Valentina Rimmaudo: La poesia delle piccole cose

Valentina Rimmaudo (Comiso, 1994) ha mare e monti nel cuore. Laureata in Lettere Classiche e Magistrale in Filologia e Critica Letteraria presso l’Università degli Studi di Trento, si è specializzata sul sostegno didattico e ora insegna alle scuole secondarie di secondo grado. Appassionata di scrittura e poesia da quando ne ha memoria, nel corso degli anni universitari ha partecipato al Trento Poetry Slam. Adesso ha riportato la sua voce poetica a casa, in Sicilia. Chi nasce su un’isola è spinto dalla volontà di nuotarlo tutto il mare che ha davanti, per vedere cosa c’è oltre l’orizzonte. Questa curiosità è la stessa che dalla Sicilia l’ha portata a Trento e che forse porterà Valentina ancora un po’ più in là. Le piace andare alla ricerca di parole da scrivere e cogliere la poesia delle piccole cose. Aspira alla leggerezza.

“Fughe Fango Felicità” (Entropia, 2024) è la sua opera prima. Alcune sue poesie e racconti sono comparsi in volumi miscellanei in seguito alla vittoria di concorsi letterari.

 

“Fughe Fango Felicità” è un viaggio intimo e personale attraverso i meandri della vita. Valentina, perché bisogna leggere il tuo libro?

Da leggere, ritengo, siano Wisława Szymborska, Pavese, Borges: questi, insieme ai grandi classici, da Saffo a Vivian Lamarque, credo rappresentino lo stretto necessario, per citare una nota cantautrice, mia conterranea. Con tali nomi non ambisco, certo, ad entrare in una competizione persa in partenza, ma semmai, a pormi in un dialogo continuo, dalla parte di chi ha solo da imparare.

“Fughe Fango Felicità” (Entropia, 2024) è la mia raccolta poetica d’esordio, pubblicata nel Luglio del 2024 da Edizioni La Gru una piccola casa editrice indipendente non a pagamento, che a maggio di quest’anno mi ha permesso di presentare il mio volume al Salone del Libro di Torino.

Il volume raccoglie quarantuno testi in versi liberi, da me scritti nel corso degli ultimi dieci anni (2013-2023) per me fortemente formativi: gli anni dell’esplorazione del mio mondo interiore, avvenuta in occasione dei miei studi universitari in filologia e critica letteraria a Trento, a 1.246 km di distanza da Comiso, mio paese d’origine, nell’estremo lembo della Sicilia Sud-orientale. A questa mia scoperta di me e delle varie versioni di me a latitudini e altitudini diverse dalle mie abituali, ha fatto seguito la riscoperta delle mie radici, per un moto più che nostalgico, di rivalsa e di volontaria riappropriazione di luoghi, che per convenzione continuavo a chiamare casa, ma ai quali non sentivo più di appartenere pienamente.

La raccolta tratteggia il percorso di crescita della mia anima, ma potrebbe essere specchio dell’evoluzione interiore di qualsiasi giovane adulto alle prese con le prime sfide emotive che la vita presenta: la lontananza da casa, la difficoltà di riconoscere quale sia la propria casa, la ricerca della propria identità, lo smarrimento, il senso di vuoto.

Reinventarsi per ricominciare. Come scrittrice cosa ti affascina in quello che scrivi?

La poesia delle piccole cose, della vita quotidiana, dei sentimenti sussurrati, non urlati platealmente: questo cerco di cogliere nella mia scrittura.

I temi da me affrontati emergono dalle 5 sezioni in cui ho organizzato la raccolta: Briciole, Universi, Polvere, Binari-e Radici, Pro Memoria.

Briciole raccoglie poesie brevissime, come briciole appunto, legate alle mie primissime esperienze alle prese con i versi, da timida dilettante.

Universi contiene poesie nate nell’ambito di un circolo culturale di condivisione poetica che ho frequentato e animato a Trento dal 2015 al 2020.

Nell’ambito di quel circolo la mia penna ha preso forza, vigore e sicurezza, esprimendo i suoi tratti distintivi. Vuole essere un tributo a quella fucina che mi ha avviato alla poesia.

Polvere è la sezione dedicata ai (perduti, perciò polverizzati) amori, ma non mi definisco una poetessa da poesie d’amore. Il tema è da me trattato sempre con una punta di sottile ironia e leggerezza, che non vuol essere superficialità, ma piuttosto gioco e disincanto.

Binari-e Radici è la sezione dedicata al mio rapporto ambivalente, da migrante interna quale sono stata, tra la Sicilia e il Trentino, due pezzi del mio cuore.

