Roberta Giuffrè, ogni storia che accade merita una verità, una vetrina e perché no, una rivincita

L’appassionano il cinema, la scrittura e i viaggi, il teatro, le fotografia e l’impegno sociale. Nella vita voleva occuparsi di Psicologia, ma fermata dalla voglia bramante di seguire le orme del padre (Concessionario del marchio Seat e Peugeot/Citroen a Termini Imerese e Bagheria) si è lasciata aperta altre opzioni. In pillole ecco a voi Roberta Giuffrè, nata a Palermo, città che mai cambierebbe (però, mai dire mai ), donna leonessa, per definizione, ma anche di segno zodiacale: non poteva essere altrimenti.

A prima vista sembrerebbe che la sua vita sia casa e ufficio ma così non è: il giornalismo, le notizie, l’attualità hanno attratto la sua quotidianità, fino ad avere una forte attrazione per quei fatti capaci di regalare speranze. Roberta, insomma, è amante della vita, del sole, dell’alba e del tramonto. Ama il sociale e fare volontariato (catechista come vocazione). E’ uno dei volti di Tele One (canale 16 digitale terrestre) dove conduce il telegiornale, iniziando così un percorso meraviglioso nel giornalismo. Perché ogni storia che accade merita una verità, una vetrina e perché no, una rivincita.

Roberta ama condurre entrando nelle case delle persone, ma ancor di più realizzare servizi, interviste, reportage per raccontare al mondo ciò che accade intorno a noi, per spiegare meglio le verità spesso nascoste e per regalare la bellezza che questo mondo conserva, ma spesso celata da brutture che tolgono speranza. Che altro bisogna conoscere di lei? Ama essere camaleontica e vive a 360 gradi in questa vita che è un dono. Pseudonimo: Thai (in Thailandese significa Libera e indipendente e l’ha pure tatuato ). Motto: L’amor che move il sole e L’altre stelle! Tradotto: cammina, respira, pensa… “Bella mia, corri, prendi fiato, ama! Vuoi essere davvero felice? Raggiungi la tua meta”!

Roberta Giuffrè che Sicilia osservi dalla tua telecamera?

La telecamera è una lente di ingrandimento che mette in luce pregi e difetti di questa terra: tanto meravigliosa e accogliente quanto chiusa al cambiamento e al riscatto da una certa mentalità che sembra avere radici inestirpabili.

A volte sembra una terra severa, altre incantata: possibile che dall’Isola bisogna emigrare per trovare lavoro, riconoscimenti e serenità?

Le numerose potenzialità della Sicilia rimangono per lo più inespresse e quindi, giocoforza, diventa necessario, seppur doloroso e frustrante, emigrare ma con la speranza di poter ritornare e costruirsi un avvenire solido e appagante.

Vivere di notizie quanto paga?

Purtroppo l’arricchimento sul piano personale non va di pari passo con quello sul piano economico, ma posso affermare che questo lavoro mi sta donando un’apertura mentale che finora mi era mancata. Lavorare per conoscere la verità e donarla al prossimo. Aprire occhi e cuore alla realtà esterna ben diversa dalla propria.

C’è una ricetta per sfondare in Tv?

Personalmente posso dire che ho scelto di essere me stessa, senza orpelli, ma con la giusta dose di curiosità e assertività che occorrono per svolgere questo mestiere. Dono la mia solarità e professionalità, senza creare un personaggio diverso dal mio.

Si dice che la vita è un pugno di sabbia. Lo stringi forte cercando di intrappolarne il calore, ma appena allenti la presa, i granelli scivolano via…E si perdono come il caso vuole, tra milioni di altri. Questa suggestione cosa ti fa venire in mente?

Che nulla ci appartiene veramente, ma se impariamo a cogliere l’essenza delle cose più importanti e a custodirle nel nostro cuore, esse diverranno il faro che illumina e guida la nostra vita.

Un bravo giornalista deve saper raccontare le storie. Storie che si raccolgono lungo la strada.

Imparare a osservare, ascoltare e raccontare senza preconcetti. In quest’ottica, ogni storia sarà in grado di insegnarci qualcosa.

A Roberta che cosa ha insegnato la strada?

Ad andare oltre le apparenze, a saper “vedere”, a essere meno concentrata su me stessa per scorgere e raccontare delle realtà la cui esistenza mi era sempre parsa lontana e impalpabile.

