Rosa Guida prima donna in lista a Palermo per Bonaccini. Ecco i giovani che vogliono rifondare il Partito democratico

Primarie PD: Rosa Guida prima donna in lista a Palermo per Bonaccini

“Sono contenta e onorata di poter rappresentare Stefano Bonaccini per il collegio di Palermo e Provincia. Essere stata inserita come prima donna in lista per l’assemblea nazionale del Pd è per me e per il gruppo che rappresento un riconoscimento importante per il percorso politico fin qui raggiunto, per i tanti amministratori che questo gruppo rappresenta in tutta la provincia di Palermo e per l’esito delle convenzioni svolte domenica 12 Febbraio nelle quali abbiamo ottenuto ottimi risultati per Stefano Bonaccini”.

Rosa Guida, 29 anni, avvocato e attivista per i diritti umani

 

Cosa ti ha convinto nel progetto di Stefano Bonaccini?

Il programma di Stefano Bonaccini mi ha convinta per la grande attenzione riservata ai diritti: dal lavoro alla salute, dai diritti ambientali e ai diritti dei migranti. In un mondo in cui la povertà è ormai uno status ereditario e la ricchezza è dinastica, c’è bisogno di un programma che rimetta al centro la giustizia sociale. Tutto questo sarà possibile grazie all’esperienza dimostrata sul campo da Stefano Bonaccini. Ritengo assolutamente corretta, inoltre, la visione del candidato alla segreteria sul lavoro precario, piaga soprattutto per I giovani del sud. Il lavoro dovrebbe rappresentare un ascensore sociale, un riscatto per tutti e quando non è così non c’è alcuna crescita possibile per il paese.

Chi sono i giovani italiani che vogliono rifondare il Partito democratico?

Io faccio parte di quei giovani che vogliono rifondare il partito, che vogliono ritrovare nella politica una direzione affinché questa divenga motore sociale. Parlo a nome di tutti quei giovani che non hanno trovato risposte ma sono rimasti a cercarle e a lottare.

C’è chi sostiene che la prima cosa da fare, se si vuole risanare la classe dirigente, è non abusare del termine “giovane”?

Chiaramente il termine “giovane” non è equivalente a “nuovo”, tuttavia, nella maggior parte dei casi tali termini sono sinonimi. Questo è perché la classe dirigente non ha subito, nel tempo, un vero rinnovo. Quello che posso dire è che molti come me non solo sono giovani ma sono anche nuovi. Questa discussione ha pertanto un valore relativo.

Oggi tutti si sentono giovani… Persino Berlusconi. Purtroppo manca la maturità che spesso dà concretezza alle direzioni da prendere. La tua maturità da chi è stata stimolata?

Ritengo che la mia maturità sia stata stimolata dall’attivismo. Ho lavorato affinché nel concreto potesse concretizzarsi la giustizia sociale di cui abbiamo bisogno. Tuttavia, la stessa maturità che ho sviluppato attraverso la mia esperienza di volontariato mi ha spinta a comprendere che il cambiamento è reale solo se è accompagnato da un’attività sul campo in prima persona.

I filosofi del pensiero dicono che la ragione si raggiunge nell’incontro tra idee differenti. Perché Pd e 5stelle non sono in grado di ascoltare e di pensare un Paese migliore?

Non è vero che non sono in grado di pensare e di ascoltare un paese migliore. Per quanto riguarda il PD  il paese che vogliamo è una visione concreta in costruzione, lo affermo con convinzione. Le stesse primarie sono la testimonianza della voglia di costruzione e di ascolto.

In politica ci sono (però) anche gli asini. Chi vuole i somari nei palazzi?

La politica è lo specchio dell’umanità e l’umanità è fatta anche di persone non preparate. Spesso i somari sono utili a una determinata tipologia di politica nella quale conta l’apparenza e non la sostanza. Non credo però che coscientemente si vogliano i somari nei palazzi, penso che sia frutto di una superficialità che spinge a non investire sulle competenze. Mi preme precisare però che superficialità è un fenomeno peggiore in quanto presuppone una “non scelta”, un accomodamento su ciò che conviene. La comodità è spesso il contrario della saggezza.

Persone come te che sono in prima linea nella difesa dei diritti, a nostro avviso, sono un segno di speranza per la Sicilia; certo, ma non illudiamoci troppo. Spesso chi ha governato la Regione ha abusato della fiducia e dell’entusiasmo dei giovani. Per non parlare della cosiddetta antimafia di salotto. Perché questa volta dovrebbe essere quella buona?

Non ho intenzione di convincere nessuno con le mie parole, voglio convincere con i fatti. Quello che posso dire è che nel mio percorso, sia di studio sia di volontariato, ho sempre agito con dedizione. Posso sicuramente promettere la stessa dedizione nelle battaglie politiche.

La lezione che hai imparato sulla tua pelle?

Non nascondermi. È questa la lezione che ho imparato. Spesso si tende a nascondersi perché quello che diciamo è lontano dalla realtà in cui viviamo. Le battaglie vere iniziano quando ci esponiamo senza paura, le lotte vanno fatte perché giuste, non perché si vince.

Facciamo fatica a prendere atto che nelle istituzioni i giovani sono i grandi assenti. Questo è solo uno dei problemi o l’unico che andrebbe risolto, una volta per tutte?

Ovviamente, non è l’unico problema, è uno dei tanti ma è significativo per le qualità delle istanze che vengono rappresentate: rischiamo di tener fuori i veri problemi della crescita del nostro Paese

Rosa quali priorità ti sei data nella lunga cavalcata all’elezione del segretario del Partito democratico?

L’obiettivo è rendere il PD un partito funzionale all’identificazione di giovani e adulti. La mia personalissima priorità è l’ascolto, tutti i temi sono rilevanti.

Negli ultimi anni le urne hanno certificato una crescita di poca fiducia nelle istituzioni. Cosa andrebbe fatto per modificare questo andazzo?

Sicuramente la poca affluenza alle urne ha a che fare con l’identità, molta gente non si identifica in nessun partito e molte volte è stato detto che la sinistra sembra non esistere più: è allora rimesso a noi l’obiettivo di rispondere a chi ci cerca. Possiamo creare un partito che rappresenta chi non si sente rappresentato.

Non sono davvero un bel segnale le minacce e intimidazioni xenofobe nei confronti di chi si batte per la tutela dei diritti civili. Siamo davvero messi così male o si tratta solo di casi isolati?

Mi piacerebbe dire che la xenofobia sia un fenomeno non diffuso in Italia e invece non è così. Non sono fenomeni isolati, si tratta di un problema culturale che è necessario curare attraverso l’educazione ai diritti umani.

Chiudiamo la nostra intervista con una speranza: il sogno nel cassetto che vorresti realizzare nel 2023?

Vorrei che i semi che ho lanciato producano. Non voglio necessariamente raccogliere frutti, vorrei che producessero vita, vorrei tracciare una direzione. Vorrei non dover dire “ricomincio da capo” nelle battaglie che conduco, vorrei essere ascoltata. Spero si avveri.