
«Ai lavoratori, agli imprenditori e alle loro famiglie |
Carissimi, quest’anno è difficile celebrare il Primo Maggio senza considerare quello che sta accadendo nel mondo: stiamo assistendo all’innalzamento di tante nuove barriere fra i popoli, tanti muri e steccati che avevamo sperato di non vedere più. È la sfida economica dei dazi commerciali, ma è anche il respingimento degli stranieri alle frontiere, la recrudescenza delle deportazioni, il ritorno alle armi per difendere i confini. Si costruiscono barriere «contro» anziché gettare ponti per vivere «insieme»: in questi giorni di dolore per la morte del Papa Francesco bisognerebbe ricordare con onestà questa sua denuncia fondamentale. Come Francesco, anch’io credo che innalzando barriere l’umanità non potrà mai compiere passi avanti. Per questa ragione – anche nella Festa del Lavoro che la Chiesa accompagna con la memoria di San Giuseppe Artigiano – vorrei che tutti riflettessimo soprattutto sulla parola «insieme». ![]() Stiamo imparando sulla nostra pelle che la logica delle barriere – che porta per esempio all’imposizione di tasse folli sulle esportazioni – può compromettere da un giorno all’altro l’esistenza del nostro lavoro, la tenuta dei redditi e dell’occupazione, la vita delle famiglie. I lavoratori e gli imprenditori, ma anche i politici, gli uomini della finanza e la Chiesa stessa si stanno interrogando. Le relazioni sindacali sono forse destinate a vivere stagioni difficili, di confronto acceso ed è normale che accada, però insisto: dalle difficoltà usciremo solo insieme, non certo nascondendoci dietro ad altre barriere. Cari amici, credo davvero che la parola chiave sia «insieme». Ai lavoratori vorrei dire che oggi, senza rinunciare alla dialettica, anche dura, essi possono compiere il gesto di far conoscere agli imprenditori, a quelli che resistono, il loro apprezzamento per i rischi che stanno accettando di sostenere e per gli investimenti che compiono. Se lo facessero sarebbe un gesto ben speso, non scontato contro la logica dei muri; io stesso sto cercando di esprimere come posso il mio sostegno a chi abbraccia con coraggio il rischio di impresa. Agli imprenditori vorrei dire di comunicare con altrettanta fiducia il loro apprezzamento ai lavoratori, uomini e donne che con la loro vita rendono possibile l’esistenza stessa delle aziende. Parlare più chiaramente, ascoltare, condividere con trasparenza le scelte aziendali e le strategie: anche questi sarebbero gesti ben spesi. Il passato ha visto purtroppo tanti tradimenti nelle aziende e ha prodotto mancanza di fiducia, che occorre ricostruire. Perché non partire da questi gesti? Insieme, senza ingenuità, con fiducia gli uni negli altri. Proviamoci, rispondiamo per questa via alla costruzione dei muri che stanno soffocando il mondo, facciamolo per le nostre famiglie e per i nostri figli. Auguri per questo Primo Maggio! |
☩ Roberto Repole Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa» |