Miriam Cassanelli: il magico potere dell’arte per riconoscere i talenti

Miriam Cassanelli si muove con disinvoltura nel mondo dello spettacolo: PerformigArt~Casting & Personal manager. Sguardo deciso e sorriso aperto: per farcela con le nuove generazioni occorre leadership. Ha fin troppo chiaro il concetto che se vuoi essere una guida di un gruppo, di una società, piccola o grande che sia, devi essere di ispirazione.

Per motivare i giovani, per convincerli a restare bisogna coinvolgerli, entrare nelle loro menti. Millennial o Generazione Z vivono in una realtà connessa e integrata: il lavoro e la vita privata non sono divisi a compartimenti stagni come in passato. Spiega Miriam: “Spesso ci illudiamo di avere tutto sotto controllo, ma poi arriva la vita, con le sue deviazioni improvvise, a ricordarci quanto sia bello lasciarsi sorprendere”.
Il privato emerge e determina: con i social la nostra vita è molto esposta al giudizio altrui. E genera il tipo di persona che siamo. “Per questo richiede maggior investimento su di sé, maggior impegno. Bisogna mettersi in gioco in prima persona. Questo viaggio è stato molto più di una semplice destinazione: è stato un promemoria che, quando lasci spazio all’inaspettato, le cose più vere e intense trovano la strada per raggiungerti”.
Magari l’immagine migliore è quella di un cerchio, con una persona al centro che accoglie qualcosa da ciascun punto che la circonda. E soprattutto, servono le occasioni giuste, la possibilità di essere testati, la capacità di far sentire la propria voce e l’incontro con qualcuno che abbia voglia di ascoltarla. Ecco, svelato il segreto del successo di Miriam in un poche righe.

Chi è Miriam?

Miriam è una manager che sviluppa progetti, cura talenti e gestisce la parte finanziaria e assicurativa. Lavoratrice dello spettacolo e casting manager.

Tre aggettivi per descrivere la tua professione e tre per descrivere te stessa?

Importante, professionale, innovativa.

 L’idea più brillante che hai avuto?

Apportare innovazione nel management. Il mio team è composto da professionisti appassionati con esperienza consolidata nel settore; abbiamo costruito una piattaforma creativa che integra arte, impresa (sostenibilità) e responsabilità sociale in un’unica visione coerente.

Ti consideri semplicemente bella o hai faticato per ottenere una vita da copertina? Qual è il tuo miglior pregio e il tuo peggior difetto?

Non mi considero una bellezza da copertina: la mia immagine non è il mio obiettivo. Mi considero una donna che ha faticato per ottenere credibilità dalle persone, sacrificando la propria vita per un periodo. Il mio miglior pregio è l’empatia, il peggior difetto? Faccio sempre “tante domande“.

Lo specchio dei nostri tempi che generazione mostra?

La generazione che meglio rappresenta “lo specchio dei nostri tempi” dipende dalla prospettiva da cui si osserva: alcuni potrebbero indicare la generazione dei nati tra il 1935 e il 1955 per i successi e le sfide, altri quella dei nati tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70 per le sue opportunità e difficoltà. La risposta varia in base all’interpretazione individuale delle trasformazioni sociali e culturali.

Chi sono i fotografi che meritano il tuo applauso?

I fotografi che meritano un caloroso applauso sono quelli che riescono a immortalare “l’attimo fuggente “.

Senza ipocrisia: sulle foto che vedi in giro, chi crea arte e chi copia banalità?

Ci sono persone che utilizzano molto poco le proprie capacità le proprie fantasie e sviluppano poche idee: molto più semplice “copiare“ e “prendersi meriti che non hanno“.

L’onestà nei rapporti ha ancora un valore?

L‘onestà nei rapporti credo sia molto importante ma bisogna saper essere abituati a esserlo più che altro, educati.

Un rifiuto è sempre qualcosa di antipatico?

Un rifiuto ci aiuta a diventare persone migliori visto dalla giusta prospettiva.

Una battaglia sociale che merita la tua rabbia?

Ho sempre lottato contro la disuguaglianza. In un mondo dove pochi hanno troppo e molti troppo poco, milioni di persone sono escluse dai diritti fondamentali come istruzione, salute e lavoro dignitoso. Non è solo ingiusto: è inaccettabile. La rabbia verso queste ingiustizie può e deve diventare forza per cambiare. Ma bisogna sempre poi averne il coraggio, siamo così indifferenti a volte.

Una lezione che dovremmo tutti noi imparare?

Dovremmo imparare tutti ad esternare le nostre emozioni ma controllandole. Le parole utilizzate nel modo sbagliato possono fare numerosi danni.

Oggi sei al top, ma pensi mai a come sarai tra quindici anni? Non hai paura di invecchiare?

Non ho paura d’invecchiare, nemmeno di morire, solo di non fare abbastanza da lasciare poca eredità, in questa terra, a mio figlio; paura di non fare in tempo a tramandare parte di quello che sono. Amo profondamente la vita, nonostante per me nulla è stato dovuto o semplice e nemmeno ora lo è. Ho sofferto molto e trasformato la mia sofferenza nel mio punto di forza. 

L’ultima provocazione: ti sei pentita di aver accettato l’intervista?

Chi mi conosce sa che non ho nessuna difficoltà a raccontarmi: mai pentita per questa intervista. Spero di aver lasciato un messaggio importante.