Erika Magistro: la terapia necessaria per restare umani? Fermarsi un istante, dare ascolto e parlarsi

Erika Magistro ha conseguito la laurea triennale in lettere Classiche e la magistrale in Archeologia. Conseguito un Master in Editoria, si è dedicata con passione a diverse attività, fra le quali spiccano l’esperienza con Radio Zammu, radio dell’ateneo di Catania, e la promozione di eventi culturali come OccupaiCivita con l’Associazione Talìa. Il primo racconto, Il bambino con gli occhi chiusi, edito Algra, è stato oggetto di numerosi incontri nelle scuole destinati a sensibilizzare i ragazzi sulla cecità.

Significative le letture “al buio” presso la scuola media Raffaello Sanzio di Tremestieri Etneo, in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità. Nel buio della sala, gli spettatori bendati hanno ascoltato il racconto, accompagnati dalle note dell’orchestra scolastica. Momenti unici che solo la parola sa regalare quando giunge alle ragioni del cuore.

Erika Magistro, sei giovane ma hai pensieri da grande: la cultura contro le cattiverie. Come è nata questa passione?

Come puoi leggere sulla home del mio sito https://idee-e-libri-di-erika-magistro.webnode.it/ la passione per le pagine scritte mi accompagna da sempre, così come il legame per la mia terra, Sicilia, che amo col cuore, gli occhi e le parole. Tutto è nato per caso, ma se dovessi scegliere un momento, sceglierei quello dopo la laurea in Lettere classiche e il master in Editoria quando, guidata da un inesauribile senso del dovere e di appartenenza verso il mio territorio, quello catanese, progettavo di riscattarlo con in mano libri, creatività e uno sguardo attento alla realtà concreta. Da qui la promozione di eventi culturali come OccupaiCivita con l’associazione Talìa: un’intera giornata dedicata alla scoperta di alcuni quartieri antichi di Catania attraverso una serie di laboratori interattivi e tour guidati.

Fino a che punto l’arte e la filosofia sono capaci di modificare il comportamento umano?

Entrambi, sia l’Arte che la Filosofia, sono in grado di produrre spirito critico, elemento indispensabile per ogni presa di coscienza propedeutica all’azione. La comunicazione attuale ci spinge ad accettare passivamente le informazioni, al contrario, sarebbe necessario imparare a mettere in discussione ciò che ci viene costantemente presentato come “verità assoluta.” Per Socrate la ricerca era l’essenza vitale e il filosofo tedesco Heidegger scriveva: “l’essenza dell’uomo ha la forma di una domanda”… Da qui dovremmo partire: non subire l’informazione ma metterla in dubbio, continuamente. L’obiettivo deve essere quello di formare, in una società dominata dal conformismo e dall’immagine, individui consapevoli e autonomi. Non automi.

Hai scritto “Il bambino con gli occhi chiusi”. Una storia toccante…

Si tratta di un viaggio alla riscoperta del valore dell’esistenza attraverso le sensazioni di chi guarda il mondo per la prima volta e di chi lo riconosce dovendo soffermarsi a descriverlo. Un cammino, segnato da odori e suoni, lungo il quale la Paura viene vinta da due mani che si stringono. Un bambino non vedente protagonista di una storia fatta di silenzi e attimi condivisi con Giuseppe, un ragazzo come tanti, distratto da una realtà illusoria e frenetica e che, grazie alla lentezza della riflessione, restituisce significato all’insignificante, all’implicito nascosto o dimenticato dall’indifferenza della “società liquida”.

Come si raggiunge il cuore dei bambini?

Impresa non facile, ma se riesci nell’intento hai vinto. I bambini sono ottimi critici perché, a differenza degli adulti, non mascherano i propri pensieri o sentimenti. Il segreto per raggiungere il loro cuore e, aggiungerei, alla loro intelligenza? Parlare senza orpelli alla loro razionalità (non sono stupidi soltanto in fase di sviluppo), testimoniare con l’esempio, affidarsi alle emozioni stimolando il linguaggio non verbale, risvegliare l’ascolto del corpo, dell’ambiente circostante e dell’altro. Significative, in tal senso, sono state le letture “al buio” presso la scuola media Raffaello Sanzio di Tremestieri Etneo, in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità. Nel buio della sala, gli spettatori bendati hanno ascoltato il racconto, accompagnati dalle note dell’orchestra scolastica. Momenti unici che solo la parola sa regalare quando giunge alle ragioni del cuore.

Da dove recuperi tutta questa energia?

Devo tutto a chi crede in me e in quello che faccio: la mia famiglia, il mio compagno, gli amici. Paradossalmente, anche il periodo di isolamento forzato durante la quarantena ha contribuito a nutrire la mia creatività riaccendendo l’antico entusiasmo che la vita, con le sue esperienze a volte sfavorevoli, sembrava avermi sottratto. E così ho deciso di raccontare, attraverso i social, la realtà, quella vera e che il più delle volte ci fa paura. Perché Internet non serve solo a fare del male o a inventare identità alternative. Forse può servire a condividere, non solo vestiti di qualche noto brand e foto seducenti, ma esperienze comuni. E allora coraggio, diamoci una mano, ritroviamoci nella reciproca umanità.

Pregi e difetti della politica siciliana?

In un momento storico in cui la cultura è sempre più bistrattata, mi riesce difficile pensare ai pregi di una politica (non solo quella siciliana) assente o non sempre adeguatamente presente. Sono una donna laureata e ancora senza un lavoro. Abito in Sicilia da sempre. Non voglio abbandonarla la mia terra. La condanno e la amo. Profondamente, come si ama la vita dal grembo materno e inspiegabilmente, come si amano i propri genitori. Da bambina non pensavo che da grande avrei espugnato il mondo né immaginavo che il mondo si sarebbe impadronito dei miei sogni annichilendoli. I miei occhi grandi mi facevano vagabondare. Adesso, invece, mi trovo costretta ad esaminare una realtà che non mi appaga, non perché diversa da come la immaginavo ma perché mi impedisce di farne parte come avrei voluto.

Vivere il presente senza farsi domande sul passato è ciò che vogliono i potenti. Non hai mai l’impressione che viviamo un periodo storico in cui la memoria è soffocata?

Ogni giorno il ricordo sbiadisce sempre più, soffocato da una realtà carnivora e frenetica. Vivere il presente senza porsi domande sul passato è come vivere in un territorio del quale non abbiamo mappa, senza un nome, senza una fissa dimora o senza una meta. È dovere e diritto di ognuno guardarsi indietro prima di guardare Oltre. La terapia necessaria per restare umani? Fermarsi un istante, dare ascolto e parlarsi (pratica dimenticata con la frenesia della routine quotidiana e l’avvento dei social media): l’ascolto è il primo passo per entrare in sintonia con gli altri, in modo empatico, simpatico, razionale ed autentico. Credo sia il primo fondamentale passo per travalicare l’io e i suoi limiti con la potenza costruttiva noi. Oltre la bestia, questo è l’umanità.

Prossima fermata?

Ho in cantiere diversi progetti editoriali, uno dei quali dovrebbe vedere la luce nel mese di Novembre (incrocio le dita)… Fermata: Catania…ma non vi svelo il perché.