Le quattro poesie raccolte nella sezione finale Pro Memoria rappresentano quattro post-it in cui ho fissato indicazioni e consigli a me stessa su come fare per tentare di raggiungere la felicità.

Finché non l’avrò raggiunta, la mia soluzione sarà continuare a scrivere.

La tua raccolta di poesie rappresenta uno spaccato su un percorso di crescita personale che coinvolge l’interiorità della persona… Come sei arrivata a questa sintesi?

A me piace considerare questa mia prima raccolta di poesie come un album di fotografie, un diario in versi, dove naturalmente confluiscono le mie esperienze vissute, le persone incontrate, i luoghi esplorati, lasciati e ritrovati, negli anni del mio ingresso nell’età adulta.

Non si tratta di un libro programmaticamente pensato e organizzato fin dall’inizio per la pubblicazione. Raccoglie infatti testi scritti sporadicamente nell’arco di dieci anni, come mio personale mezzo per esprimermi e per fissare a parole ed immagini un’impressione, una suggestione, sensazioni e moti interiori.

Non credo che “Fughe Fango Felicità” rappresenti una sintesi del mio percorso di crescita, piuttosto ne offre un tracciato, che è possibile ripercorrere, seguendo il fil rouge che lega le tre parole chiave del titolo: dal desiderio di fuga alla ricerca di sé, attraverso le cadute, le incertezze e il fango che il crescere comporta, verso la felicità, mai pienamente raggiunta, di poter dire grazie per chi si è diventati e per ciò che si è stati capaci di conquistare.

L’arte, la musica, i libri possono essere una sorta di riscatto o sono semplicemente un percorso naturale di una persona sensibile?

Credo che ciò che ci rende umani, l’arte, la musica, la letteratura, non siano e non debbano essere appannaggio di animi eletti e sensibili, perché ogni animo è sensibile a modo proprio. Ciascuno di noi ha propensioni, attitudini e talenti diversi: non tutti siamo portati a scrivere, a dipingere o a comporre musica, così come non tutti abbiamo le capacità di fare ricerca scientifica o di applicarci in ambiti tecnico-pratici. Ad ognuno il suo.

A me è toccata la penna e il gusto per i giochi di parole, a volte passatempo, altre sfogo esistenziale, ma per me sempre strumento d’indagine identitaria, per capire chi sono, per far sentire la mia voce e se vogliamo, tentativo di riscatto dall’anonimato e dall’omologazione che la nostra contemporaneità ci porta a vivere passivamente.

La ricetta per prendere le cose meno belle con filosofia?

Leggerezza, ironia e la consapevolezza che “u malu tempu nun po’ durari tuttu u tempu”, che, cioè, non può piovere per sempre.

Che cosa ti suggerisce la parola identità?

È il termine attorno a cui ruota la mia ricerca letteraria e di senso, che parte dalla domanda fondamentale “chi sono?”.

Ho cercato la mia identità nelle mie radici siciliane, nei luoghi e nei gruppi di persone frequentate, al Nord come al Sud, senza mai trovare una risposta che mi facesse sentire pienamente a posto. Così ho provato ad ancorare la mia identità al mio status di studentessa universitaria, prima e di docente liceale, poi; ma ciò definiva più il mio fare, che il mio essere.

Così ho iniziato a guardarmi dentro e ho capito che identità è essere se stessi, senza timore del giudizio e della disapprovazione altrui, senza maschere né sovrastrutture: essere uguali, aderenti a se stessi, pienamente, coraggiosamente.

La poesia mi aiuta a ritornare a me stessa e a ritrovarmi.

Qual è il tuo luogo del cuore?

Ogni paesaggio, ogni persona su cui il mio cuore si è posato e ha trovato riposo, lì è il mio cuore. Ciascuna delle ottanta pagine che compone il mio libro, rappresenta a suo modo un mio luogo del cuore.

Ai lettori non rimane che prendersene cura, se vorranno.

Una speranza che vuoi condividere con noi?

Spero che possiate perdervi per ritrovarvi con occhi nuovi, com’è successo a me e come ho provato ad esprimere nelle mie poesie.

Spero che la lettura di “Fughe Fango Felicità” (Entropia, 2024) possa parlare al vostro cuore, strapparvi qualche sorriso e farvi trovare il coraggio per affrontare il vostro personale e continuo viaggio di crescita.

Spero di non smettere di sognare ad occhi aperti e di continuare a realizzare tutti quelli che ho nel cassetto, tra cui una nuova raccolta.