I segreti inconfessabili di Giorgia & Barbara: nei nostri romanzi compaiono vicende storiche e di cronaca che hanno avuto un peso nel Paese

In libreria “Il segreto inconfessabile” di Rubina E. Rossi, terzo capitolo della tetralogia dedicata alle indagini di Tony Della Rocca. Un giallo tinto di mistero, un omicidio apparentemente inspiegabile e un’indagine piena di colpi di scena.

In questa nuova avventura sarà chiamato a scoprire chi è l’assassino di una suora e per scoprirlo si troverà a viaggiare per l’Italia; lungo questo cammino avrà a che fare con personaggi fuori dal comune, vecchie e nuove conoscenze che avranno ruoli inaspettati e porteranno a risvolti analoghi.

“Pubblicare Rubina E. Rossi per noi è una sfida particolarmente interessante, perché ci permette di mantenerci saldi sulla nostra linea di narrativa introspettiva, ma di farlo con un genere per noi nuovo prima che le nostre strade e quelle di Giorgia e Barbara si incrociassero – ha commentato l’editore Andrea Stella.

Rubina E. Rossi, infatti, è lo pseudonimo con cui firmano i loro libri Giorgia De Luca e Barbara Capotondi che abbiamo intervistato per saperne di più sui loro romanzi e, soprattutto, sulla loro vita.

 

Giorgia De Luca – Barbara Capotondi: è uscito in libreria “Il segreto inconfessabile” di Rubina E. Rossi, il terzo capitolo della tetralogia dedicata alle indagini di Tony Della Rocca. Sicuramente farà la gioia di tutti gli appassionati di gialli e non solo. Come nasce il personaggio?

Tony Della Rocca prende spunto da una persona realmente esistente, della quale ‘ruba’ alcuni aspetti. Nel corso di una giornata memorabile, mentre passeggiavamo per le vie di Ferrara e chiacchieravamo del più e del meno, una serie di casualità hanno fatto nascere in noi l’idea di scrivere una tetralogia di gialli con Tony come protagonista e di farlo con uno pseudonimo. Siamo subito entrate in una cartoleria, abbiamo comprato un taccuino e una penna, e iniziato a buttare giù idee davanti a un piatto di tortelli di zucca al ragù.

Senza svelare la trama per non privare i lettori della storia sappiamo che è un giallo tinto di mistero, un omicidio apparentemente inspiegabile e un’indagine piena di colpi di scena. Cosa altro c’è da sapere?

Possiamo dire che il romanzo è ambientato in diverse città d’Italia: oltre a Trieste e Ferrara, che sono le città del cuore di Tony, ci sono scene che si svolgono a Cremona, a Firenze, a Roma e a Napoli. Inoltre, il nostro protagonista, anche in questa occasione, si troverà a scoprire delle cose su di sé assolutamente inaspettate con cui dovrà fare i conti.

È un’abitudine giornalistica molto italiana quella di trasformare i casi di cronaca nera e giudiziaria in veri e propri gialli a puntate. E spesso la degenerazione narrativa è tale da confondere il pubblico sui fatti veri e sugli elementi verosimili, oltre che sull’effettivo stato delle indagini in corso alla ricerca dei colpevoli. Cosa ne pensate?

Riteniamo che ognuno debba fare il proprio mestiere: un giornalista non può trasformarsi né in un giallista né, tanto meno, in un investigatore. Crediamo che sia giusto informare, ma senza cadere in eccessi e assecondare curiosità morbose e quasi ai limiti del Voyeurismo di parte del pubblico.

Quando le indagini permettono di assicurare alla giustizia il colpevole di un omicidio, la soddisfazione è pienamente naturale. Non altrettanto scontato è il modo in cui le cronache rendono conto dell’attività degli inquirenti e dei risvolti tecnico-legali degli accertamenti. Il vostro personaggio a quale genere di investigatore si ispira?

Tony è un investigatore privato, quindi le sue indagini si svolgono sempre al di fuori del sistema ufficiale: gli interrogatori e gli arresti vengono infatti eseguiti dagli inquirenti, mai direttamente da lui. Tuttavia, ne “Il segreto inconfessabile” Tony viene assunto dalla Curia per investigare sull’omicidio di una suora, quindi la sua sarà a tutti gli effetti un’indagine parallela. Questo non significa, però, che la polizia non vi abbia alcun ruolo…

 

Fra colpevoli veri o presunti, ricostruzioni, plastici di case o garage, pareri in libertà e arbitrarie controdeduzioni, l’informazione scivola facilmente sul terreno dell’infotainment e approda non di rado alla landa dell’infoshow, dove la parte spettacolare prevale nettamente su quella del resoconto…che idea vi siete fatte?

Unicuique suum. Chi informa deve farlo con professionalità e moderazione, senza cadere in eccessi o strizzare l’occhio a forme di intrattenimento che poco hanno a che fare con l’approfondimento. Altra storia, poi, è quella dei documentari o film su fatti di cronaca, lì passiamo a un altro livello di narrazione e allora si può anche contemplare una quota di intrattenimento.

Quanto siete preparate sulla Storia del nostro Paese?

Abbastanza: un po’ per i nostri studi, un po’ per la naturale tendenza alla curiosità e al voler imparare. Anche nei nostri romanzi, a tratti, compaiono vicende storiche e di cronaca che hanno avuto un peso nel nostro Paese e, in parte, anche sulle nostre trame. Però non ci interrogate, eh!

Gli anni di Piombo hanno sempre affascinato scrittori e studiosi. Su alcuni personaggi carismatici sono state costruite trame da film e leggende. Uno di questi è Renato Vallanzasca, il bel Renè… Che romanzo avreste scritto con uno come lui tra i cattivi?

I cattivi sono i personaggi che preferiamo inventare da zero, ci riuscirebbe difficile prendere spunto da qualcuno di reale. Anche perché non vorremmo mai rendere simpatico o accattivante qualcuno che si è effettivamente macchiato di qualche crimine.

Altro giallo, altra pagina nera di cronaca. Parlo della scomparsa di Emanuela Orlandi oggi tornata alla ribalta per la messa in onda della docuserie Netflix «Vatican girl». Tony Della Rocca sarebbe riuscito nell’impresa di scoprire la verità o anche lui sarebbe rimasto imbrigliato nella melma. Due inchieste giudiziarie – per un totale di 11 indagati, tutti via via prosciolti – non sono bastate a fare luce su uno dei casi irrisolti più noti della storia italiana. L’intreccio con gli scandali dello Ior e i veleni contro papa Wojtyla.

Noi puntiamo molto su Tony e sul suo talento investigativo: avrebbe avuto sicuramente buone chance di avvicinarsi alla verità. Anche in questo caso, però, preferiamo inventare di sana pianta i delitti, perciò non scopriremo mai davvero il talento di Tony fino in fondo. 

Giorgia e Barbara: Il (vostro) segreto inconfessabile?

Siamo noi Rubina, ma non lo dite a nessuno!