Un luogo comune della telegiornalista da sfatare?

Che siamo costruite e che il nostro lavoro è solo apparire. Dietro, invece, c’è un mondo che non si può spiegare in due righe. E’ composto da sacrifici, impegno, attenzione costante, dedizione, presenza sul campo, ragionamenti, ragione e sentimenti.

Scrivere di qualcuno è sempre difficile: se si osserva con attenzione ogni persona sfugge a qualsiasi definizione banale. Se dovessi scrivere di te cosa metteresti in risalto e cosa eviteresti di raccontare?

Proverei a osservarmi con il giusto distacco che mi consenta di cogliere tutte le sfumature che mi caratterizzano. Racconterei di una persona che ha sempre profuso impegno e passione in tutto ciò che ha fatto, e che non ha mai perso la voglia di reinventarsi e di mettersi alla prova quando le circostanze della vita lo hanno richiesto. Eviterei di raccontare le fragilità che cerco di nascondere dietro un’apparenza talvolta ruvida… Per non essere troppo vulnerabile e perché fondamentalmente adoro regalare solo il meglio di me.

Che notizia non vorresti mai dare ai telespettatori?

Una notizia che oltre a generare dolore e sgomento, induca a pensare che non ci sia più speranza.

La cronaca, purtroppo, ultimamente si è occupata troppo spesso di delitti, violenze e stupri: dove abbiamo sbagliato?

E’ un problema culturale e sociologico che affonda radici profonde. Personalmente, penso che bisognerebbe rivedere il ruolo educativo e sinergico che dovrebbero avere famiglia e scuola, impartire delle regole e far comprendere che a ogni azione corrisponde una reazione; educare alla gentilezza e all’empatia.

A volte si fa fatica a credere negli esseri umani. Tu ci riesci?

Smettere di credere negli esseri umani equivarrebbe ad arrendersi. Quei pochi esseri umani in cui credo mi danno  la certezza che, nonostante le brutture di questo mondo, sbocceranno sempre dei germogli attraverso i quali coltivare la speranza che il bene possa vincere sul male.

Ora molti diritti, incluso l’aborto, sono in bilico. Che cosa provi?

E’ un tema molto vasto e non riesco ad esprimere un’opinione in poche battute. Ritengo in generale che la lotta per i diritti sia stato un motore importante per l’evoluzione della società; il fatto che oggi determinati diritti vengano messi in discussione mi incute paura e frustrazione.

Come persona ti metti spesso in discussione? 

Mi metto costantemente in discussione e in croce (anche mia deformazione religiosa). Prima di additare una persona, mi chiedo in cosa IO possa avere errato, se ciò che sto perseguendo è giusto o sbagliato, se il mio operato (sociale e professionale) funzioni e porti un contributo positivo e utile alla società. D’altronde l’intelligenza è mettere sempre in discussione se stessi. Stupidità è mettere sempre in discussione solo gli altri.

Riesci a imparare dagli sbagli?

Cerco di farne tesoro per il futuro ma, come spesso accade, ho bisogno di sbagliare più volte per imparare la lezione: gli errori servono per crescere. L’importante è non perseverare negli “stessi sbagli”, ecco, questo sarebbe per me un enorme difetto.

Quanto ti senti cambiata rispetto a dieci anni fa?

Tanto. Ovvero, sempre Io, la Roberta con la stessa natura caratteriale (a mio modesto parere, la  natura dentro ognuno di noi non cambia nel tempo), ma con una maturità diversa dettata ovviamente non dalla età avanzata, ma dalle esperienze e sofferenze vissute . Si muta, e ho deciso io come farlo e quale strada intraprendere (ce ne sono due, il bene e il male).

Cosa ti manca per chiudere il cerchio per la vita perfetta?

Innanzitutto, la vita perfetta non esiste. Sono io che decido cosa è perfetto per me, ma abbinato al momento che sto attraversando nella vita (la vita l’ho sempre percepita come una serie di infiniti ‘Attimi senza Tempo‘ che scandiamo al nostro unico personale ritmo musicale). E comunque, se devo entrare nel particolare, ritengo possa chiuderlo con il coronamento di un grande amore, vero e sincero, che formi a colori una famiglia “sana”, sotto la protezione e la luce di Dio. Questo sarebbe un mio desiderio, ma preferisco attuare la volontà del Signore, certamente migliore della mia.