LEGGE ELETTORALE E NUMERO DEI PARLAMENTARI

Egregio Direttore,

l’attuale legge elettorale a detta di tutti è vergognosa, antidemocratica e incostituzionale. A detta anche di numerosi Parlamentari, eccettuati ovviamente l’on. Silvio Berlusconi e il suo fedelissimo sen. Bossi che l’hanno voluta e per i quali calza a pennello. Ma probabilmente va bene anche ad altri che pure a parole la chiamano “porcellum” e dicono che andrebbe cambiata. Per cui, tranne pochi, nessuno in Parlamento si muove. Perché in fondo fa comodo a quasi tutti i politici che attualmente siedono in Parlamento, che non vogliono il ricambio e vogliono perpetuare la propria razza. Il Referendum popolare per abrogarne alcuni articoli è stato bocciato dalla Corte Costituzionale: tocca perciò alla opinione pubblica fare pressione sul Parlamento perché tale legge venga cambiata prima della prossima tornata elettorale. In caso contrario, se si dovesse andare al voto con l’attuale legge che candida esclusivamente i “nominati” dai capipartito, è prevedibile che l’ASTENSIONISMO andrà alle stelle, avvicinandosi, se non addirittura superando il 50% degli aventi diritto al voto. Ci permettiamo quindi di avanzare le seguenti proposte, peraltro condivise da molti con cui abbiamo dialogato in proposito:
1- Che qualche Parlamentare di buona volontà, di qualsiasi schieramento politico, si decida a presentare subito una proposta intesa a FAR DICHIARARE INCOSTITUZIONALE DETTA LEGGE, oppure modificarla o far approvare una legge alternativa;
2- Nell’eventualità che si andasse a votare ancora con questa legge, si presenti un apposito disegno di legge atto a RIDURRE IL NUMERO DEI SEGGI IN PARLAMENTO IN PERCENTUALE PARI A QUELLA DEI NON VOTANTI E DELLE SCHEDE BIANCHE. In tal modo si prenderebbero due piccioni con una fava: verrebbe rispettata la volontà di quegli elettori che non vogliono più essere rappresentati dagli attuali parlamentari (eccetto pochi di indiscussa capacità e serietà) e si otterrebbe automaticamente ciò che la stragrande maggioranza degli Italiani chiede da anni, ossia la RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI con relativo abbattimento dei costi della politica da tutti auspicato. In tal modo l’opinione pubblica verrebbe anche a conoscenza di quanti veramente vogliono cambiare, e di quanti invece vogliono mantenere le rendite da privilegio. E potrebbe tenerne conto quando andrà a votare. 

Giovanni Dotti e Martino Pirone