Un po’ biologa, un po’ cantante, ma tanto mare. Questa è la storia di Medea

Giovani, giovani, giovani: a ogni tempo il suo affanno. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole epperò anche la musica può dare un segno di speranza. Medea, messinese, laureata in biologia, amante del mare ma intanto si esibisce nei locali come cantante: sono i conti che i giovani pagano per una cattiva gestione dei politici nel recente passato.

Una storia che rispecchia la sua generazione tradita dalla politica. Hai voglia a dire che è inutile stare sempre a lamentarsi che le cose non vanno: bisogna rischiare in prima persona. Il mestiere di artista non può improvvisarsi: anni di studio e di gavetta sul campo prima di confrontarsi col grande pubblico. Ci vogliono coraggio e fiducia, anche in tempi difficili. E i primi a doverci credere sono proprio i giovani come Medea, anche rischiando i propri soldi.

Non c’è nulla di nuovo sotto il sole.  Ciò detto, va colto il segnale che questa storia ci svela: avere più fiducia nei giovani. Con più ottimismo. E a puntare su di loro con coraggio. Sono il nostro investimento per il futuro. E sono molto meglio di come vengono rappresentati. Basterebbe dare un’occhiata al mondo del volontariato. O alla preziosa opera di tanti giovani che impegnano il loro tempo, con generosità, per assistere ammalati, poveri o bambini con problemi di salute.

Quello che abbiamo imparato è che bisogna evitare di volerli troppo simili a noi, con i nostri criteri, il nostro modo di fare, di organizzarsi, di affrontare gli impegni. Qualche volta ci dimentichiamo delle nostre superficialità, delle nostre facilonerie, dei nostri errori. Tendiamo a considerare noi stessi da giovani un po’ migliori di come eravamo. Uno dei “compiti” della musica è quello di regalare un po’ di leggerezza alla vita, senza ragionamenti strategici o ruffianerie. Jim Morrison con i suoi Doors avrebbe chiosato: “Sento un suono molto amabile con le tue orecchie appoggiato al terreno… Vogliamo il mondo e lo vogliamo… Adesso. Quando la musica è finita… Spegni le luci“.  Forza Medea, non ti arrendere al fato: quando una passione è scritta nell’anima funziona sia se la si propone con un orchestra che con sola voce e chitarra. “La faccia allo specchio non smetterà. La ragazza alla finestra non cadrà“.

 

Medea: la Treccani spiega che è una eroina della mitologia greca, figlia di Eeta re della Colchide, fratello di Circe e di Pasifae, e della Oceanide Idyia… quanto ti rivedi in questa citazione? 

Il mio nome in greco significa astuzie, scaltrezza anche se non mi descriverei esattamente in questi termini. Mi ritengo una persona umile ma sicura di sé, decisa, intelligente e determinata. Molto riflessiva e ponderata anche se impulsiva quando non riesco a tenere qualcosa dentro. Sento forte il senso del dovere e ragiono troppo a volte. Di contro sono molto istintiva e non mi importa troppo dell’opinione altrui. Sono abituata a rimboccarmi le maniche e a risolvere i problemi da sola: Medea conobbe Giasone, se ne innamorò perdutamente e venne ripudiata dal suo regno pur di stare con il suo amato. Io tendenzialmente quando credo in qualcosa o in qualcuno non mi faccio troppi problemi a farmi terra bruciata intorno, proprio come Medea; nonostante ciò, con il tempo, ho capito che il giusto mezzo è la scelta migliore. Ci è stato tramandato che Medea era anche una maga nera, molto vendicativa.  A mio avviso era giusta e equa. Per me il ferro va battuto fin che è caldo, la vendetta è un piatto che va servito al massimo tiepido, se passa più tempo del dovuto in me subentra l’indifferenza.

I tuoi segni distintivi?

Mi ritengo una persona obiettiva, seria e decisa

Questo è un Paese dove qualcuno è mandato da qualche altro: a te chi ti raccomanda?

Assolutamente nessuno.

Sembri fragile come l’acciaio: serve questo per vedere la luce in fondo al tunnel?

Mi ritengo una persona forte e grintosa ma anche se questi aspetti caratteriali aiutano a volte non bastano. In certi momenti si ha bisogno di motivazioni esterne a sé stessi, di qualcosa o di qualcuno nella tua vita, anche l’affetto del proprio pelosetto a quattro zampe, per farti dire “oggi sono felice e non vedo l’ora che arrivi domani”.  Non è sempre bello e facile contare sempre e solo su sé stessi, a volte serve anche una carezza o una spalla sulla quale appoggiarsi e una strada in discesa.

Una canzone che ti rappresenta?

E non finisce mica il cielo – Mia Martini.

Hai studiato Biologia, ti piace il mare ma intanto canti nei locali: sono i conti che i giovani pagano per una cattiva gestione dei politici nel recente passato?

Ho sempre amato l’acqua e cantare però ho imparato prima a nuotare. Quindi ho ottenuto ottimi risultati nel nuoto e nella pallanuoto giocando anche in serie A1, ho lavorato per un anno in Guardia Costiera e mi sono laureata con il massimo dei voti nella magistrale di Biologia ed Ecologia Marina. Canto nei locali perché ho questa passione, essere retribuita è una gratifica. I giovani pagano qualunque tipo di conto perché non sono più liberi di immaginare cosa voler fare da grandi, perché non riescono a lavorare con quello su cui hanno studiato e si sono specializzati, perché non sanno in quale città andare a vivere, perché qualunque storia d’amore è destinata a trasformarsi in una storia a distanza, perché non sanno se la parola “pensione” scomparirà dai dizionari e perché per mettere su famiglia devono prima ottenere un’indipendenza economica, non sempre il tempo investito rispecchia il proprio orologio biologico specialmente nelle donne.

Riesci a conciliare la tua prospettiva di lavoro con questo hobby musicale?

Al momento ho molto tempo libero e comunque spero di si.

In cima ai tuoi desideri che cosa c’è?

Ottenere un posto di lavoro sicuro, attinente se possibile alla mia specializzazione, trovare una persona che mi completi per costruire una solida famiglia, non allontanarmi troppo dai miei affetti e continuare a investire nelle mie passioni.

Le donne sono cambiate più volte in questi anni: tu a chi vorresti somigliare?

Non desidero assomigliare a nessuno, spero di essere simile a mia madre.

Treni da prendere e treni da non prendere?

Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, il treno è uno e ha tante fermate: destino, fiducia, impegno, fatica, sfortuna, determinazione, fortuna…

Sos amore: perché tanta infelicità?

Insoddisfazione economica, stress, troppi social, molta diffidenza, poco dialogo, pochi sguardi e tanta distanza.

Il posto giusto dove vivere?

Due cuori e una capanna con vista sulla barriera corallina.

Prossima fermata?

Lourdes! Scherzi a parte, non ne ho idea.