentemente pretestuosi (mancata sorveglianza durante una ipotetica manomissione della macchinetta distributrice di bibite, mancato controllo degli odori de bagno, ecc.). O che un docente del liceo fosse stato intimidito dal collaboratore scolastico in questione, tanto da spingerlo a cautelarsi con apposito esposto all’autorità giudiziaria”.
Il conflitto tra la dirigenza e l’RSU era scoppiato dopo l’installazione di un sistema di videosorveglianza all’interno dell’istituto “composto da 26 telecamere posizionate lungo il perimetro esterno dell’edificio, negli ingressi, nei corridoi interni ed anche in un’aula di informatica e nel laboratorio linguistico”. L’acquisto, per un importo di 18.960 euro, era stato deliberato il 6 settembre 2004 dal Consiglio d’Istituto per garantire la sicurezza del plesso. “Non si erano però mai manifestati atti di teppismo, spaccio di stupefacenti o ripetuti vandalismi in genere”, affermano i delegati RSU. “Non essendoci stato un accordo preventivo con le rappresentanze sindacali e ritenuto che l’impianto potesse consentire il controllo a distanza dei lavoratori impegnati in attività, ci siamo rivolti all’Ispettorato del lavoro della Regione Siciliana. Con nota del 16 maggio 2005, l’Ispettorato ha imposto alla dirigenza la rimozione delle telecamere posizionate all’interno dei laboratori e la disattivazione di quelle posizionate nei corridoi durante il normale orario di servizio”.
Dirigente scolastica dalle poliedriche attività, la professoressa Anna Maria Gammeri. Socia dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti (classe Lettere, Filosofia e Belle Arti), dal 2006 ricopre l’incarico di docente del master di 1° livello (on line) in “Metodi formativi e strumenti informatici per la didattica” dell’Università degli Studi di Teramo. Per l’Università di Messina, la dirigente è stata invece “incaricata per la progettazione e pianificazione dell’attività Diffusione e potenziamento della cultura scientifica nelle scuole superiori Icaro 2” (anno accademico 2006-07) e docente SSIS in “Profilo giuridico dell’insegnante specializzato per le attività di sostegno” (2007-08).
Anna Maria Gammeri vanta inoltre la pubblicazione di diversi articoli scientifici, alcuni dei quali pubblicati in Acadèmia, “quadrimestrale di cultura” del Supremo Consiglio d’Italia e San Marino del 33° ed Ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato. Con sede a Bologna, il Supremo Consiglio dei Trentatré d’Italia e San Marino dichiara di far parte della “grande famiglia della Massoneria Universale, codificata nelle Costituzioni di Losanna del 1762 e nelle Grandi Costituzioni di Federico II di Prussia del 1786”. “La Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato segue e percorre l’ininterrotto, universale flusso di quel Pensiero che riporta al Rosacrucianesimo, alla Qabbalah, al Neoplatonismo, al Templarismo, alla Alchimia araba, all’Ermetismo, al Pitagorismo, ai Culti misterici egizi e sumerici”. Sovrano Gran Commendatore dell’Académia, il commercialista Renzo Canova, iniziato in massoneria nel 1966 nella loggia “Hiram” di Bologna e Gran maestro della Gran Loggia d’Italia (Obbedienza di Piazza del Gesù – Palazzo Vitelleschi) dal 1987 al 1995.
“Contenuti esoterici nel Rito dell’Iniziazione”, il titolo di un singolare saggio pubblicato nel febbraio 2009 su Académia dalla dirigente del liceo messinese. Allo stesso anno risale pure “Il demoniaco femminile”, da lei scritto per Sanctorum Quatuor Coronatorum (Acadèmia editrice d’Italia e San Marino, Bologna), volume di “studi e ricerche” uscito per la “ricorrenza dei Santi Quattro Coronati, patroni delle corporazioni dei lapicidi, scalpellini e marmorarii e a cui la Loggia è consacrata”.
Anna Maria Gammeri è stata inoltre relatrice in importanti convegni nazionali della famiglia massonica del Supremo Consiglio d’Italia e San Marino: a Riccione (il 20 e 21 maggio 2006); a Lecce (l’1 e il 2 maggio 2009); a Cosenza (il 31 ottobre 2009), dove i lavori, organizzati dalla locale loggia “Sfinge”, si sono aperti con la deposizione di una corona sulla tomba del “Massone ignoto”. Il 17 aprile 2010, in qualità di Commendatore del Sovrano Ordine Imperiale Bizantino di San Costantino il Grande, la dirigente scolastica ha presieduto il convegno su “La storia degli ordini cavallereschi”, relatore il professore Giuliano Di Bernardo, Supremo Gran Priore dell’Ordine ed ex Gran maestro del Grande Oriente d’Italia e della Gran Loggia Regolare d’Italia. Internazionalmente, il Sovrano Ordine Imperiale Bizantino di San Costantino il Grande è rappresentato dal principe spagnolo Sergio Jesus I° de San Marcelo Vassallo y Paleologo de Plast y Montefalco, “discendente dell’imperatore bizantino”. “Si tratta di un’organizzazione cristiana, indipendente, neutrale, apolitica il cui intento è l’aiuto umanitario, la protezione e l’assistenza alle vittime di guerra e della violenza in genere”, spiegano gli adepti.
Otto mesi più tardi, il professore Giuliano Di Bernardo, in qualità di Presidente dell’Accademia Internazionale degli Illuminati (da lui fondata nel 2002), ha voluto accanto a sé la professoressa Gammeri per presentare a Messina il suo volume su “La conoscenza umana”. A portare i saluti del Presidente della provincia, l’assessore all’attuazione del programma, Michele Bisignano, ex militante di estrema destra, poi dirigente provinciale del Pri e poi ancora di Forza Italia, affiliato nei primi anni ’80 alla loggia “Sicilia Normanna” del Centro Attività Massoniche Esoteriche Accettate CAMEA.
“Da segnalare infine il proclamato impegno della prof.ssa Anna Maria Gammeri, dirigente scolastico dell’istituto superiore “Bisazza”, a coordinare, insieme a Il Circolo di Messina e alle istituzioni, progetti scolastici di recupero memoriale e riqualificazione del territorio”, scrive il 7 febbraio 2011 l’ufficio stampa dell’associazione culturale fondata e diretta dal senatore Marcello dell’Utri, una condanna in appello a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa e un patteggiamento a due anni e tre mesi per false fatture e frode fiscale nell’ambito della gestione di Publitalia. Dell’Utri è oggi indagato per la superloggia P3, organizzazione massonica occulta che avrebbe svolto “in maniera sistematica e pianificata un’intensa, riservata ed indebita attività di interferenza sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, allo scopo di ottenere vantaggi economici o di altro tipo”.
Il 15 gennaio 2012, Il Circolo di Messina ha voluto la Gammeri come co-relatrice al dibattito su “Periferie, tradizioni e vita quotidiana”. Il presidente, per le cronache, è Angelo Caristi, responsabile provinciale di Forza Italia a fine anni ’90 e prima ancora socio dell’In.Im. di Milano, insieme al finanziere Filippo Alberto Rapisarda e all’ex consigliere comunale Dc di Palermo, Paolo Alamia. Dell’In.Im. di Caristi & C, dal 1976 al 1979, fu dipendente il signor Marcello dell’Utri…

Antonio Mazzeo